Uh, quanto tempo.
Quanto tempo che non torno qui pensando a un blog nel modo in cui sono "nata blogger".
La prima volta che pubblicai un post su Sodalite, mi ero separata da poco, avevo le pezze al culo e sapevo solo una cosa: volevo fare la scrittrice.
Oggi sono single da tanto, ho ancora le pezze al culo e faccio la scrittrice, in alcuni mesi dell'anno. Negli altri lavoro per pagare l'affitto. Però so una cosa: voglio continuare a fare la scrittrice. Anche se non so se la definizione che io do al termine sia la stessa del pensiero comune. In realtà, se mi guardo intorno, a parte taluni casi e amiche belle, pare che ci sia una rincorsa alla rendicontazione di fine anno. Contano le copie che hai venduto, non le emozioni che hai messo su carta.
Certo, gli editori sono imprenditori. Ognuno con il proprio nome ed è ben diverso da "Fate bene fratelli", ma da questo lato della barricata, beh' le cose sono un po' diverse.
E, comunque, "certo": a chi non piacerebbe vivere di scrittura, magari piazzare il proprio romanzo in tv e capare di diritti televisivi? A me tantissimo. Il punto è che sono dell'idea che ci siano pure millemila persone più brave di me e che meriterebbero quell'opportunità. Ed è come vincere un Superenalotto. Tutti noi abbiamo qualcuno che ha un cuggino che ha comprato un gratta e vinci in un momento di scoramento, ed è diventato milionario.
Ma le probabilità di diventare quel "cuggino"? Mah.
E nel mentre in cui si spera? Che si fa? No... dai... non ditelo. Nel mentre bisognerebbe vivere. Al meglio che si può con ciò che si ha. Che non è poco. Non è affatto poco. I TG ce lo dicono ogni santo giorno che quello che abbiamo non è poco.
Qualche ora fa, qui a Padova, c'è stato un temporale. Ho messo le finestre in ribalta, sistemato le piante in sicurezza perché non si rompessero in caso di grandine, e poi mi sono stesa a letto ascoltando la pioggia contro i vetri.
La pioggia.
Contro i vetri.
Non le sirene che annunciano un bombardamento.
C'è molto di cui essere grati e con grande facilità spesso ce lo dimentichiamo.
Da qualche giorno, medito su questo. Su questo e su come posso fare a cambiare quelle cose della mia vita che non funzionano più. Non in senso negativo, semplicemente non rispecchiano più la persona che sono oggi.
Quando ho detto al mio amico B. che sono cambiata, che i cinque mesi in cui sono stata davvero male mi hanno cambiata, mi ha risposto: "Sarebbe peggio se fossi sempre uguale a te stessa di prima".
Già.
Allora che si fa?
Intanto torno a scrivere come feci tra le pagine virtuali di Sodalite, che per inciso è ancora la mia pietra preferita.
Questo blog riprenderà vita e non parlerà più solo di libri e di scrittura ma anche di Vita. Oddio, la mia, che non so se sia così interessante ma è l'unica che ho e che vi posso offrire.
Ora vado a togliere le lenzuola cariche di polvere che hanno ricoperto queste stanze, apro le finestre e magari rimetto qualcosa nel frigo e ho portato pure un bollitore per le tisane.
Ho in mente un bel po' di cambiamenti e, se ne avrete voglia, mi troverete qui a raccontarveli.
Sono tornata.
Syssa
Bella cosa
RispondiEliminaGrazie!
EliminaBrava!!!
RispondiEliminaGrazie
EliminaTanto amore
RispondiElimina🩷 A te
Elimina👏🏽belle parole Sonia! Sono in pochi che hanno coraggio di cambiare vita e lottare, nella nostra parte di mondo. Ho la possibilità di iscrivermi ad una tua newsletter?
RispondiEliminaciao Alessandro! sai che, ehm, non so come si inviino le newsletter ma... credo che ci sia un tasto "inviami notifiche" nel momento in cui commenti e poi su fb lo condividerò sicuro.
Eliminagrazie per essere passato e per il tuo interesse. spero tu stia bene
Ottima idea
RispondiEliminagrazie!
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