venerdì 28 febbraio 2014

e buon fine settimana...

Svegliarsi e pensare "venerdì" fa bello. 
E' un anticipo di quella sensazione leopardiana del Sabato del Villaggio. Ti pregusti già il ritmo che verso sera andrà rallentando. Fai qualche progetto per il sabato, non troppi che esagerare non va bene, poi finisci per correre e rincorrere anche nel giorno di tregua. 
Ci saranno le pulizie in ufficio, Brontolo che arriva a tradimento e si installa in ufficio, ma poi ci sarà pizza e film con il Compagno di sventura, e l'appuntamento con il mobilificio per vedere se si può fare quella piccola modifica, indice che piccole tane crescono, e si evolvono così evolve la tua vita, i tuoi gusti. 
Le librerie finalmente hanno trovato la loro collocazione, anche se c è chi giura che tra sei mesi ricominceranno a girare per casa. Quello che dovrebbe essere lo studio è un campo di battaglia, ma riesco ancora a non preoccuparmene. Ultimamente sto scoprendo che, non chiedendomi più la perfezione vivo meglio. E che bella scoperta. Non è però cosa così scontata. Se poi la si va a sommare con altre piccole svolte direi che questo mese che mal tollero ogni anno, è stato un mese piuttosto importante. E' stato il mese del "lasciare andare". Presente quel gesto dove, alzi le mani e le apri? magari stai forzandoti di trattenere qualcosa e poi tac, molli la presa. Lasci andare e alzi le mani. E non è un gesto così semplice. Lo fai quando le braccia cominciano a farti male e senti che la presa scivola. Oppure lo fa con quel gesto veloce per toglierti dall'insofferenza. Un po' come quando lascio cadere l'ombrello, per dire.
Sempre mal tollerati gli ombrelli.
In questo mese ho lasciato andare persone. I rapporti si alimentano in due. E mi sono stancata di investire sempre per entrambi. C è chi mi ha stupita non solo restando, ma dichiarando a modo proprio la sua stima. C è chi si è semplicemente dissolta come nebbia. E non mi ha lasciato né rimorsi né rimpianti. Anzi.
E alla fine, è una sensazione strana, ancora mi fermo ad ascoltarla per cercare di capirla meglio.
E' come aver fatto pace con la propria pelle. 

1 commento:

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