mercoledì 26 febbraio 2014

se una vita non bastasse...

Ho preso a truccarmi molto più spesso.
Ho persino investito in una crema antirughe, perché ho la sensazione che mi stia cadendo la faccia. 
Anche se poi da che ho tagliato i capelli pare che, di anni, ne dimostri sempre meno di quello che. 
Ma non ne sono più tanto sicura. La carta di identità dice altro. Ma, ad ogni modo, quei 5 minuti in più che mi costringo ad investire per darmi in colorito diverso da quello del cavolo verza sotto la brina, mi ritrovo a guardarmi negli occhi. 
Strano farci caso, uno dovrebbe guardarsi e invece più spesso ci si vede. 
E oggi, mentre mi fissavo negli occhi, gongolando appena per quella sfumatura verde che ben pochi vedono, (quella degli occhi, non quella delle occhiaie), pensavo che la prossima volta che rinasco, voglio rinascere stronza. 
Voglio rinascere come una di quelle donne forti, quelle che non devono chiedere mai niente perché tutto è loro dovuto. Quelle che sono capaci di tenere un uomo al guinzaglio e farne più o meno ciò che vogliono. Quelle a cui non va mai bene niente, che tutto poteva essere fatto meglio di così, più velocemente di così, che qualcun'altro l avrebbe fatto sicuramente meglio. Una di quelle che al primo sgarro ti falciano le gambe, capaci di cambiare numero di telefono e indirizzo senza guardarsi alle spalle e senza rimpianti. Incapaci di mettersi in discussione anche solo una volta, perché la fermezza e la coerenza sono parti fondamentale del proprio carattere. 
Sono capaci di farsi amare così profondamente che anche quando se ne vanno lasciano un vuoto che nessun altra arrivi dopo è capace di riempire. E lasciano l'uomo secco come il benjamin che ho potato e che ancora non s è ripreso. 
Perché queste donne sembrano delle dee. Uniche e insostituibili. Poste nel punto più alto dell'altare nella venerazione più totale di chi, porterebbe loro l'acqua con le orecchie, pur di ricevere ancora un loro sorriso. La loro approvazione. Schioccano le dita e loro corrono, anche se fosse solo per sentirsi dare ancora un paio di schiaffi. E l ennesimo no. 
Hanno negli occhi quello sguardo di chi sa, di chi ha coscienza e forza del proprio potere, del proprio ascendente. E niente intacca il loro fascino. Belle e impossibili. Dove belle niente ha a che fare con l estetica. E' più che altro il loro fascino. 
Ecco. 
La prossima volta che nasco voglio nascere straordinariamente stronza. 

11 commenti:

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  2. guinzaglio non fa rima con "amore" ma con aglio, con sbaglio, con abbaglio.
    Amore fa rima con dolore ma anche con calore, splendore, cuore.

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    1. io ti do ragione Bruno, ma te li posso dare un paio di numeri di telefono e glielo dici pure a "loro"?
      quando provi a far notare ad un uomo che quando una donna è così risoluta, è pure inutile perderci l anima e la vita, perché vuol dire che ha chiuso. e lui ti rispondo "eh... ma non riesco/posso/non ce la faccio".
      che gli dici? contro l idea di un altra non c è partita.

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    2. non è così semplice. perchè il narcisismo è anche donna. e per ogni narcisista ci sono 10 vittime "dipendenti" che non sanno di esserlo. Non si nasce stronzi, lo si diventa. E non è una bella cosa. Perchè lo stronzo rimuove la ferita, rimuove le emozioni delicate, rimuove la condivisione nella relazione. Vorresti essere così per non soffrire? Vorresti far soffrire altri inconsapevoli e passivi? Vorresti interpretare il luccichio degli occhi di un'altra persona solo e soltanto come una congiuntivite? Naaa. Non credo proprio. A non essere stronzi, a essere trasparenti, ingenui, buoni, fiduciosi si soffre più spesso, è vero. ma ci si sente vivi. Il narcisista, o lo stronzo, la stronza, non si sente vivo. Si sente vivo solo quando uccide l'altro. Non è una bella cosa.
      ciao cara

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    3. no. non è nella mia natura. e non lo dico per farmi un vanto, ma amo i miei slanci anche quando poi faccio i conti con le porte sul naso. non potrei rinunciare al mio ridere e piangere davanti a Frozen, amo le mie emozioni anche quando mi fanno emozionare per un pomeriggio... per dire.
      è solo che alle volte a essere così, si viene un po' parcheggiati e dati per scontati.

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    4. e comunque anna magnani è meravigliosa

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  3. Se una è stronza è stronza, ma potrà fingere di non esserlo. Il percorso inverso è decisamente più complicato, quindi se non sei stronza, non lo sei. E ciò chiude la questione, almeno per questa vita. Per altre, passate o future, è molto probabile che una esperienza da stronza la si sia fatta o la si debba ancora fare. Nel caso immagino sia per imparare che essere stronzi preclude altre esperienze, ma non v'è certezza.
    Riguardo al tuo commento...... la lotta non è con l'eventuale altra, ma con la natura di colui con cui hai a che fare. Non esistono bottoni da premere, e non è sforzandosi di fare il contrario di ciò che si "sente" che si risolvono le cose, ma solo modificando quel "sentire". C'è chi ci mette due minuti (magari gli stronzi o le stronze, ma magari anche no), c'è chi ci mette anni. Personalmente, ritenendo il tempo una questione del tutto marginale, non mi interessa se una esperienza dura quanto dura: è vista cos' all'esterno, non per chi lo vive.
    A margine ci metto che a nulla vale sforzarsi di prendere il nuovo che arriva, se non si è ancora lasciato andare il vecchio: sarebbe prendere in giro se stesso e gli altri, e va da sé che se una situazione fosse giusta, cioè quella che si deve vivere, non ci sono cazzi, la si vive.

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    1. la cosa bella è che nessuno mi ha ancora commentato una cosa tipo "ma lo sei già" :D
      scherzi a parte... hai ragione per certi versi, nel senso che non mi pongo nemmeno il problema di "lottare" contro l eventuale altra, o colui oggetto del desiderio. nel senso che questa considerazione nasce dopo aver ascoltato lo sfogo di un amico ancora impegolato. e io mi chiedo "ma per cosa??? ma per chi???" ma è ovvio che ognuno faccia i conti sulla proprio pelle... è stato illuminante il commento di Bruno, sul narcisismo e le vittime inconsapevoli. io non avevo letto nell atteggiamento di questa persona il narcisismo. però dall altra parte i "sintomi" della vittima ci sono. e allora...
      e allora boh... c è chi vive con il freno a mano tirato...

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    2. "C'è chi vive con il freno a meno tirato"...... Beh, c'è chi va sempre a cento all'ora e finisce male lo stesso. Qualcuno dirà che bisogna trovare la via di mezzo. Certo, ma chi stabilisce quale è il mio mezzo?Chi stabilisce se il freno a mano è tirato o meno e quanto debba essere tirato o meno. Voglio dire: ognuno è quello che è e vive esattamente quello di cui ha bisogno con quello che ha.
      Non esistono vite giuste o vite sbagliate, modi giusti o modi sbagliati, almeno per ciò che concerne il personale (diverso è il discorso se si va a toccare le esistenza altrui col proprio comportamento, ma qui il discorso si allarga). Esistono vite e modi. Punto.
      Se si accetta questo direi che si può accettare molto, e di conseguenza vivere meglio.

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