lunedì 24 novembre 2014

25 novembre. Giornata internazionale contro la violenza sulle Donne.

Ti dice che cambierà. 
Che non lo farà più. Te lo prometterà in tutti i modi.
Magari prenderà le tue mani tra le sue, se le porterà alle labbra e te le bacerà tra le lacrime. 
Ti chiederà di perdonarlo con gli occhioni da Bambi ferito.
E' tutta fuffa. 
Sappilo. Cioè lo so che dentro di te lo sai, ma so che hai bisogno di sentirtelo dire. 
Sono Tutte Cazzate.  
Non solo non cambierà e non manterrà fede alla promessa, ma alzerà le mani di nuovo, e sarà pure peggio della volta prima. 
E le lacrime che adesso ti impietosiscono lasceranno posto ad occhi capaci solo di farti più paura. 
Lo so... lo penso anche io: Candy Candy c ha fatto male. Ha rovinato un intera generazione, abbiamo tutte sta sindrome da Crocerossina che non c abbandona. Del resto, che ti aspetti? Biancaneve faceva la badante, Cenerentola la donna delle pulizie... il servilismo ce l hanno inculcato fin da piccole. Per fortuna di tanto in tanto c era al Barbie che girava in Ferrari senza Ken, a restituirci un po' di orgoglio. 
Ma il tempo dei cartoni e delle favole è finito, smettila di crederci. Non cambierà. Lo dice, lo dicono sempre, ma non lo fanno. E te lo dico perché lo so. 
Perché quando mi ha chiuso la gola dentro al frigo, regalandomi un livido che m ha fatto compagnia per dieci giorni, era così ubriaco che il giorno dopo nemmeno se lo ricordava. "Evidentemente tu riesci a tirare fuori il peggio di me, prima di te solo mia madre ne era capace". Ecco.
E non cominciare a dire che in fin dei conti non è colpa sua, ma della sua infanzia... Col cazzo!!!
E' solo colpa sua. Tutti, chi più chi meno, abbiamo avuto un infanzia non proprio rosea. Ma questo non ci autorizza a girar per strada menando le mani. Meno che mai con le persone a cui poi diciamo pure parole grosse come "ti amo". Credimi. Sono solo enormi Cazzate.  
Io quel giorno, ero all'estero, non potevo scappare ma ho iniziato a pensare solo alla via di fuga. La prima utile. C ho messo due mesi, due mesi in cui volavo bassa, ho fatto come i gatti, stavo giù... pancia a terra... evitavo ogni occasione potesse mettermi a rischio. 
E poi sono scappata. Tanto non sarebbe mai cambiato, anzi. Sarebbe stato sempre peggio. 
Quindi, per favore, te lo dico da Sorella. Da chi sa cosa è quel gran casino di paura, ricatto, ansia, dolore in cui stai vivendo. Scappa. Arraffa quello che puoi e salvati la vita. Chiedi aiuto, ad un'amica, ad un Fratello, alla tua famiglia. Correranno da te, anche ad occhi chiusi. 
Vai dalle autorità, denuncialo! 
Ti direi di cuore, prendilo a sprangate sulle palle, se riesci. Non è bello, e non sarà da crocerossina, ma vuoi mettere la soddisfazione? 
Scappa. Vattene da lì. Non lo puoi cambiare tu. Non lo puoi salvare tu. Solo con l'aiuto di persone specializzate, solo con delle vere cure. Ma non sei tu a poterlo fare. 
Prima di tutto, perché tanto alla fine lui non lo vuole. Perché se lo volesse, l'idea di curarsi verrebbe da lui. Ma lui non riconosce nemmeno di avere un problema. Anzi, il problema sei tu, che lo fai incazzare, che non lo capisci. Che non sei adeguata alle sue esigenze... 
Ma per l'amor di Dio non credergli! In realtà è così schifosamente egoista (stronzo e bastardo) che ti supplica di aiutarlo (perché lo fa, vero? uh! hai voglia che lo fa, è così bravo che si mette pure in ginocchio magari) solo per tenerti sotto il suo controllo. Non è amore. E' possesso. E' quanto più distante dall'amore tu possa incontrare. 
Quindi, smetti di sperare, smetti di lottare contro i mulini a vento. Smetti di prenderti botte, incassare umiliazioni, sopportare soprusi, al grido di "io ti salverò". 
Abbi il coraggio e la forza di chiedere aiuto. Non ti sentirai più sola e anzi, ti sentirai nascere dentro una tale forza che ne verrai fuori. 
Spezza il silenzio (se proprio la buona educazione impedisce di spezzargli le falangi), e salvati la vita. 

martedì 18 novembre 2014

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Ci sono quei giorni. 
Quello in cui tutto sembra rallentare così tanto da fermarsi quasi. E tu rallenti insieme al resto, anche il tuo cuore adegua il battito, più lento più basso, quasi non lo senti. 
Salvo poi ricominciare a correre, a cercare di recuperare il suo tempo, che è un tempo che ancora sfugge ancora persino a te, e allora la pressione si alza, ti scoppia la testa e il tuo corpo si ribella alla stasi dandoti scossoni dolorosi. 
Giorni in cui i pensieri si affollano, uno sull'altro come durante una partita di rugby, e hai voglia tu a metterti lì a dire "no ragazzi con calma, uno alla volta". Nemmeno scrivere ti aiuta, perché rotolano fino alla punta della penna e la calligrafia si contorce in ghirigori illeggibili.

Ci sono quei giorni.
E allora per fortuna oggi è uno degli altri giorni, quelli in cui il sole ha deciso di uscirsene a fare due passi, tutto intorno riscopre di avere dei colori ben diversi dal grigio cupo e bagnato di quei giorni, e pensi che forse oggi ti puoi concedere due passi insieme a quel sole, lasciare l'ombrello in macchina e i capelli sciolti. Un giorno senza troppo pensare, un giorno di silenzio che sappia di calma. Mandi i pensieri negli spogliatoi, per la fine del primo tempo e ce li chiudi dentro. La chiave la tieni in tasca, che tanto sai prima o poi dovrai deciderti a farli uscire e affrontarli uno alla volta. Ma per oggi ci sono i due passi nel sole, c è nell'aria profumo di caffè e l'idea di chiacchiere leggere. 

Oggi è uno degli altri giorni. 

mercoledì 12 novembre 2014

"Ma tu, come stai, tu?"

"Vorrei mi scrivessi quelle due uniche semplici e fondamentali parole: "sto bene".
Per un significato che va oltre l essenzialità e l apparente normalità di due parole talmente piccole da racchiudere un universo".

A.M.

In un mare senza blu - Francesco Paolo Oreste

  Già lo scrissi, una volta, che Francesco Paolo Oreste scrive con lo stesso gioco di luci e di ombre con cui Caravaggio dipingeva le sue te...