Ho sentito che ero pronta per rivederlo il 1° di gennaio.
Mi sembrava un buon giorno per fare qualcosa di importante.
Durante il pranzo ho preso un respiro e ho chiesto al Fratellone "me lo fai vedere? cinque minuti prima di portarmi a casa".
A gennaio ancora non potevo camminare. Uscivo solo quando mia madre, con santa pazienza, portava giù la sedia a rotelle. O quando mio fratello veniva a prenderci e ci portava a zonzo con l auto.
Quando l'auto ha acceso i fari scendendo la rampa dei garage, avevo il cuore che batteva in assetto variabile. Era da ottobre che non lo toccavo.Finché stavo stesa per terra era il primo pensiero: toglietelo dalla strada, qualcuno lo chiuda con il blocco allo sterzo per favore, Fratellone, portalo a casa tu, ma ti prego stai attento... poi c era stato troppo dolore, troppi aghi, troppi punti... troppo di tutto.
Ma il 1° gennaio alle quattro del pomeriggio ero lì, vicino a lui. Gli ho appoggiato contro le stampelle e le mie mani, l'ho accarezzato come si fa con gli oggetti a cui vuoi bene, l'ho guardato bene lui che non si è fatto praticamente nulla.
Sì, certo, lo specchietto retrovisore girava su se stesso a 360°, e la plastica della pedana è stata leggermente grattuggiata. Ma la carrozzeria splendeva nonostante la polvere.
Perfetta.
Ho provato a sedermici ma non ci sono riuscita. Il tutore era troppo ingombrante e io forse ancora troppo debole. Ma c eravamo rivisti finalmente. Lui e io di nuovo insieme. Ricordo che ho sorriso.
Sabato scorso ho provato a metterlo in moto. La batteria fa fatica. Denzel era abituato a macinare una sessantina di chilometri al giorno, troppa pigrizia non gli si confà. Sono riuscita a farlo ripartire con il pedale e a quel punto la decisione che già fermentava da un po' è maturata. Ho preso il casco, anche lui porta ancora i segni, proprio come me, e ho guardato la rampa che mi portava in strada.
E se poi cado di nuovo? e se scivolo e non sono più capace?
Paura.
Scrollo la testa e do gas. Sono fuori, (un po' in tutti i sensi) sono in strada, e poi l'asfalto va. Prendo le strade meno trafficate di tutto il quartiere, mi tengo lontana da quelle principali, almeno per i primi dieci minuti perché poi l'idea di fare un giro piccolo,lì intorno alla piazza dove ho imparato, diventa una decina di chilometri, un accelerazione lungo l argine e il motore che canta ed è una meraviglia. E il vento addosso.
Andiamo anche a fare benzina.
E scopro che non ho paura.
Oddio, quando incrocio le biciclette sì. Mi è capitato di arrivare in coda a personaggi che meriterebbero di viaggiare ancora con le rotelline d equilibrio, e lo stomaco mi si stringeva. Ma per il resto io e lui ci siamo capiti alla meraviglia. Non aveva senso restare ancorata alla paura, con lui ho fatto più di 10mila chilometri prima dell'incidente, e ho sempre pensato fosse il miglior acquisto della mai vita.
Ayrton Senna diceva "il limite è solo nella tua testa".
E non aveva tutti i torti. Ciò che ci frega, e non solo negli eventi post traumatici, è tutto quell insieme di paranoie che riusciamo a costruirci intorno, con la maestria di un muratore d esperienza. Che non significa essere imprudenti o impulsivi. Si tratta di riflettere, capire dove vuoi arrivare e provarci.
Provare a superare il limite mentale che ti poni per paura, per educazione, perché si dice "funziona così da sempre" e che ti tiene fossilizzato a terra, e alle volte sì, anche azzardare a fare un passo in più.
Così ti scopri a soprenderti per aver raggiunto quell'obiettivo e pensare che non ti saresti visto nemmeno a metà strada.
Non solo.
Se l'hai raggiunto, puoi persino andare oltre.
E allora scusate, se oggi mi do due pacche sulla spalla e mi dico BRAVA.
io ti do la terza pacca.
RispondiEliminaSempre oltre l'ostacolo. Sempre. Buona giornata! Bruno
GRAZIE Bruno.
RispondiEliminagrazie davvero.
E nel casco, a ben vedere, c'è il tuo riflesso.
RispondiEliminaE' sempre anche una questione di riflessi. :-)
Una quarta pacca sarebbe ridondante, ma è come se.
Ciao, Sonia.
Ossidiana
In effetti poi,di questo passo mi titanizzerebbero pure la spalla! ;)
RispondiEliminamica mi ero accorta del mio riflesso! mancai di zummarmi!
ben ritrovata Ossidiana!
ma brava!!!!!!
RispondiEliminaSono arrivata qui dal nido del nostro comune amico pennuto e mi piacciono le persone che sfidano i proprio limiti, soprattutto quelli che sono dentro la loro cabeza :-) Amo gironzolare in scooter e leggerti qui mi ha ricordato la mia gioia al ritorno dal "tu per tu" col mio moto moto nuovo (si fa per dire) di cilindrata superiore: molto pesante ma dovevo farcela, dunque..
:-)))
Brava!
RispondiEliminaIl casco però se ha preso una botta cambialo.
me l hanno detto Cincia... però ancora è una spesa che può attendere... mi sa che attenderà pure il poderoso per il prossimo giro...
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