martedì 17 dicembre 2013

Fate i buoni...


Poche idee e pure confuse. 
Passo giornate trotterellando tra il lavoro e Morgana che deve ancora sciropparsi punture di antibiotico e l orecchio non è ancora guarito bene. Porella, gira ancora per casa con il collare a cono e ogni volta che mi vede (e sa che vedermi significa puntura e gocce nelle orecchie) si ingatta come una iena. 
Trovandomi alla soglia di uno dei miei giri di boa annuali, devo dire di essere decisamente più serena che a settembre. Sono cambiate tante cose, o forse ne è cambiata una sola, il mio modo di vedere e vivere certe cose e, a volerla dire tutta, sto vivendo decisamente meglio dei mesi addietro. Riesco ancora a gioire e stupirmi per cose inaspettate (come l orsetto bianco di peluche che mi è arrivato stamattina con un sacchettino di cioccolatini Venchi) e restare quasi indifferente davanti alla stronzaggine acuta di certi elementi. 
Trovandomi in situazioni che hanno messo alla prova non solo i miei nervi, ma anche il mio concetto di autostima, mi sono scoperta a non incappare nel solito giro tortuoso del tipo "ecco vedi... sono inadatta a questo tipo di compagnia, non sono all'altezza..." bensì sono riuscita (e c ho impiegato solo 37 anni...) a pensare "beh... se questa è la gente che piace, sono fiera e felice di non essere così popolare".
Alla fine, sull'onda di questa ritrovata energia, ho prenotato anche il famoso treno. Mi regalo tre giorni prima di Natale, così da prepararmi psicologicamente ad affrontare il pranzo con i parenti.
Che altro? 
Mah... ho davvero poche idee e pure confuse. E visto che non so se riuscirò a metterle in un ordine sensato prima di partire, e di bloggare con il cellulare non se ne parla, colgo al volo l occasione per fare gli auguri di un Sereno e Pacifico Natale a chi passa di qui. Vi auguro di circondarvi quanto più possibile delle persone che amate e che vi amano. Di stare bene e rallentare il ritmo, che di correre, diciamocelo, non se ne può più. Vi auguro di ridere e sorridere, che ridere e sorridere fa bene al cuore e al sistema immunitario. 
E se poi vi capita di vincere pure la lotteria, tanto meglio! In bocca al lupo a tutti, e sempre viva il lupo! 

lunedì 9 dicembre 2013

La sintesi non mi appartiene... (e francamente me ne frego)

Ho iniziato la serata con un incontro ravvicinato con l'asfalto. 
Di nuovo. 
Probabilmente ho cercato un movimento repentino, ed è chiaro che io e "repentino" non siamo fatti per stare insieme nella stessa frase. Le dinamiche sono ancora in corso di accertamento, ma il fatto reale e concreto è il mio ruzzolare sull'asfalto con tanto di colpo al ginocchio Gigio che oggi, in prossimità delle placche, si tinge di un blu cobalto molto glamour. 
Ma, i grandi maestri Zen da Confucio, passando per Gandhi fino alla prozia Fedora, insegnano che dopo ogni caduta ci si rialza più forte. E così è stato. Forse era un modo che l'Universo ha usato per dirmi "hai voglia di andare a pattinare sul ghiaccio? bene... vai! che se zompi per terra il titanio regge. l'osso non sappiamo, ma il titanio regge".
Dopo la rappresentazione scenica della valanga veneta sono stata al cinema. E poi al Mac. Me ne sono tornata a casa con un bagaglio di considerazioni da fare e osservazioni da intascare. 
Due domande sono state poste ai commensali: "Quali sono le cose che per te sono importanti?" e "Cosa cerchi in uomo?". Oh belle. Ho cercato per quanto possibile di rispondere alla prima delle due. Ma ho avuto mozione di sfiducia in quanto "non ho il dono della sintesi". 
Dono complicato se sei costretto a riprendere il filo 4 volte a causa di sei interruzioni... Alla seconda ho risposto con un aggettivo: NORMALE. e qui ho avuto mozione di sfiducia per eccesso di sintesi. (ed eccesso di banalità evidentemente...)
Ora, visto che qui sono a casa mia, e che se v annoiate, avete la possibilità di cliccare su quella crocetta rossa in alto, ho deciso che rispondere a modo mio. 
Le cose per me importanti sono riassumibili in una sola. Chiamateli Affetti, chiamatelo Amore, chiamatelo come volete. Amo la mia famiglia di origine più di qualsiasi altra cosa al mondo. Nutro il desiderio di averne una mia, lo nutro, lo coltivo, lo accarezzo e lo porto con me nel taschino più interno della borsa. Dell'Amore voglio tutto: la passione, il brivido, l incazzatura, il fare la pace, l incontro e lo scontro. Voglio la comunicazione, la condivisione, i regali a San Valentino, i cupidi e i post-it attaccati alla caffettiera. Voglio la volontà di non arrendersi, la capacità di provare a comprendersi, voglio il tanto disprezzato compromesso, perché significa venirsi incontro a metà strada. Voglio la solidarietà, l intimità, il difendersi e il rispettarsi reciprocamente, voglio l unione che fa la forza. Voglio anche i momenti difficili, quelli che ti mettono alla prova, perché la vita non è rose e fiori e cuoricini con il fru fru. Voglio l indipendenza sana, quella che non ti fa dire "io c ho da fare i cazzi miei, fottiti..." ma quella che deriva dalla consapevolezza che una coppia è l unione di due individui, e che come tali avranno punti di unione e punti di divisione, e il diritto di avere un proprio spazio esclusivo, senza necessariamente parlare di persone appiccicose come "cozze". Voglio un rapporto fatto di sostanza, di quelli che non trovano fondamentali le cose, gli accessori, la forma... Ogni uomo che incontriamo pare debba superare l'esame a pieni voti ad ogni uscita o è alla gogna. Non tanto importante il cosa si fa, ma il come lo si fa... la banalità è ben altra cosa.
Cosa cerco un uomo?
un pensiero quanto meno simile... con la diversità che ne deriva dal essere diverso il suo modo di vedere certe cose. una persona che abbia voglia di mettersi in gioco e ipotizzare, valutare l idea di abbozzare dei progetti... insomma... una persona... normale.
che dite? provo su ebay?

Ad ogni modo... se siete sopravvissuti fino a qui, vi regalo una chicca: questa è stata la colonna sonora del mio rientro a casa. Alzate la musica, fate vibrare le casse.

On Air: Layla - Eric Clapton





venerdì 6 dicembre 2013

mumble mumble...

Parlavo al telefono con un amico, un paio di sere fa. 
Dopo un excursus sulla condizione astrale del mio segno, diviso tra un Saturno che rema sempre contro, e un Giove che cerca suo malgrado di metterci na pezza, siamo finiti a discorrere sulla diversità di pensiero tra uomo e donna. 
Argomento sul quale sono stati scritti fior di trattati, enciclopedie infinite con dovizia di sinonimi e contrari, regole e corollari. 
E ancora non s è capito poco più di una mazza. 
I siori maschietti che ci dicono che siamo complicate, noi femminucce che rinfacciamo "ma tu non mi hai mai capita". Il più delle volte sembra di essere alla torre di Babele dei sentimenti. 
Eppure. 
Eppure basterebbe mettersi sì, con la voglia di comprendere e di lasciar respirare. E qui mi riferisco a noi fanciulle, che sì, siamo il sale della vita e il raggio di sole che illumina anche il cuore più tenebroso. Ma perdincibbacco, abbiamo una capacità di smerigliare i maroni (ops!) quando ci si mette di buzzo buono. 
Scena tipo: lui davanti alla tv il mercoledì di champions. lei che tricotta seduta accanto a lui. Ad un certo punto alza in naso dallo sferuzzare, lo guarda e gli chiede "a cosa pensi?" e lui (cadendo dal Del Piero e ricordandosi improvvisamente chi è dove è e con chi sta...) farfuglia un "niente". 
E possiamo stare sicuri che lei risponderà una cosa tipo "no... è impossibile... non puoi non pensare a nulla... ci sono problemi? cosa ti turba? starai mica ancora pensando a lei... la tipetta che in terza elementare ti metteva i pennarelli senza tappo dentro la cartella per attirare la tua attenzione!". Ecco. Noi generalmente siamo così (non tutte, per carità... io ad esempio non so tricottare...) ma in linea di massima lo zen e l arte della pura sega mentale è una cosa che ci appartiene. Ma la grande rivelazione è: lui, in quel momento non sta davvero pensando a niente... al limite nella pausa tra un tempo e l altro può focalizzarsi sul fondo schiena della moglie di Buffon, ma generalmente se guarda la partita, un uomo guarda la partita. 
Siamo noi donne che, mentre stiamo salando la pasta, riusciamo a pensare di dover mettere su la lavatrice, fare la spesa, portare fuori il cane, andare dalla Piera che ha litigato con quello stronzo del Gianni che le ha messo le corna con la zoccola della commessa della videoteca, che lo si doveva immaginare, lo si capiva subito da come l ha guardato la prima volta mentre noleggiava la trilogia di Matrix che c avrebbe messo sopra le mani, sta stronza. E la povera Piera che è tornata da sua madre? che tra l altro soffre pure di sciatica, la madre eh... non la Piera... 
Non paghe c abbiamo sta cosa della sindrome da Candy Candy. Diciamocelo, favole - cartoni animati & Co. c hanno rovinato la vita. Però, preso atto della cosa, dovremmo riuscire a capirlo e andare oltre. Focalizzandoci su un paio di punti molto semplici:
1) se lui ci piace perché è un filo stronzo, di quelli che ci fa stare così... sulle spine... oggi c è domani non si sa.. e noi lì a struggerci con le mani sudaticce intorno al telefono aspettando che chiami... che poi quando chiama ci sentiamo le unte dal Signore, poi quando non chiama siamo sull orlo della crisi di nervi... l è inutile pensare che se la cosa diventa seria cambierà... Non  lo farà se non gli andrà di farlo, se questo è il suo carattere e ci siamo lessate per questo... questo ci si deve tenere. Se non ti va bene fai prima a cambiare uomo. 
2) il pensiero di un uomo è stupendamente lineare. se dice no è no. non è un no ma potrebbe essere che sì, se solo... quella è una nostra prerogativa (presente quando arriviamo davanti alla porta con quattro borse della spesa in mano e la posta tra i denti? lui ci guarda e ci dice "vuoi una mano?" se rispondiamo "no" lui capirà "no"  e tornerà a farsi gli affari suoi... non gli verrà da pensare che quel no significhi "ma secondo te? balengo della val di fassa, pensi sia il sogno della mia vita essere qui carica come un mulo mentre sei lì a giocare con quel x@@*# della playstation? la cavalleria è morta e a me resta il mulo...") 

Insomma... mi chiedevo... 
ma tutte ste storie che ci raccontiamo da secoli "l uomo è cacciatore... all uomo piace la donna misteriosa... bisogna farsi desiderare... vince chi fugge... se ha chiamato tu (eh monella... non si fa!!!) allora adesso deve chiamare lui" sono ancora vere?
e se invece il segreto invece  fosse "vince chi parla chiaro?" 

mercoledì 4 dicembre 2013

eh già...

oppure te ne accorgi e ti lascia così sorpresa e incredula che, nel tempo impiegato a dirti che forse sì, poteva essere, a cercare di focalizzare cosa ti risultasse così familiare da farti, per un attimo, abbassare le difese, arriva qualcun'altro e la prende a braccetto. 
portandotela via... 


In un mare senza blu - Francesco Paolo Oreste

  Già lo scrissi, una volta, che Francesco Paolo Oreste scrive con lo stesso gioco di luci e di ombre con cui Caravaggio dipingeva le sue te...