martedì 19 novembre 2019

Polvere...

In questi giorni verrebbe voglia di tutto, meno che di aprire le finestre. 
Piove ininterrottamente da giorni, fa freddo, e in diverse zone d'Italia ci sono danni difficili da calcolare. 
Però spalancare le finestre è necessario. Ho avuto giorni di febbre, cambiare aria dà la sensazione di far uscire i respiri "malati". 
E ancora più bello spalancare le finestre della propria anima. Certo, per bisogna avercela pure, un'anima.
L'anima è come "il buongusto e il senso dell'umorismo. Tutti sono convinti di averne,  ma è materialmente impossibile che tutti ne abbiano".*
Ma se ce l'hai allora la devi trattare bene, anche se è stropicciata perché, malauguratamente, l'hai appoggiata nel posto sbagliato e qualcuno di distratto ci si è seduto sopra. Anche quando una cameriera sciatta l'ha presa per sbatterla a mo' di tappeto e l'ha lasciata fuori alle intemperie. In fin dei conti succede, di distratti e sciatte è pieno il mondo.
Non resta che correggere il tiro, andartela a riprendere e fare un attento lavoro di restauro. E se con il fai da te non sei proprio pratica, meglio rivolgersi a chi il restauratore lo sa far bene. Va a finire che ti sistema non solo l'anima, ma anche lo spirito, la voglia di fare, e pure il fisico va, così smetti di litigarci, finalmente. Mi si creda, ho finalmente capito che la felicità non è perdere dieci chili, rinnovare il guardaroba, se poi il volto resta arcigno. Meglio il vecchio jeans di sempre e un sorriso limpido, "la mia cellulite le mie nuove consapevolezze..."

Quindi, nonostante la pioggia, apro le finestre. Faccio entrare aria fresca, cambio le lenzuola, metto in ordine libri e idee.
Ho dovuto cambiare le lenti degli occhiali, e anche se la cosa non è stata indolore anzi, ora vedo le cose più chiaramente. Gli occhi all'inizio non volevano crederci, si sono opposti e hanno bruciato per giorni. Ma ora mi godo una visione più lunga, e decisamente più nitida. 
Faccio progetti. 
Ambiziosi, limpidi, e grandi. Anche più grandi di me. C'è un giro di vocali sul mio telefono da mettere a rischio la capacità di memoria, ma è così che succede quando menti brillanti, in fermento, si incrociano e si confrontano. Ed è uno spasso.
Mi metto i tacchi e vado a pranzo in buona compagnia, e poi spettegolo con le amiche come solo le quindicenni fanno.
Insomma, nonostante la pioggia incessante di questi giorni, se mi perdo a guardar fuori dalla finestra, mi scopro a sorridere. Perché se è vero che non può piovere per sempre, è altrettanto vero che quando le pozzanghere incombono ci sono tante cose che si possono fare.
Ad esempio saltarci dentro a pié pari come si faceva da bambini, fregandonsene di schizzare tutto intorno, e poi ridendo, salire di almeno cinque gradini. 

*Harry ti presento Sally
On Air: Polvere - Enrico Ruggeri


In un mare senza blu - Francesco Paolo Oreste

  Già lo scrissi, una volta, che Francesco Paolo Oreste scrive con lo stesso gioco di luci e di ombre con cui Caravaggio dipingeva le sue te...