mercoledì 9 ottobre 2019

Il tallone di Achille - Massimo Tallone - Golem Edizioni

Ricorderò le giornate di primavera 2019 come le più intense della mia vita. Rapita in un turbine di emozioni, tra le presentazioni de La mossa del gatto e l'inaspettato, ottimo risultato ottenuto.
Soprattutto in termini di affetto da parte di lettori, qualcuno mi conosceva già e mi seguiva da quando ha scoperto che imbratto con le mie nevrosi queste pagine virtuali, altri conosciuti lungo il cammino proprio grazie alle avventure di Pablo e Cloe. Ho ancora difficoltà a crederci.
Nel mezzo di questo tango emozionale, la telefonata de #ilmioeditoreèdifferente, che mi chiede se voglio entrare a far parte di un progetto in via di sviluppo che coinvolge la Golem e Massimo Tallone. Credo che, per un'allieva, affiancare il proprio maestro in un lavoro sia una delle più grandi ambizioni. Ho accettato senza nemmeno dare il tempo a Giancarlo Caselli di finire la frase.
Così è iniziata un'estate fatta di mail, di racconti da leggere, di cose da imparare, di confabulazioni telefoniche con Massimo Tallone che non si è mai tirato indietro ad un mio grido di aiuto, o necessità di spiegazioni. 
Tanti i racconti pervenuti. Tanti gli autori, affermati o esordienti, che hanno voluto mettersi in gioco e tanta la creatività dimostrata. Molti i confronti per decidere la rosa dei prescelti da pubblicare. 
E alla fine, eccola qua. Ho il piacere, l'onore e il privilegio, di stringere tra le mani una delle prime copie stampate dell'antologia Il tallone di Achille. 
Quindici racconti noir, una raccolta di visioni diverse e distinte delle fragilità umane che portano a crimini più o meno efferati. 
Non solo.
Massimo ha scritto, oltre al racconto di chiusura, anche la prefazione: una vera e propria guida per chi vuole cimentarsi a scrivere un racconto noir, e la postfazione dove analizza proprio come le debolezze possano indurre un individuo a varcare il confine del male. 
Insomma, ho mille motivi per ritenermi non solo contenta, ma orgogliosa di aver assistito e partecipato, fin dall'inzio, alla nascita di questo libro che promette di aver molto da dire. E avete la mia parola che mantiene egregiamente la promessa.

Una confidenza autocelebrativa, me la concedete? 
Mi sono quasi commossa il giorno in cui ho spedito a Massimo il mio racconto, e solo dopo una manciata di minuti, mi è arrivata la telefonata del maestro che al mio "pronto" ha risposto con: "Accidenti che bomba! Questo aprirà le danze." 
E son soddisfazioni.


L'uscita ufficiale è prevista per il 17 ottobre, ma la potete acquistare in anteprima QUI

martedì 1 ottobre 2019

Tu chiamale se vuoi emozioni...

Nel post precedente parlavo delle amiche che confabulano alle tue spalle quando vogliono organizzarti una festa a sorpresa. Manco fossi strega e veggente, era quello che stavano facendo. 
Torino questa volta mi ha abbracciata attraverso il loro calore. Mi sono ritrovata per due giorni al centro dell'universo di persone che mi vogliono davvero tanto bene. E l'hanno dimostrato in tutti i modi.
Certo, non riuscendo a sostenermi quando mi sono spalmata a terra per un marciapiede non visto, ma raccogliendomi come un budino dall'asfalto, sì.
Due giorni di coccole, di abbracci pure immotivati, ma quando mai lo sono immotivati gli abbracci, di commozione, di regali, di treni presi da Genova apposta per me, di persone che hanno voluto incontrarmi e ascoltarci mentre presentavamo il libro che mi ha cambiato per molti versi la vita. Chi l'avrebbe mai detto che questi sarebbero stati i risultati, se ripenso a me stessa mentre ero lì che scrivevo nello studio, con la Melli prima a dormirmi vicina, e i tre pestiferi poi, da togliere dalla tastiera.
Invece mi ha portato così tanto. Un bagaglio emotivo di cui non riesco nemmeno a vedere i confini.
E soddisfazioni, tante.
Anche un premio. 
Domenica mattina sono partita con la Minnie e fatti questi 507 km, sono arrivata a Montefiore per ritirare il quinto premio categoria A: romanzi editi.
Salire sul palco e avere il nodo in gola è stato un tutt'uno. Riporto qui le parole che sono riuscita a boffonchiare, imponendomi di non piangere davanti al teatro gremito, e dai che mi è andata già meglio di quando ho stretto la mano ad Alberto Angela. 
"Ringrazio la Giuria, prima di tutto. Perché è il primo romanzo di un'esordiente, e quindi nulla è scontato. Ringrazio la Golem Edizioni nella persona di Giancarlo Caselli, perché ha creduto in questo romanzo fin dall'inzio. E ringrazio la mia famiglia, perché avere a che fare con qualcuno che scrive noir, non è sempre facile: alle volte chiamano e mi chiedono come sto, io rispondo "sto cercando di capire come far schiattare questa", mi rendo conto può essere disorientante". 
Risate del pubblico, sipario.
Grazie.

In un mare senza blu - Francesco Paolo Oreste

  Già lo scrissi, una volta, che Francesco Paolo Oreste scrive con lo stesso gioco di luci e di ombre con cui Caravaggio dipingeva le sue te...