È
mattino. Oltre i vetri, un tiepido sole dicembrino preannuncia una
bella giornata. Ti alzi con il pensiero del tuo manoscritto che ti
attende, ti sei data giusto un mese di tempo per la necessaria
revisione. Niente di più facile. Accendi il pc e, finché si avvia, ti
prepari il tè caldo, così da poter appoggiare la mug fumante alla destra
del pc (a sinistra hai il mouse), che fa tanto scrittrice. (Ti hanno
insegnato che visualizzare è
fondamentale). Apri il file, e le 90 pagine dattiloscritte sono lì, ad
attendere solo che tu possa integrare quello che sarà la "rivelazione
letteraria del 2018" (se devo visualizzare, lo faccio bene, no?). On
Air: Ludovico Einaudi.
Ti siedi, e le dita scorrono leste, a ritmo
dei tuoi pensieri e della tua ispirazione, quasi fosse una folgorazione
mistica, insegui le immagini e le descrizioni di cui il tuo testo ha
bisogno. E li senti, i tuoi personaggi, dietro le tue spalle, un po'
tristi perché ad ogni parola si avvicina il momento di lasciarli andare
al loro destino, ma felici, per essere parte di un progetto che si è
compiuto. Ed è lì, sull'ultimo punto, che la soddisfazione si mescola
alla commozione. Poco prima, della parola fine.
È mattino, sì c è il sole ma fa un freddo bubbo. I gatti hanno forzato
la porta chiusa e sono piombati sul letto reclamando cibo come fossero
alla fame da almeno quindici giorni. Arranchi fino alla cucina, e ne
tempo in cui riesci ad infilarti la ciabatta, il resto del mondo ha già
preparato la moka, messo in tavola la colazione e fornito almeno tre
proposte valide di risoluzione alla questione palestinese. Vorresti
accendere il pc, ma prima devi trovarlo sotto la montagna di roba da
stirare, a proposito di stirare, ci sono almeno due lavatrici da mettere
su, e le vogliamo cambiare le lenzuola? Finalmente è ora di pranzo, e
ti fai una pasta al burro senza burro, dal momento che non ricordi
esattamente quando hai fatto la spesa l'ultima volta. Finalmente trovi
il pc e puoi procedere alla correzione di quei 268 "che-mi-gli-ti" usati
a cazzum. E, RaGattiiii.. scendete dallo stendino! Leooo! non puoi
appendere tuo fratello con le mollette alle orecchie! lascia stare Edo!
Mia, dai su alzati, che la mamma deve creare, produrre, scrivere la
rivelazione letteraria del... sì vabbè ciaone.