Si dice che ogni 7 anni si cambino gusti.
A me ce ne sono voluti quasi 30 per apprezzare il risotto, e ancora adesso ho oggettive perplessità in merito.
Non credo ci siano scadenze precise per i cambiamenti. Una persona la sente dentro: l inversione di rotta, il cambio di direzione e di vento. Alza gli occhi annusa l aria e si ritrova a dare un aggiustata alle vele. Alle volte si punta verso il largo, verso un orizzonte che, benché sottile, nasconde sicuramente un approdo per ora sconosciuto.
Gettare uno sguardo indietro, al porto che ci si lascia alle spalle dà una leggera sensazione di ansia. Ma poca. Si lascia qualcosa che si conosce. Qualcosa che ci fa sentire al sicuro. Puntando all'orizzonte e non avendo ancora davanti agli occhi l'arrivo non puoi non avere un poco di timore. Non aumentare la concentrazione, perché si sa, il vento soprattutto per mare non segue sempre le regole. Un cielo limpido si annuvola con una velocità che la città non conosce. E devi essere pronto. Ma dall'altra parte c è l euforia del viaggio a farti stringere gli occhi dietro gli occhiali da sole e sorridere tra te e te. E' il Viaggio. E' il mettersi alla prova con l'idea che dall'altra parte ci si arriverà. Forse non facilmente, ma ci si arriverà. Garantito. Si hanno le carte in regola, non c è motivo per non farcela. Dovremmo essere i primi a ricordarcelo.
Non credo poi sia tanto diverso nella vita di tutti i giorni. Non si cambiano gusti sistematicamente ogni 7 anni. Si cambia quando si sente il bisogno di cambiare. Quando qualcosa o qualcuno ci fa scattare una molla dentro, come un interruttore. E allora senti, non decidi, senti che la strada diversa chiama. Il richiamo verso quell'orizzonte non è sicuramente irresistibile come il canto delle sirene. Più semplicemente si sembra la cosa più giusta da fare. Puoi pure navigare un po' a vista se lo reputi necessario, finché prendi confidenza con il viaggio e la nuova situazione, ma poi devi deciderti a puntare al largo.
E' cambiata la prospettiva. E' cambiato il modo di muoversi e lo spazio in cui mi vado muovendo. E' cambiato in qualche modo il mio guardare a certe cose. Il mio volere certe cose. Perché comincio a volere certe cose, ma soprattutto a sapere cosa voglio e cosa no.
Quando andavo per mare, il mio posto preferito era a prua. Mi sedevo quasi sopra l àncora, con le gambe a penzoloni verso il mare. Mi piaceva guardare la linea di carena tagliare l'acqua e gli spruzzi che si dividevano. Mi piaceva sentirmi salire con l onda o scendere immediatamente dopo, come fosse un altalena. Ma ho la sensazione che quel tempo sia passato, non dico che non possa sedermi lì di tanto in tanto, ma non lo sento più il mio posto.
Preferisco stare al timone.
Sono pronta.