lunedì 28 luglio 2014

meno tre e mezzo...

mi porto avanti, 
che mancano solo tre giorni e mezzo al mio chiudere l ufficio, spegnere il pc il telefono e improvvisare quest estate anomala. 
anomala perché un estate così non la si vedeva da novembre. 
anomala perché ho pensato che sia saggio ribaltare tutte le "abitudini" che mi hanno accompagnata nell ultimo decennio. 
ho deciso che, a parte i primi 5 gg in cui cercherò di estirpare da questa pelle il colorito marmoreo da cetriolo ammuffito, giacendo su un lettino della riviera romagnola, il resto sarà del tutto improvvisato. ho scoperto la bellezza del lasciarsi stupire. 
che come dicevo alle ex amiche amanti dei film francesi politicamente impegnati, non è importante tanto il ciò che fai. ma il come e con Chi.  
che non serve inventarsi la luna nel pozzo, ma anche il tuo film preferito sul divano di casa ha un sapore diverso se, chi sta seduto accanto a te, ride delle stesse battute che ami tu. 
ed è bellissimo emozionarsi guardando Il Maggiordomo (Occhiazzurri) coccolare Lady Melli, che pare l abbia accettato e fatto entrare nelle proprie grazie senza grandi problemi, anzi. che ho sempre pensato il pacchetto si prendesse completo. se non ami la mia gatta nella tua vita per me non c è posto.  Lui invece le cede anche parte del letto, mettendosi in un angolo per non darle troppo fastidio. E lei lo ripaga a suon di fusa. 
e così l unica cosa che ho preparato sono i due libri che mi faranno compagnia. uno di questi è proprio la mia amata Lucrezia arrivata come se fosse portata da Babbo Natale con un bel fiocchettone. 
e poi spazio libero. 
libero perché la valigia sarà leggera, che parto con me e per me e non mi serve altro,  leggeri saranno i pensieri e la voglia di stare bene. leggere saranno le carezze che mi stanno viziando e che arrivano quando meno me l aspetto. leggera la voglia di ridere, di scoprire, e di guardare avanti senza troppa paura di quel che sarà. 
buone vacanze a tutti. 


giovedì 24 luglio 2014

Gandhi sulla questione Palestinese

Ho ricevuto numerose lettere in cui mi si chiede di esprimere il 
mio parere sulla controversia tra arabi ed ebrei in Palestina e 
sulla persecuzione degli ebrei in Germania. Non e' senza 
esitazione che mi arrischio a dare un giudizio su problemi tanto 
spinosi." 



Le mie simpatie vanno tutte agli ebrei. In Sud Africa sono stato 
in stretti rapporti con molti ebrei. Alcuni di questi sono 
divenuti miei intimi amici. Attraverso questi amici ho appreso 
molte cose sulla multisecolare persecuzione di cui gli ebrei 
sono stati oggetto.[.......].
Ma la simpatia che nutro per gli ebrei non mi chiude gli occhi 
alla giustizia. La rivendicazione degli ebrei di un territorio 
nazionale non mi pare giusta. A sostegno di tale rivendicazione 
viene invocata la Bibbia e la tenacia con cui gli ebrei hanno 
sempre agognato il ritorno in Palestina. Perche', come gli altri 
popoli della terra, gli ebrei non dovrebbero fare la loro patria 
del Paese dove sono nati e dove si guadagnano da vivere?

La Palestina appartiene agli arabi come l'Inghilterra appartiene 
agli inglesi e la Francia appartiene ai francesi. È ingiusto e 
disumano imporre agli arabi la presenza degli ebrei. Cio' che 
sta avvenendo oggi in Palestina non puo' esser giustificato da 
nessun principio morale. I mandati non hanno alcun valore, 
tranne quello conferito loro dall'ultima guerra. Sarebbe 
chiaramente un crimine contro l'umanita' costringere gli 
orgogliosi arabi a restituire in parte o interamente la 
Palestina agli ebrei come loro territorio nazionale. La cosa 
corretta e' di pretendere un trattamento giusto per gli ebrei, 
dovunque siano nati o si trovino. Gli ebrei nati in Francia sono 
francesi esattamente come sono francesi i cristiani nati in 
Francia. Se gli ebrei sostengono di non avere altra patria che 
la Palestina, sono disposti ad essere cacciati dalle altre parti 
del mondo in cui risiedono? Oppure vogliono una doppia patria in 
cui stabilirsi a loro piacimento?

[...]

Sono convinto che gli ebrei stanno agendo ingiustamente. La 
Palestina biblica non e' un'entita' geografica. Essa deve 
trovarsi nei loro cuori. Ma messo anche che essi considerino la 
terra di Palestina come loro patria, e' ingiusto entrare in essa 
facendosi scudo dei fucili . Un'azione religiosa non puo' 
essere compiuta con l'aiuto delle baionette e delle bombe (oltre tutto 
altrui). Gli 
ebrei possono stabilirsi in Palestina soltanto col consenso 
degli arabi.

[...]

Non intendo difendere gli eccessi commessi dagli arabi. Vorrei 
che essi avessero scelto il metodo della nonviolenza per 
resistere contro quella che giustamente considerano 
un'aggressione del loro Paese. Ma in base ai 
canoni universalmente accettati del giusto e dell'ingiusto, non 
puo' essere detto niente contro la resistenza degli arabi di 
fronte alle preponderanti forze avversarie." 

(M. K. Gandhi, Harijan, 26 gennaio 1938)

lunedì 21 luglio 2014

Pensieri condivisi.


Il popolo ebraico ormai non merita più quella "simpatia" e quell'affetto solidale che dalla fine della guerra si era conquistato nell'opinione pubblica di tutto il mondo per le sofferenze e le tragedie che ha subìto. 
Gli israeliani stanno applicando ai Palestinesi gli stessi metodi, gli stessi abusi di cui sono stati vittime. Vivere oggi, ricordando l'Olocausto pretendendo che si perdoni tutto ciò che fanno nel nome di quello che soffrirono mi sembra in qualche modo un abuso. E' come se non avessero imparato nulla dalla sofferenza dei loro padri e dei loro nonni. 
Josè Saramago.



“Sappiamo troppo bene che la nostra libertà è incompleta senza quella dei palestinesi”
Nelson Mandela. 


martedì 15 luglio 2014

mercoledì 9 luglio 2014

di azzurro che riempie gli occhi, e di occhi azzurri...

ci fa compagnia un temporale al giorno. 
anche oggi, sono arrivata con un sole pazzesco e 30 gradi. ora invece a momenti il vento apre la porta dell ufficio e già più di mezzo orizzonte è coperto di nuvole che uno non si metterebbe mai a guardare steso su un tappeto di fragole. 
per dire. 
così non riesco ad andare a camminare come vorrei, anzi. non ci riesco proprio. l altra sera la mia via, nella terra degli hobbit era allagata. la pianta Mafalda ha pensato di suicidarsi cercando il salto giù dalla finestra della sala, la menta è stata sbattuta così violentemente che temo avrebbe preferito finire in un mojito. l'oleandro e il tronchetto della felicità si sono stretti in un lungo abbraccio e ho dovuto raccoglierli dal pavimento. cose che nessuna mamma vorrebbe mai vedere. 
lunedì il vento soffiava a più di 100 km/h. io non riuscivo nemmeno a chiudere la ribalta del bagno, mi ci è voluta una spinta con tutte e due le mani e la prontezza di girare la maniglia, mentre la Melli finiva sotto il letto tra un tripudio di porte che sbattevano. coda in salvo. 
il mio umore è ballerino quanto il meteo. passo dal sole radioso dei bei pensieri e di risate che non mi ricordavo che si potesse così con facilità, e le zone d'ombra di quel tipo di paura subdola, quella che ti si insinua mentre ancora fai pensieri alla vie en rose. quella che ti fa pensare "e se?" e se sbaglio di nuovo? ancora? se faccio un disastro, se faccio del male che c ho sto carattere ingombrante e giusto un filo complicato. e se vince, quella parte di me abituata all'arte di arrangiarsi, sempre comunque davanti a tutto, con il coltello tra i denti e sempre avanti. mentre l altra parte di me, quella che vorrebbe fidarsi e pensare che sì, magari c è pure qualcuno che alle volte ha voglia di prendersi cura di te e dei tuoi pensieri, (che il coltello lo puoi usare solo per affettare il melone, e poi rimetterlo lì nel ceppo) è partita per una vacanza anni e anni or sono e ancora non ha mandato nemmeno una cartolina. 

la solitudine è una gran brutta bestia. ti convince di essere completamente autonoma in tutto, di poter bastare a te stessa, di stare bene, anche quando i piedi sono freddi e non c è nessuno che si faccia più vicino per scaldarteli. è come uno di quei coach fissati con il fitness che se solo s accorge che guardi un sacchetto di marshmallow con la voglia di affondarci la mano, ti spedisce subito a fare 150 flessioni e almeno 30 giri di corsa del maracanà. 
eppure, anche ci sono momenti di cielo nitido di un azzurro da riempirsi gli occhi. 
eppure... c è qualcosa di speciale nel sentirsi prendere la mano in mezzo alla folla, che non ci perdiamo, dimenticarsi gli orari dei treni e avere quella faccia da "e adesso?" e sentirsi dire "alle sette e cinque, monella". 
la timidezza dei primi momenti, quelle che ti fanno arrossire, quelle che ti fanno sentire impacciata come una quindicenne, (o come una quasi quarantenne che si è dimenticata come funzionano certe cose). abbassare la testa e sfuggire allo sguardo, che poi magari t accorgi che tutta sta sicurezza ostentata è pressoché inesistente. 
giocare con i nomignoli, il peluche dagli occhi azzurri che è un peccato lasciarlo lì, e dirsi no: sul balcone di Giulietta non ci andiamo che se no poi ci domandano anche gli autografi. scoprire l ebbrezza di avere tempo. che sì fugge, e corre veloce ma non necessariamente si è tenuti a rincorrerlo che non c è fretta perché vorrei investirne un po'. e allora azzardi a pensare che forse, hai tutto il tempo che vuoi. 
poi il vento dei pensieri cambia, e riecco le nuvole pesanti e scure del e se cambia idea e se ne va? diventa difficile chiudere la porta quando il vento soffia contrario, e mentre ci provi, tutte le tue cose alle tue spalle prendono il volo...

on air: Zucchero - Quale senso abbiamo noi

venerdì 4 luglio 2014

Ciao Giorgio...


La bellezza dell'estasi orrorifica consolida l'orrore estatico in una metafisica pazienza:
 quando morirò vivrò nei miei romanzi.
(da una intervista al Corriere della sera, 13 gennaio 2009)
  
 


In un mare senza blu - Francesco Paolo Oreste

  Già lo scrissi, una volta, che Francesco Paolo Oreste scrive con lo stesso gioco di luci e di ombre con cui Caravaggio dipingeva le sue te...