giovedì 25 luglio 2013

Di cose frivole...

Sul lato destro della scrivania, fa bella mostra di sé il mio calendario di Parigi. Luglio mi regala una bella foto della Tour Eiffel illuminata al tramonto. 
E scusatemi se è poco. 
Se invece sposto lo sguardo poco più in basso, dove ci sono le caselline dei giorni, posso sorridere ai 4 gg lavorativi che ancora mancano per chiudere per ferie. Il 31 luglio alle 18 e 01, chiuderò a chiave la porta dell'ufficio, infilerò i miei occhiali nuovi, quelli di Holly Golightly e mi sentirò già in vacanza! Anche se ancora non ho deciso che sarà di me nel mese di agosto, anche del domani non ci sarà nessuna certezza, anche se. 
L'unica cosa che mi riesce di vedere in prospettiva e con molta chiarezza nel mio futuro, è un nuovo paio di infradito, (ogni estate ha i suoi riti, ovviamente) preso con l'occasione dei saldi e che per favore non costino più di 8 euro. Il resto è improvvisazione. 
Questa è la prima estate in casina nuova, e a parte i giorni di Pasqua gaiamente condivisi con il sig. Thunder e Signora (grazie ai quali le librerie sono giunte in posizione) non ho avuto tanti giorni per godermela davvero, per apportarle quelle che, in teatro, chiamano le leccatine. Ossia le finiture da "precisetti" per capirsi. E così ci saranno giorni in cui mi dedicherò a lei: a Villa Merlina, e di conseguenza anche a me stessa. (oh yea). 
Da quando è iniziata questa impresa, ho avuto il privilegio di conoscere di persona anche Patty, che lei di impresa ne ha intrapresa una ben più grande e con grande coraggio. Mi piace seguirla in questo "viaggio" perché c'ero quando lo preparava, quando lo vedeva come un sogno e cercava con grande ostinazione di tramutarlo in realtà, mi piace leggerla e mi piace prendere spunto dalla sua esperienza per fare mie certe idee, certi pensieri. Anche nelle piccole cose. (Lo so, sto descrivendo per sommi capi, ma spero così di farvi nascere la curiosità che vi porti a leggerla).
Così, mente L. La Gnocca mi raccontava che di ritorno dalla Croazia in Slovenia è stata fermata alla dogata e le hanno rivoltato la borsa come un calzino, perquisendo ogni singola taschina anche del portafogli, pensavo che se dovesse capitare a me, ci passerei l'intera vacanza in dogana, che la mia borsa ma anche il mio portafogli è un bagaglio a mano di ampio spessore. 
E stamattina mi chiedevo il perché. 
E' lo stesso quesito che vale per la casa. Si va in accumulo di tante, tantissime cose di cui non ci facciamo assolutamente nulla. Perché? Ho, come quasi tutte le donne credo, un mondo in borsa, dai fazzoletti di carta alle pastiglie per il mal di testa, agli assorbenti, il deodorante, l agenda, la penna, la custodia per gli occhiali.... manca il set per il cucito e il ricamo e poi direi che siamo apposto... e nel portafogli? nel portafogli l unica cosa che non c è sono i soldi, per il resto anche qui il superfluo è dilagante. Con il solo rischio che se me lo rubano perdo una foto di mio Padre a cui sono molto legata e la tessera della Feltrinelli, dell Agip, del supermercato... ecc ecc ecc... Ma ho davvero bisogno di tutta sta roba? 
Non sarebbe meglio fare come lor signori che tengono il portafogli nella sola tasca posteriore dei jeans e bon, apposto così? e camminare leggere per le strade del mondo senza slogarsi necessariamente una spalla?
Ecco... mi sto pregustando un agosto fatto di alleggerimento... non solo di pensieri... ma anche di tasche... 

giovedì 18 luglio 2013

tutto ciò mi perplime...

Dottore: Le dirò... Per ciò che ha subito questa gamba, e per quello che ancora c'ha, e mi riferisco alla notevole ferramenta che si porta appresso, io non mi stupisco quando mi dice di avere dei giorni in cui il dolore raggiunge dei picchi molto alti. 
Mi stupisco quando lei mi dice di avere giorni in cui non ha male affatto... 

SyS. ...




On Air: Metallica  - Nothing Else Matters  (che poi la canzone c entra una mazza ma la sto ascoltando adesso e mi piace...)

martedì 16 luglio 2013

mumble mumble...

L'unica cosa con cui sto litigando in questo periodo è la scrittura. 
Non mi viene. 
Non mi viene proprio. O meglio, mi viene ma in altri contesti, più piccoli più protetti. Tipo una lettera che ha incrociato solo due occhi. Ma niente di più. 
Ieri in pausa pranzo sono fuggita dall'ufficio e me ne sono entrata alla Feltrinelli. Adoro il profumo di carta che c è lì dentro. E poi, sono già arrivati i nuovi diari. Oddio... passano gli anni e io ho ancora la sindrome del diario nuovo. Non posso farne a meno, li prendo e ci caccio dentro il naso. Guardo se sono a righe o a quadretti, questo ha troppo poco spazio per scriverci, quello ha troppe foto e troppa pubblicità... questo sarebbe perfetto. Da qualche anno a settembre mi regalavo sempre un quaderno nuovo, con la copertina rigida dove poter riversare tutti i miei pochi e confusi pensieri. Ogni anno partivo con regolarità, e arrivo a metà... e poi bon... arenata come un otaria.
Ieri, passando tra gli scaffali pensavo che forse dovrei smettere di far male ai fogli. Decidermi, nell'ottica dello zen e l arte del risparmio, di smettere di spendere soldi in quaderni, quadernini e oni  con copertine rigide e disegni eleganti, e lasciare nella capoccia i pensieri imperfetti, che tanto restano quel che sono. Imperfetti e confusi. Mi sono chiesta anche quante volte mi sia voltata indietro a leggere le pagine passate. Quasi mai. E solo per ribadirmi il concetto di quanto io sia stata cretina alle volte, quante volte io abbia scritto la tipica frase "da domani a dieta!" e quante volte abbia fatto un elenco di buoni propositi... 
C'è stato un momento in cui ho anche pensato che i miei buoni propositi siano andati a farsi benedire solo perché soffocati e sommersi dalla mia innegabile pigrizia. In realtà, sono dell'idea che ci sia anche una componente di scelta. Più o meno consapevole, ma di scelta. 
Riflettevo infatti su quanta gioia mi abbia dato il mio nipotone nel dirmi che si iscrive all'università a scienze infermieristiche. Vuole fare la differenza. Vuole essere quell'infermiere che, quando arriva in turno, fa sorridere i pazienti. Personalmente negli ultimi anni di ospedali ne ho visti, e devo dire che è cosa davvero rara. Sentendo il suo entusiasmo mi è venuta una punta di nostalgia, per quando presi in mano il mio libretto universitario, e quanto ero felice di aver raggiunto quell'obiettivo. Ogni tanto mi capita ancora di pensare "ma se...". Ieri invece, riflettevo sul fatto che se avessi creduto davvero in questa cosa, a settembre dell'anno scorso avrei messo questa scelta al primo posto. In realtà ho investito tutte le mie energie nel progetto della casa nuova. Ho definito istintivamente la mia priorità. Quindi, alle volte, non è che si abbandonino certi sogni perché non ci si crede abbastanza o per pigrizia. Forse ci sono momenti della propria vita in cui le proprie priorità si rivedono. Certi sogni non finiscono in fondo al cassetto a prendere polvere, ma trovano una loro collocazione diversa, come i ricordi di un bel viaggio, come una tazza di Parigi che diventa porta penne, perché ci sono le prospettive di altri viaggi. Ci sono altre destinazioni che attraggono la nostra attenzione e su cui vale la pena di investire.  
Per fortuna la mia pausa pranzo solitamente è di un ora scarsa... 


venerdì 12 luglio 2013

è la vecchiaia che avanza...

è ufficiale. 
sono antica. 
e fuori moda. 
me ne accorgo ogni giorno che passa di più. mi accordo che guardo ancora con sospetto i grandi cambiamenti di abitudine. che ho un modo retrogrado di approcciarmi a certe situazioni. praticamente sono jurassica davvero, (come direbbe Elia tra dieci anni... ma questa è un altra storia...). 
fatto sta che, contrariamente a quanto previsto, io stia cercando un posto dove andare in vacanza. all'inizio avevo optato per l acquisto di una tinozza da porre davanti al divano, ove avrei posto un telo mare (che il divano nuovo nun s ha da rovinare perlamoredizeus) e avrei passato il mese di agosto a casina nuova con i piedini in ammollo. ma quando io dico che la vita ha più fantasia di noi, ci credo. ed eccola che ci mette lo zampino e così, Syssa dovrebbe partire per una settimana al mare. e scatta la ricerca del posto ove ritemprare corpo e spirito. sul dove mantengo il riserbo, sia mai che mi si venga a paparazzare. fatto sta che le mie pause pranzo e la pausa caffè vengono investite in ricerca su google per posto, hotel, categoria con piscina o senza fronte mare o no... praticamente mimo la pubblicità della trivago. sito con cui per altro non ho grande dimestichezza. 
ecco. il nocciolo è questo. 
mi va benissimo cercarmi l offerta in rete. ma poi perché non posso parlare direttamente con l hotel scelto? perché devo passare per un centro di prenotazione? "ai miei tempi" trovavo l hotel. con un numero di telefono. parlavo con il Gigi, quello che sta alla reception dal '84 e gli dicevo giorni e servizi richiesti, lui mi dava gli estremi per un anticipo "ma se lei è la figlia della signora che conosce il sig. tizio allora non serve... ci vediamo quando arrivaaaaaa" e tac! prenotazione fatta! addirittura al b&b dove vado di solito quando torno nella mia seconda casa, dopo un paio di mail la proprietaria mi scrisse "ho capito che sei una brava ragazza... non serve anticipo ci vediamo quando arrivi" e siamo diventate amiche. 
oggi saltello tra un click e l altro, e vado per interpretazione "prenotazione gratuita e nessuna carta di credito"... ok... bene... procedo alla prenotazione... "inserisci la carta di credito... è solo ai fini di garanzia... l importo verrà prelevato solo qualora non si presentasse al check in alla data fissata... N.B. l albero però si riserva di poter prelevare l intero importo del soggiorno al momento della conferma della prenotazione qualora lo ritenga necessario". Ma allora... è solo per garanzia o no? prelevi o non prelevi? e se io non avessi la carta di credito? ti mando una mail? eccerto... ma mica lo so quando ti rispondo... e questa è un offerta che va a rubaaaa!!! ma io ho la carta di credito in carta riciclata del wwf... va bene uguale? ma un anticipo mezzo bonifico no? saldo alla fine della vacanza? ma perché devo fidarmi ciecamente di te? io non ti conosco, non so chi sei, so che potresti cancellare con un gesto tutti gli euri miei... 
Gigiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii.... 


martedì 9 luglio 2013

Pensavo...

















Ci sono persone magnifiche su questa terra, che se ne vanno in giro travestite da normali esseri umani.
( da Pomodori verdi fritti)


(... a te)

venerdì 5 luglio 2013

poche idee e pure...

SyS: buongiorno agenzia7nani... 
Utonto: ah... bOngiorno... cercavo Pisolo... ma mi risponde lei... come ze che funsiona?
SyS: il collega non c è, è in ferie rientra settimana prossima, e ha attivato il trasferimento di chiamata. Posso esserle comunque utile?
Utonto: ah... ho ordinato delle lampadine... e... cosssì... chiamavo per... lei sa Gnente?
SyS: no detto così no... gentilmente, lampadine di che marca?
Utonto: ah... no mi no me ricordo...
SyS: eh... trattiamo più marche... ha un codice, magari un appunto del collega?
Utonto: ah... no savaria.... go anca cambià e braghe da quel giorno...(trad. ah... non saprei, ho anche cambiato pantaloni da quel giorno)
SyS: e meno male... ma, l'ordine, presso quale grossista le ha fatto?
Utonto: eh... ah ricordarse... so miga dirghe... 
SyS: ehm... capisco, ma... mi scusi... ma quindi cosa voleva sapere?
Utonto: sa dirmi se ze arrivate?
SyS: 

giovedì 4 luglio 2013

Ho fatto 15!

Portavo ancora la saloppettes di jeans e di tanto in tanto mi facevo le trecce. Avevo i capelli così lunghi da coprirmi quasi tutta la schiena e giravo con una borsa di cuoio a tracolla. Mi spostavo in bici per il quartiere, con una vecchia panda scassata per la città, andavo all'università con il bus e ogni volta lo facevo attraversando il mercato nella piazza dell'Orologio, scrivevo pezzetti di poesie seduta sui gradini del Liviano e sognavo di girare l'Italia in treno con lo zaino in spalla e macchina fotografica alla mano. Leggevo Pavese in continuazione come fosse una droga e, per mantenermi agli studi, facevo 2 lavori. 
Un giorno mia madre viene a casa e mi dice "sai, ho visto Andrea, la sua gatta ha avuto tre micini, gli stavano in una mano... ho pensato a te". 
Avevo quasi 22 anni e da almeno 20 rompevo l anima che volevo un gatto. Forse era giunto il momento. Così vado a trovare Andrea e su un divano vedo tre scricciolini pelosi che a malapena si reggono in piedi. Avevo quasi paura di toccarli perché pensavo si potessero "rompere". "Scegli quello che vuoi" mi dice Andrea. Li accarezzo tutti e tre, due si allontanano dopo un po' e si rotolano tra di loro, una pallina di pelo resta. Strofina il naso sulle mie dita e mi fa delle fusa così leggere che si fatica quasi a sentirle. Mi ha scelto lei, alla fine. 
Quando l ho portata a casa mi stava dentro la camicia in jeans. Tremava come una foglia e si infilava in ogni angolo di casa. Avevo l ansia di perderla, l ansia che le succedesse qualcosa. Paura che quello scricciolino che dipendeva da me potesse soffrire a causa mia. E invece... 
E invece sono passati 15 anni, 7 traslochi, 5 case diverse e una marea di esperienze. Come si fa a ricordare tutto? 15 anni sono una vita, 5475 giorni condivisi nella gioia e nel dolore. In salute e in malattia, visto che ogni qual volta che sono stata male lei è sempre stata lì a vegliare su di  me. Con così tanta empatia e amore da soffrire quasi a morirne nei giorni in cui sono stata in ospedale. Ma lei è sempre rimasta con me. A condividere ogni conquista e ogni "ricomincio da capo". Ammicca quando rido e viene a strusciare il naso contro il mio viso quando piango. 
15 anni di fusa, di chiacchiere tra me e lei, di vomitini alle 4 del mattino e di pelo sulla roba da stirare. Dicono che nell armadio di ogni donna non debba mai mancare un abito total black. Io da 15 anni non ne ho più. Ho solo abiti total cat. Chi conosce me sa di lei. è come se le nostre identità fossero diventate così affini da essere mescolate. Non puoi considerare me se non consideri che lei è parte della mia vita. Imprescindibile. Il pacchetto è solo completo. Mi sopporta da più tempo lei di qualsivoglia altro uomo abbia varcato la mia soglia!
E' regina indiscussa della casa, ogni scelta fatta tiene conto delle sue esigenze e del suo modo di essere. E chi non capisce che non è questione di "umanizzare troppo un gatto" ma di amare sconsideratamente una creatura meravigliosa dotata di anima, ha ancora molto da imparare. 
Buon Compleanno Merlina. Come ti ho detto stamattina pastrafugnandoti allo sfinimento, finché ribellandoti mi hai morso il naso, sei il mio Amore Peloso e bellissimo, e ti auguro di sopportarmi per altri tanti, tantissimi compleanni. 

In un mare senza blu - Francesco Paolo Oreste

  Già lo scrissi, una volta, che Francesco Paolo Oreste scrive con lo stesso gioco di luci e di ombre con cui Caravaggio dipingeva le sue te...