Oh, posso dirlo? sì, lo dico.
Finalmente è arrivata la mia estate.
Si contano i giorni che mi separano dalle ferie facendo i segnetti nell agenda così come fanno i carcerati sul muro. E al primo che mi dice "ma cosa ti lamenti, sei stata a casa 7 mesi" gli tiro dietro il mega bullone da un kg e mezzo che uso come ferma carte (ricordo del mio passato da magazziniera).
Ne ho bisogno.
Ho bisogno di non vedere la mia via, le mie pareti di casa, le piastrelle che mi faccio piacere a forza. Otto giorni per dimenticare gli arresti domiciliari dell inverno.
Amo la mia casa.
Amo le tende nuove e la scrivania comprata una settimana fa per farci stare la tastiera nuova, ma sento davvero la necessità di cambiare aria.
Ho voglia di mare, di sole, di rosolarmi (io che odio rosolarmi), di nuotare, di sentire quel profumo che fa la pelle quando la melanina si attiva. Di docce dopo sole e tenere i capelli bagnati.
Scendere in strada dopo cena a guardare le bancherelle cariche di puttanizie, scegliendo cartoline inguardabili e ricordi da portare a casa e regalare.
Dopo aver passato estati a sperare di realizzare, estati di promesse infrante, ecco un estate improvvisata e improvvisata al meglio.
Il tempo di organizzazione dell'evento intorno al tavolo è stato pari a circa 6 minuti, sfruttati con le dovute pause del tipo "ce l hai il cavatappi per il bacardi lime? no, non alzarti lo prendo io, tu scarta il gelato".
La Vale, La Sara, Y Yo.
E già pensarci tutte e tre arenate in spiaggia ci viene da ridere.
Così ci ricaricheremo le batterie, ci riposeremo, rideremo fino a farci venire i crampi alla faccia e staremo bene.
Questa è l unico must che valeva la pena di mettere nero su bianco.
Che poi quando si ritorna c è da fare...