giovedì 17 novembre 2016

The Family Man

E' uno di quei film che fa Natale. Di quelli che si ripromettono di creare quell'atmosfera magica che ogni anno vado cercando, e spesso non trovo. Ma questo film mi piace. Perché sì, è la classica commedia, Nicolas Cage è bello e fascinoso, e l happy end è assicurato. Ma non solo. 
Ci sono piccole perle che nell'economia del film potrebbero suonare a vuoto ad un occhio distratto, tipo quando, in una delle sue sembianze, l Angelo (se vogliamo vederlo così) prende le sembianze del commesso di un negozio di alimentari, e volutamente sbaglia a dare il resto ad una ragazzina, che per una coca da un dollaro, si vede dare 9 dollari di resto. E la ragazzina incassa, tace ed esce dal negozio. E l'Angelo dice "ma tu guarda... sporcarsi la coscienza per cosa? per 9 dollari". Questa è una scena che mi ritorna spesso alla mente, quando devo decidere cosa fare. Uno può anche non credere agli angeli, alla coscienza, ma credo di ci sia sempre un momento in cui una persona si mette davanti allo specchio e debba trovarsi faccia a faccia con se stesso. 
Stamattina non ero allo specchio, ma al telefono. E dovevo decidere cosa fare. E ho deciso di pensare solo al mio "tornaconto". Ossia alla possibilità di guardarmi negli occhi senza ombre e poter dormire serena di notte, crisi della Melli a parte. Ho scelto di stare dalla parte dell'onestà e questo sicuramente non incrementerà il mio conto in banca. Ma vi dirò... non me ne frega un accidenti. 

venerdì 11 novembre 2016

ciance sparse...

Le cose che non posso controllare mi creano problemi di equilibrio. Dipendere dalle azioni altrui, per qualsivoglia motivo mi crea sempre ansia e apprensione. 
Tipo quando devo prendere un treno e devo aspettare chi mi accompagni. O, come in questi giorni, attendo la risoluzione di una pratica da parte della mia assicurazione. Pratica che non arriva, che dovrei avere già da 10 gg ma vai tu a capire il perché e il per come. E aspetti. E non dipende da te. Ecco. Delegare e dipendere dalle azioni altrui è una cosa che non sopporto. Lo mal tollero un po' in tutti i settori a dirla tutta. E' destabilizzante. E la cosa peggiore è che tutto in me ne risente, è una di quelle poche cose capaci di farmi incazzare così tanto al punto di farmi salire la febbre. Nemmeno quando ho scoperto il mio ex con un'altra ho reagito così male. 
Ma. Sarà che sono fatta storta. Sarà che sto invecchiando? "Andrà tutto bene" mi dice l'Ing. e io sto cercando di credergli fermamente. Spero abbia ragione. 

martedì 8 novembre 2016

Ciao Puffetta...

Sono gli ultimi giorni che passiamo insieme. E benché tu alla fine non sia altro che un "mezzo" in qualche modo mi dispiace. Che poi alla fine, l'auto non è mai solo la cosa che ti permette di arrivare da A a B, è una sorta di raccoglitore di immagini e ricordi. Una sorta di hard disk, dove tra i tappetini e la polvere del cruscotto finiscono frammenti di pensieri partoriti nelle code in tangenziale. Spizzichi e bocconi di strofe di canzoni canticchiate con nostalgia, o cantate a squarciagola che tanto non ti sente nessuno, e lei, la Puffa certo non fa la spia. Discreta come un maggiordomo di vecchia scuola, hai assistito a mille e una telefonate, confidenze, lacrime soffocate che poi quando si apre lo sportello c è da sfoderare sorrisi che va bene così. Risate commosse o da crampi allo stomaco. Sei stata le mie gambe, quando le mie gambe da sole non erano abbastanza. Con te i miei viaggi andata e ritorno dal Piemonte, la pazzia di partire da sola direzione Gargano. Le strade tra gli olivi assonnati alle 5 del mattino, la pausa caffè in direzione Torino. Gli ultimi 5 anni che abbiamo condiviso sono stati più intensi e tersi di avvenimenti e cambiamenti, di quanto non sia stata mezza vita. Però il tuo contachilometri la dice lunga, tanto lunga, ed è giunto il momento di lasciarti andare. E ho capito che la cosa non ti piace molto, minacci di lasciarmi a piedi ogni volta che cerco di mettere in moto, hai spento un fanale, e non ti viene nemmeno più voglia di scaldarmi... però ti voglio bene lo stesso, e in un angolino di cuore, c è un parcheggio apposta per te. 

In un mare senza blu - Francesco Paolo Oreste

  Già lo scrissi, una volta, che Francesco Paolo Oreste scrive con lo stesso gioco di luci e di ombre con cui Caravaggio dipingeva le sue te...