domenica 29 agosto 2021

Blog o Non blog...

 

Mah, son qui che rifletto. 
C'è stato un tempo in cui i blog hanno costruito un pezzettino di storia dei social. Un via vai continuo, l'incrociarsi di vite in rete e legami che si tessevano con la stessa velocità di una ragnatela. 
E, talvolta, con la stessa fragilità si interrompevano. 
Oggi la comunicazione è cambiata: qualcosa di più lungo dei 140 caratteri è già visto con una certa diffidenza, persino degli articoli di cronaca si tende a leggere i titoli immaginandone il testo. Con il solo risultato di non comprendere nulla, ma tant'è. 
Ad oggi il blog funziona ancora? Ha un senso tenerlo aperto? Se guardo alla mia attività di autrice, mah. Non saprei. Per gli stessi motivi di cui sopra, i miei post su facebook e su instagram sono relativamente brevi, a parte qualche eccezione. Correlati da immagini che possono attirare l'attenzione,  e se mi riesce con un paio di battute accattivanti. Quando ho scritto post più lunghi qui, rilanciandoli o meglio "condividendoli" nelle altre pagine, il numero di consensi era decisamente superiore agli accessi. Segno che, per quanto apprezzato il tentativo, non veniva letto. Quindi razionalmente dovrei dire di no, non ne vale la pena. 
E magari chiuderlo. 

La questione è che qui ci sono, in qualche modo, nove anni di vita. Raccontati, riassunti, accennati... nella buona e nella cattiva sorte. C'è tanto la mia crescita personale, questo blog ha visto i cambiamenti di stile, di vita, di scrittura e di pensiero, mi ha vista innamorata, abbandonata e rinata. Insomma. C'è troppo di me per lasciarlo andare così, con facilità. Nove anni sono tanti. 
E i "like" non sono tutto nella vita. 
Quindi, caro blog, mi sa che ti tengo. E se diventerà una sorta di monologo on line,  poco male. Chi ha detto non serva pure questo? 

A voi che passate di qui, lascio la porta aperta e qualche bibita nel frigo. Se volete accomodarvi sarà un piacere. 

Buona Vita. 
Sonia 

In un mare senza blu - Francesco Paolo Oreste

  Già lo scrissi, una volta, che Francesco Paolo Oreste scrive con lo stesso gioco di luci e di ombre con cui Caravaggio dipingeva le sue te...