mercoledì 31 ottobre 2012

Quasi venerdì...

E in effetti è un mercoledì che sa di venerdì. 
Perché domani niente ufficio, come se fosse sabato e venerdì sarà ancora come fosse sabato. 
C è elettricità nell'aria. lo si è capito dal messaggio de El Gatto alle 7 e mezzo diceva "è venerdìììììì" e come lo dice El Gatto ha il suo perché. 
C'è elettricità nell'aria e sarà anche colpa di tutto questo vento che c è fuori. Passa attraverso il capannone dell'acciaieria qui al lato e fischia che è un piacere, passa in mezzo ai polsini del giubbotto e, fa freddo cavolacci! 
Sono curiosa di passare sulla strada più alta domani mattina e vedere se ha nevicato sulle creste delle prealpi facendo assomigliare questa città all'altra mia città, già avvolta nel suo anfiteatro imbiancato da qualche giorno. 
E sarà un fine settimana di caccia grossa. Perché ho un negozio di vimini e bambù che aspetta solo me. E poi quel mobilificio che arreda la casa delle generazioni S. da tempo memore. Attendo con ansia che mi spieghino perché, nonostante si sia capaci di circumnavigare la Luna e tornare indietro, l'idea di mettere un lavello sotto la finestra, allungando uno scarico di un metro crei così tanti scompensi emotivi. Quindi si va a caccia di idee, così da dare concretezza ai pensieri che ormai tutte le immagini di google inerenti alla cucina le ho viste e imparate a memoria. In un flash ieri ho quasi pensato che il viola chiaro fosse un bel colore per la cucina. Mi sono subito distaccata dal video annegando il pensiero nel cappuccino della nescaffé.
Allora ci si darà da fare. Per impegnare questi quattro giorni cercando di vincere quel pensiero che mi è rimasto lì, incastrato nella farfallina dell'orecchino (il terzo dell'orecchio sinistro) ossia che solitamente in questi giorni mi prendo tempo spazio e un eurostar. E invece quest anno gira così, un po' diversamente e si tratta di temporeggiare. E mentre Elisa mi fa compagnia canticchiando tra queste righe, penso che ci sarà comunque modo di ridere, di sperimentare e  arrivare a lunedì in qualche modo con una marcia in più. Che non è sempre vero che i treni fuggono e non tornano mai. Alle volte le cose semplicemente seguono il loro corso e prendono delle pieghe in modo autonomo e aspettare alle volte non è un errore, che per stare vicini non è necessariamente indispensabile essere nella stessa stanza. Che cosa significa? boh non so precisamente ma mi girava per la testa e mi è venuto così.
Pensieri sparsi di un quasi venerdì. 

On Air: una canzone dedicata ai miei due Gianni e Pinotto preferiti: Cercando di Te - Pooh

martedì 30 ottobre 2012

Goodbye

E' ufficiale.
Denzel cambia casa.
Ho temporeggiato, l ho coccolato, gli ho fatto sgranchire le ruote intorno a casa, e gli ho fatto un pieno, così perché non sentisse il vuoto interiore poco prima che io tornassi sotto i ferri la seconda volta. Ma la decisione era nell'aria, lì sospesa e aggrappata dal silenzio di un discorso che non si ama affrontare. Tutti sanno che è lì ma si fa un po' finta di nulla, si parla d'altro, prima o poi si dirà pure quello ma intanto...
Intanto il tempo è passato, il suo motore canta come un fringuello e io dovevo decidermi, fare la mia scelta. Il passo l avevo fatto, senza troppa convinzione a dire il vero. Le sue foto erano reperibili in web, con tanto di annuncio e fiocchietti. Ma non è che il n. di telefono di riferimento fosse proprio acceso ogni singolo giorno. C'è sempre stata una sorta di speranza sottocutanea che la cosa finisse lì. C ho provato ma... evidentemente... E invece no. 
Dall'altro canto chi mi sta accanto non ha mai voluto forzare la mano. Sono decisioni mie e come tali vanno gestite, con i miei tempi e i miei modi. Ci vuole pazienza.
Alla fine un messaggio lanciato su Faccialibro e boh, rispondo, vada come vada e alla fine è andata. Denzel cambia targa, cambia casa e va.
Scelta completamente dettata dalla Ragione.
Perché se è vero che al Cuor non si comanda, alle volte gli si deve pur dire di stare anche zitto.
Che se no lui prende per la tangente e comincia a ragionare sul fatto che tutto sommato si può e si deve risalire in sella, che le paure sono fatte per essere affrontate e poteva essere comodo per arrivare alla fermata del tram nelle giornate di primavera...
Alla Ragione, nella sua arringa, le è bastato dire una parola sola: Famiglia. E in aula è sceso il silenzio.
Perché alla fine, so cosa ha provato la mia famiglia a passare settimane avanti e indietro per l ospedale e poi per il centro di fisio e vedermi star male e non poter fare nulla se non starmi vicino. So bene che accetterebbero anche la scelta di tornare in sella e ricominciare a girare su due ruote. Ma so altrettanto bene che vivrebbero con il patema ad ogni ritardo, che tenderebbero l orecchio per ogni singola sirena e questa non è vita. Non se la meritano e non sarò io a dargliela. 
Così è deciso, la Corte si ritira: Denzel avrà una targa nuova di zecca e andrà verso altre avventure.
Non senza una mia punta di malinconia quando lo verranno a prendere, ma ha altre strade da percorrere che non sono le mie. 
Alla fine, come insegna il buon caro vecchio D&R, gli oggetti sono solamente oggetti. 
Le cose importanti sono ben altre.

On Air: It's no easy to be me - Five For Fighting

venerdì 26 ottobre 2012

Le cose belle

Vi presento Gigio. 
Ossia il mio ginocchio, quello aromatizzato al titanio, per capirsi. E dall'immagine benché abbia scelto una misura piccina, si capisce che "aromatizzato" è un po' un eufemismo. 
Ve lo presento oggi perché si ridusse in coriandoli esattamente due anni fa, oggi. 
Più di qualcuno mi ha detto che non dovrei pensarci, ma non mi riesce di far finta di niente. Alcune immagini mi scorrevano davanti agli occhi stanotte quando cercavo di dormire e mi sembrava quasi di sentire l odore dell'asfalto. Una delle sensazioni più forti che abbia mai provato è stato quando un medico ha risposto al mio "ma quando posso tornare al lavoro?" con "Signorina, se lei tra sei mesi camminerà di nuovo sarà già tanto" e il mio girarmi verso mia mamma con la faccia di chi dice "dimmi che scherza... ti prego... dimmi che si sbaglia". 
Ma non Gigio per me non è solo questo. Con il passare del tempo che è vero guarisce gran parte delle ferite, posso dire con assoluta decisione che Gigio non è solo dolore baratro fatica disperazione (anche sì, in certi momenti) dispendio di energia morfina operazioni sedia a rotelle, discriminazioni e via dicendo. Ancora mi capita di stupirmi e capire che quello che ho superato è stato grave quando vedo la faccia dei medici che leggono il referto. Non sono uno psicologo (e forse se avrà voglia Bruno mi correggerà) ma forse questo significa che gran parte del trauma l ho superato. 
Gigio per me è anche "cose belle". Tante. 
Sono le ventiquattro ore di fusa ininterrotte della Melli quando sono tornata finalmente a casa. Sono le sere in macchina con il Fratellone Filosofo che mi accompagnava a fisioterapia e camminava al mio passo. E che mi abbracciava (pure!!!) quando dovevo salire le scale. Gigio è aver incontrato Laura, la vicina di letto diventata la grande Amica. E' Stefano, mio eroe mio salvatore, amico mio! Con la sua ciospa alla Simoncelli mi ha rimesso in piedi alla grande.
E' uscire di casa dopo mesi e risentire di  nuovo i profumi dell'aria, è accorgersi di aver perso due stagioni, è scoprire forza e tenacia dove si credeva non fossero di questo corpo. Gigio è saltellare a tempo di Viva la Vida dei Cold play quando finalmente ci si rialza in piedi in equilibrio. Gigio è non dare mai nulla per scontato e riuscire a guarda chi soffre oggi con un empatia più profonda. 
Gigio è aver incontrato Te, con il tuo carico di punti (anche tu) e la capacità di trasformare una notizia che pensavo brutta in una opportunità grandiosa con due giri di ragionamento. E' la tua mano mentre camminiamo e sono i mille e passa messaggi con un tifo da stadio. Gigio è ammirare insieme le Dolomiti in una mattina di agosto mentre aspetto di tornare in sala operatoria, è la tua voce mentre sono ancora sotto anestesia. E' il tuo chiamarmi Amore senza pensarci e dire "è un gran pasticcio". Sono i nostri giri in moto, perché tu mi hai fatto riprendere coraggio. Gigio è sognarmi di correre e di farlo bene senza paura. 
Gigio è la persona che sono oggi, arricchita da tutti questi momenti complicati e meravigliosi condivisi con Persone e Pelosa, che sono così vicine al mio cuore da esserne parte integrante. 
Tu mi dici che non c è nulla che valga una gamba sana. Credo che sia la seconda volta che mi trovo in disaccordo con te da che ti conosco.
Gigio è un sacco di cose belle, potendo tornare indietro cambierei qualcosa?
Ma proprio no!

On Air: Tra nuvole e lenzuola - Negramaro  (oggi una batteria carica come questa è un toccasana) 

mercoledì 24 ottobre 2012

Rivelazioni

Bene, 
ora che anche il Prof. Thunder è stato informato, posso dire ad alta voce che il prossimo cambiamento di considerevole entità consiste nell'abbandonare la Tana del Tasso e trasferirmi in un appartamento vero. Uno di quelli che ha le porte, per capirci. 
E non fate quella faccia. 
La Tana del Tasso ha una sola porta: quella del bagno ovviamente. Ma quella della camera da letto ad esempio non c è. E' in garage. 
La scelta fu obbligata e poco sofferta: libreria o porta? "questa stanza è troppo piccola per entrambe". 

Quindi è tutto deciso. Verso primavera sarò alle prese con scatoloni, carichi e scarichi e pennelli e ansia. Tanta ansia. 
Che sì, lo so, non dovrei. Credo anzi che il peggio sia passato. La fase delle capocciate contro lo stipite (orfano) della porta è passata. Quando tiri fuori il pallottoliere delle grandi occasioni, fai conti su conti, ragioni sui massimi e minimi sistemi, spacchi il capello in quattro e dividere l'atomo in comode rate mensili diventa una bazzecola, insomma, la fase del "faccio bene faccio male è andata". A essere sincera ho smerigliato molto di più i sentimenti altrui quando dovevo decidere se lanciarmi nell'acquisto o meno della Canon. Quella che sarà la mia futura dimora ha ampi spazi e luce discola che si infratta ovunque, entra da grandi finestre bianche e scivola lungo il legno delle camere da letto e arriva al ripostiglio. Sì, Siore e Siori, perché il ripostiglio c è ancora, ed è una manna dal cielo! Così come quei tre fili fuori dal terrazzo dove si possono mettere ad asciugare le lenzuola nelle mattine di primavera. Sono questi, ad oggi i tratti salienti della mia scelta. Anzi no, c è pure la passiflora. Dalla finestra della camera da letto si vede una casa diroccata (!!!) semi coperta dalla passiflora. 
Quando si dice il valore aggiunto. 
Adesso non mi resta che progettare la cucina, inventarmi di capire come funzionano le questioni degli scarichi Cose tipo:"ma come? il lavello sotto la finestra? eh, ma mica possono fare tanta strada o tante curve i tubi eh..." "e ho capito! ma è una cucina non il labirinto di Varsailles non si può tirare un tubo a un metro e mezzo?" 
Iniziano i giri di ricognizione tra mobilifici e affini, ho già fatto la carta family dell'Ikea e affrontate ampie discussioni su tenda doccia sì o tenda doccia no. 
E in tutto questo, or mi domando e chiedo: ma lo spugnato sul muro, sarà complesso da farsi? Mah... 

venerdì 19 ottobre 2012

Pausa

Pausa. 
Le mail da archiviare hanno raggiunto un numero preoccupante, il telefono squilla ma ho bisogno di prendere fiato e quindi
Pausa. 
Settimana ostica, complicata. 
Pensieri tanti, una folla. Spessi come giocatori di rugby che si cozzano addosso e si sbattono di qui e di lì come un canovaccio a scacciare le mosche. La febbre che sale e che scende al pari con lo stomaco che stanotte è andato a salutarsi le adenoidi e in quei momenti lo specchio mi rimanda facce ed espressioni che voi umani non potete immaginare. 
Stanchezza. 
Sono un emotiva, lo so. Lo dicono a mia madre dai tempi della terza elementare "è molto intelligente, si applica e studia molto, quella che la frega è l emotività". E' stato così fino alla maturità (scolastica) e mi sa che persevero e somatizzo. 
Somatizzo i cambiamenti, le prospettive di cambiamento perché i cambiamenti ci fanno perdere il controllo sulle situazioni. Quello che io amo tanto quello che cerco di tenere sempre imbrigliato e che mi fa sentire tanto al sicuro. 
Ma oggi chi è al sicuro? Tutto è precario a partire dal lavoro e c è da cambiare mentalità. Noi siamo cresciuti figli della generazione del "posto fisso" e ce l hanno tolto da sotto il naso. Forse la generazione di mio nipote che non sa cosa riuscivamo a fare con le dieci mila lire della domenica, vivrà il precariato come un dato di fatto. Ma noi ci troviamo smarriti e disarmati. E se io per il momento posso ritenermi ancora fortunata e tranquilla relativamente, una persona molto molto vicina al mio cuore non è così sicuro e a Natale potrebbe già trovarsi a fare i conti con un altro ostacolo da abbattere, o un opportunità da cogliere. Sono sicura che lui ha ormai maturato questa capacità di ribaltare la sorte, lo fa da quando aveva 16 anni. Ciò che mi rasserena un po' è stato potergli dire "se hai bisogno di aiuto, io ci sono" sapendo di poterlo fare senza nemmeno pensarci. 
Cosa che non posso dire all'altro Uomo che amo e che si trova in modo diverso nella stessa situazione. Non perché non voglia ma perché ci sono spazi che non mi appartengono. E allora quello che posso è stargli accanto, mettermi il nasino rosso da pagliaccio e regalargli sorrisi e risate quando si può. E credo mi riesca particolarmente bene. Anche rompergli l'anima con i mille dubbi su scelte pratiche e fondamentali nella vita come "bambù o ciliegio?" e sentire il suo sospiro rassegnato dall'altra parte del telefono e immaginare che faccia quella faccia lì che conosco fin troppo bene. 

Domani però parto. 
Arriverò in stazione che è ancora buio e prendere il treno prenotato 2 mesi fa e tanto atteso, mi aspettano sig. Thunder e Signora, e ore di rasserenanti chiacchierate. C è Chi dice che Thunder mi cazzierà di brutto perché la mia scrittura sembra andata in vacanza permanente, magari ha ragione, ma credo che quando gli spiegherò il motivo capirà pure lui. E poi intanto avremo modo di consumare la suola camminando su e giù per le sue strade, che ho da fare pratica con la nuova Bimba appena arrivata e che ancora fatica a svelarsi in tutte le sue funzioni. 
E poi... 
e poi sono quasi sicura che penserò ad un altro treno, ad un altra destinazione da cui manco da troppo tempo e che troppo mi manca. 
Come mi mancano le coordinate dei tuoi respiri e delle tue braccia in cui riesco ad abbandonarmi e non pensare a niente che non sia tu. Tu e la tua risata tu e il tuo modo di muoverti dentro al negozio di cioccolato, tu che mi scegli il calendario  e mi regali l agenda e mi strigli quando sbaglio il passo. Tu che quando mia madre dice "ma lui lo sa cosa vuoi fare?" rispondi "non è che lo so, ne ho il timore..." tu che comunque sia non smetti di esserci e di esserci per me. 
E se ancora guardo il calendario e non so quando arrivo, sono sicura che arriverò presto. 

(il ventolin è sempre in frigo... )

martedì 16 ottobre 2012

Somatizzo...


B:"Questo me lo deve fare subito. 
Verifichi.
Conteggi.
Riassuma.
Telefoni e Spedisca!
Ho detto subito. Non le do più di un quarto d ora di tempo per questa cosa eh... Si dia da fare". 
...
6 minuti dopo
SyS: "Fatto! Verificato i dati, conteggiato l ordine riassunto i dati, comunicato il recupero chiamato in azienda e spedito l ordine!!!" (pant pant..)
B: "Bene, e ha avvisato il Cliente?"
Sys: "Non mi ha detto di..."
B: "L'ha fatta troppo in fretta questa cosa. Troppo velocemente, eh lo sapevo che era meglio se m arrangiavo..."

giovedì 11 ottobre 2012

Doverose spiegazioni...

Settimana strana questa. 
Non che la precedente sia stata tanto meglio... ma pare che tutto ciò faccia parte della vita e quindi... 
Ma andiamo con ordine. 
Giovedì pomeriggio mi scrive un cliente: "Ciao S. ti ho inoltrato l ordine per la XXX via fax, me lo fai spedire insieme a quello dell'altro giorno. Grazie. 
Ps. ho visto che ti diletti con la scrittura in internet. Brava". 
Glom. 
Apro Google e scrivo "nome&cognome" e tac... ecco che esce il blog, esce il sito dell'ufficio, il profilo fb (rigorosamente con i ranghi serrati). 
Raggelante. 
Mi sono immaginata se la stessa cosa intuitiva l avesse fatta il mio capo (uno a caso, non fa differenza). 
Scioccante. 
Allora l'istinto di sopravvivenza mi ha fatto chiudere tutto. Armi bagagli e burattini nella baracca. 
Però, c è sempre un però, la voglia di scrivere non cambia non cessa non si estingue. Ed ecco l idea di aprire il blog "anonimo" con un nome che sono "nome&cognome" non avesse nulla a che vedere. 
Nel frattempo, smanettando sulle impostazioni privacy del blog sono riuscita a non renderlo rintracciabile su google, per quanto possibile e sto ancora lavorando per cambiare qualche impostazione... 
Ora che google ha aggiornato anche le sue di impostazioni la situazione è più tranquilla, accenno un apertura. Spero sia sufficiente... mah. 
Intanto sono ritornata nella mia pelle, e anche se Diamante Blu mi piace, per una serie di motivi, è da trentasei anni che sono Sys, da un anno e mezzo sono SyS (capisci a me) e tornare qui è come tornare nella mia pelle. 

mercoledì 3 ottobre 2012

Fatica

Sarà che il mio livello di sopportazione per un dolore sordo e continuo si è abbassata notevolmente, e il mal di denti mi rende più nervosa.
Sarà che sono fatta sempre allo stesso modo, e non cambierò mai, non da quel punto di vista almeno. Quello che mi fa credere alle parole, ai gesti. Quello che non si adegua ad un modo troppo veloce e radicale di cambiare le carte in tavola, ribaltare le belle abitudini. Che è stata una bella estate, di uscite e movimenti e di parole e di risate e adesso sembra che qualcuno abbia tirato il freno a mano.
Un po' in tutti i campi. 
E l'estate, a ben pensarci è ancora lì dietro, se ti volti un po' ancora puoi vederla, la scia del suo profumo c è ancora. E invece sembra già cosa fatta e distante e da qualche parte hanno già messo fuori le zucche dei morti.
Sarà che vada come vada deve andare a modo mio, e a modo mio non ci va quasi mai. non del tutto, ma del resto per chi altro? è solo che aspettare e dipendere dal modo di agire di un "bambolotto" non mi piace per nulla. 
Sarà che comunque (dovrei imparare a essere sincera, per lo meno con me stessa e allora la tirerei corta e andrei direttamente al nocciolo del discorso) l assenza delle tue braccia brucia, che chiudere gli occhi e ricordarsele bene, molto bene (potrei forse ricostruirne il disegno delle vene dei polsi, e poi la pressione con cui mi ci chiudevi dentro, con la mia testa nell'incavo della tua spalla che sembra fatto su misura) dicevo, chiudere gli occhi e ricordarle in giorni così non è affatto abbastanza. Oggi non basta proprio. 
Sarà l effetto della terza tacpirina, il mal di denti che non passa, gli ormoni che risentono del cambio di stagione (e sì che mica lo fanno loro il cambio dell'armadio, che si agitano a fare?), sarà... 
Sarà.
Ma oggi faccio fatica. 

martedì 2 ottobre 2012

Nostalgia


La Stazione

Il mio arrivo nella città di N.
è avvenuto puntualmente.

Eri stato avvertito
con una lettera non spedita.

Hai fatto in tempo a non venire
all'ora prevista.

Il treno è arrivato sul terzo binario.
E' scesa molta gente.

L'assenza della mia persona
si avviava verso l'uscita tra la folla.

Alcune donne mi hanno sostituito
frettolosamente
in quella fretta.

A una è corso incontro
qualcuno che non conoscevo,
ma lei lo ha riconosciuto
immediatamente.

Si sono scambiati
un bacio non nostro,
intanto si è perduta
una valigia non mia.

La stazione della città di N.
ha superato bene la prova
di esistenza oggettiva.

L'insieme restava al suo posto.
I particolari si muovevano
sui binari designati.

E' avvenuto perfino
l'incontro fissato.

Fuori dalla portata
della nostra presenza.
Nel paradiso perduto
della probabilità.

Altrove.
Altrove.
Come risuonano queste piccole parole

Wislawa Szymborska


In un mare senza blu - Francesco Paolo Oreste

  Già lo scrissi, una volta, che Francesco Paolo Oreste scrive con lo stesso gioco di luci e di ombre con cui Caravaggio dipingeva le sue te...