sabato 31 dicembre 2011

Nuove consapevolezze... in prospettiva.


Se per diventare ciò che sono, per avere accanto chi ho accanto, per vivere ciò che sto vivendo stava scritto che era per quella strada che dovevo passare quella mattina e vivere ciò che racchiude in sé questo intensissimo 2011, allora lo sottoscrivo: 
ne è valsa sicuramente la pena. 

Bon 2012 à tout le monde. 

venerdì 23 dicembre 2011

Pura Vita

Quest anno ho ricevuto quattro regali. Non li posso mettere sotto l albero perché sono grandi già scartati, alcuni da tempo.
Il più importante di tutti, beh, ormai lo sapete, l'aver imparato a camminare di nuovo. E poterlo fare senza sembrare Dott. House. Ieri mi è stato detto che posso tornare in palestra, mi sono accorta che riesco a scendere le scale senza fare la scimmia appesa allo scorrimano, e a primavera, previo investimento su un paio di ginocchiere adatte, posso pure azzardare a tornare sui roller.
Stefano è stato non solo un fisio, ma un amico meraviglioso quest anno, per questo regalo ha fatto gli straordinari, non lo ringrazierò mai abbastanza.
Altro regalo luminoso: la consapevolezza di essere un filo più forte di quello che pensavo, di aver vinto una sfida tosta e all inizio non ci credevo neppure. Poi mi ci sono trovata in mezzo e se è vero che quando il gioco si fa duro... beh... ho giocato meglio di quanto avrei mai pensato.
Il consolidarsi di alcuni rapporti, all'interno della mia Famiglia e tra gli Amici.
C è una punta di amarezza per chi ha deciso di andarsene e forse avrà avuto anche i suoi buoni motivi, chi lo sa. Preferisco guardare avanti verso chi è arrivato senza mai pretendere tappeti rossi e corsie preferenziali, e semplicemente cammina con me. 
E il quarto regalo sono una manciata di stelle sberluccicanti blu cobalto che mi fanno sorridere e il solletico solo a pensarci. Fatte dalla sveglia di ogni mattina e la tangenziale la sera quando torno a casa. Una cascata di ricci, la casella di posta elettronica che si accende, il postino che arriva sempre in ritardo, è il mio mouse nuovo di zecca dello stesso colore della puffa. E' l orsetto sognatore che non ho più e quello dolce che ho ancora, è un orologio che fa tic tac sul comodino. Un libro di architettura disegnato a mano, è il mio ridere senza ritegno, sgranocchiare cereali come un criceto, una pista di pattinaggio e una pallina di natale di vetro. I compiti di inglese da fare che non c è voglia, i mal di testa da far passare, le scarpe da ginnastica con i buchi che non si buttano mai, le lacrime mentre parlo di mio Padre, una cartolina che non mi aspetto, le mie paturnie e la tanta pazienza di riflesso, la coccinella della Trudy, un libro di Faletti da prestare, sono le parole non dette le promesse non fatte, è il "tono" con cui si scrive, è l onestà e il rispetto, un rotolino di nastro adesivo e una briosche alle mele spedita in pacco celere, un elastico per capelli anche se fa freddo, due limoni e una stilografica blu, la maglietta bianca e un vestito nero da 12 euro. E' Luce (la canzone), e la voce di Gino Paoli, è una mansarda con le travi in legno, il rombo di una moto, la curva a sinistra che mi fa ancora paura ma solo per poco. E' un chiodo arrugginito, il tintinnare delle cime di una barca a vela in una notte di agosto, le Dolomiti all'alba (dalla stanza dell'ospedale), il primo messaggio dopo il risveglio dall'anestesia. E' la gelosia che si arrende davanti alla Sincerità, una gatta bianca, un cappotto mai messo, un treno perso, le scale da salire e scendere e salire di nuovo, il segno del costume, la crema di cioccolato fondente della muller, il foglio di excel che funziona, il biglietto dell'autostrada,, gli occhiali da vista nuovi e google earth, un pino, le belle di notte, il suono di una serratura di un portone di ferro, una pizzeria aperta anche alle 7 del mattino, quella cosa che non sai ancora di desiderare eppure è già pronta, il caffè che viene su e il microonde che bippa, la torta alle mele che non cuoce e la Venere delle Rocce, un consiglio accettato e seguito, un quadro visto su un blog e diventato un sogno da inseguire, l'asciugamano caldo dopo la doccia e il docciaschiuma al sandalo, il pacchettino da aprire solo la notte di Natale e non si sa come, il progetto di acquisto di un avvolgicavo da elettricista, il cellulare sempre scarico,, un 18 che c è sfuggito, un film in divano con la copertina e un grande Nicolas Cage, i pop corn e i ciucci che annullano l età, il simbolo di un auto  e un racconto per Natale...
e tutto quello che ancora non so se c è ma che, con un po' di fortuna, ci sarà...

E Buon Natale a tutti.
Sonia

martedì 20 dicembre 2011

Mumble...

Mah...
Son qui che pensavo, e rimurginavo su questa parola strana che pur mi calza un po' a pennello: procrastinatrice. Che c ho dovuto fare le pause nel mezzo della lettura per poter riuscire a pronunciare tutte quelle r senza farmi cadere le tonsille e un incisivo.
E non è mica una parolaccia, è un atteggiamento, pure piuttosto comune pare. Trattasi di chi rimanda a domani, temporeggia, allunga i tempi. Solitamente trova scuse più o meno plausibili per non fare oggi quello che potrebbe tranquillamente fare tra una settimana. Tipo la sottoscritta che arriva a casa dal lavoro la sera, vorrebbe mettersi lì a scrivere e pensa: c ho i piatti di ieri da lavara, la gatta che miagola e reclama attenzioni (povera Anima Pelosa, dopo 10 ore a casa da sola reclama a gran voce le coccole che sto ancora in garage), e poi ci sarebbe quella pila di roba da stirare, la scrivania è sommersa e scomparsa sotto le bollette da pagare, i libri da leggere, gli abiti da mettere nel cesto della biancheria e poi da lì alla lavatrice maattentiallafasciaorariachesenofaiunmutoconlenel, e sono pure piuttosto stanca a dire il vero, e fanno in tivu quella puntata di NCSI che ancora non ho visto... però mentre sono lì con le mani del detersivo per i piatti, mentalmente scrivo le più belle pagine rubate alla letteratura, descrivo immagini che nemmeno un pittore fiammingo visionario dipingerebbe così particolareggiate, la cucina mi si popola di personaggi i più vari (e nessuno che mosso da pietà ramazzi o stiri al posto mio). Poi, quando la congiunzione astrale è favorevole e non si sa come riappare per incanto il pc e la scrivania è libera, la gatta dorme, e apro word su una pagina bianca... tale resta. Il vuoto assoluto. 
La cosa peggiore poi che possa fare è gironzolare in cerca di ispirazione in rete leggendo cose scritte da altri. Sciagura! Finisce che chiudo tutto dicendomi che forse potrei votarmi allo zen e l arte del ricamo (Dio... solo a pensarci mi viene l orticaria), che in quei momenti mi sembra che tutti siano molto più portati di me, persino quelli che scrivono xkè e salutano scrivendo lol prima del nome (eccola, la mia vena subdola e snob che se ne esce così a tradimento). 
Quindi procrastino. Ecco. Il che comunque, dicono talune pagine di psicologia on line, è una cosa che nasconde ben altre insidie e problematiche. 
Bene, proponimento n. 2 per l'anno nuovo: cercare per quanto possibile di non procrastinare. 

Poi... 
Oggi ho dovuto chiamare Poste Italiane (arridaje) per scrivere n. 3 telegrammi di condoglianze (tutte per la stessa persona "per fortuna"), e ho fatto le seguenti considerazioni:
il telegramma resiste. 
- sono sparite le lettere, quelle scritte su carta, con la stilografica blu il profumo dell amato/a sulla carta, lo stampo del rossetto a sigillare un bacio. 
-sono sparite le cartoline, ora si fa prima con l mms, e il tvtb lo mandiamo via sms che così se non mi rispondi subito io ti mollo. e poi posso scrivere un altro sms strappalacrime al canale digitale di radio dj mentre passano l ultima canzone di lady gaga. 
Ma il telegramma resiste. Temerario e per niente vintage. Il servizio è attivo 24 ore su 24 e "per telegrammi di condoglianze digitare 1". 
Ecco... c è pure lo smistamento delle ragioni che spingono a telegrammare. Ma soprattutto, pensavo: già il fatto di trovare tre frasi di condoglianze diverse da spedire non è che mi abbia messo di un umore giulivo e frizzante, ma quella meschina con le cuffie in testa a sentirsi dettare e ripetere cose del tipo: "l espressione del nostro cordoglio vi giunga eccetraeccetra" per otto ore... come ci arriva a casa?
Mah...

venerdì 16 dicembre 2011

Ho ucciso per molto meno

Che sia una giornata di nutella è chiaro perché:
  • piove
  • il commercialista è sempre in ritardo con stipendio e affini e il mio saldo attuale è 3,72 euro. 
  • oggi sarei dovuta restare in ufficio solo mezza giornata. e invece sono ancora qui.
  • oggi sarei dovuta partire
  • oggi c è sciopero dei mezzi pubblici e pure dei treni
  • evidentemente non sono partita (per questo e altri motivi)
  • evidentemente mi perdo la mostra di Leonardo che progettavo di vedere da ancor prima che venisse aperta al pubblico
  • ho dato un colpo di anca allo spigolo del bancone (è una mia prerogativa piantarmi gli spigoli nelle ànche).
  • ho spedito un paccocelere1 che doveva essere consegnato in un giorno (cascasse una pannocchia)
  • ho il profondo desiderio di scaricare un intero granaio in testa a Poste Italiane, agli ideatori della bellissima pubblicità che fanno, con le promesse che manterrano sì e no mezza volta su quattro,  e perché no, alla mia amichetta dello sportello, così per simpatia e partecipazione, visto che nonostante il costo di spedizione del suddetto pacco sono passati n. 2 giorni e ancora non è stato consegnato. 
  • ma soprattutto: darei fuoco volentieri al dox dei ddt che, ancora per cause da accertare, si è inghiottito le chiavi della mia macchina in un ora qualsiasi della mattina, per poi risputarle solo alle 13.15 facendomi perdere tutta la pausa pranzo costringendomi a restare blindata qui dentro. 
  On Air: Ci vuole un fisico bestiale - Luca Carboni

mercoledì 14 dicembre 2011

Miii che camurriaaaaa...

Dovrei proprio decidermi a smetterla. Che oggi non posso nemmeno dare la colpa a paturnie in ordine sparso. Anche se, volendo, ho almeno un buon motivo per avere i sentimenti di traverso. 
Ma non è solo quello. Dovrei proprio smetterla. Di guardarmi e poi guardare chi ruota intorno alla mia orbita, anche in modo più o meno marginale e fare confronti. In cui tra l'altro finisce che ne esco pure perdente voglio dire. 
Ma perché? Ma per chi?
Dovrei smetterla di farmi venire il veleno quando vedo certe espressioni di ego che fanno provincia, che tanto non ne vale la pena. Che poi forse ha pure ragione chi si loda e si sbroda, a gongolare nella propria autostima in fase autocelebrativa. E a criticare ci fai pure la figura dell'invidiosa, voglio dire.
Ma di che? Ma di chi?
Comunque piove. 
Piove, fa freddo, il titanio scricchiola, o scricchiolano le ossa intorno, non è chiaro ma qui è tutto un cric croc ad ogni passo. 
E io ho già voglia di rimettere gli addobbi di Natale in scatola. 
Sempre che la Melli non li faccia fuori prima.

mercoledì 7 dicembre 2011

Quel freddo che scalda

Stamattina c era il sole tipico di dicembre. Quello con quel filo di foschia davanti, che puoi buttarci l occhio e non ti dà fastidio, non ti taglia la retina in due. Sole tenue su 4 gradi dell'aria. 
Le mani fredde che però non ti lamenti, che è dicembre e che pretendi.. In auto il fruscio dell'alberello da mettere in ufficio, che la smart è tutta lì, lo chiudi in bagagliaio ma è come averlo seduto lì accanto che canticchia una canzoncina di natale. Che quest'anno si riesce pure a sentirlo di più, non come corsa al regalo e sicuramente non nel caos dei centri commerciali. Quest anno farò poco ma quel poco sarà sentito. Avrà in sé la consapevolezza del Natale passato a guardare tutto da dietro ad un vetro. A chiedere che qualcuno facesse per te qualcosa. Sempre. Solo per fare l'albero mi stancai così tanto a reggermi in piedi che la sera avevo la febbre. Quest anno invece posso camminare gustandomi le luminarie, il freddo sulla pelle, e il profumo delle pigne nei caminetti. Ho comprato una rosa nuova da portare a mio Papà e già è lì che sberluccica nella sua polvere dorata. Ho scritto una mail, parlavo ad una persona che sto scoprendo Amica, ed è sempre un bello scoprire, e ho scritto una frase tipo "sto vivendo e c è chi fa parte del mio vivere" e mi sembra una delle più belle frasi che ho scritto, che quando l ho riletta prima di dare invio ho sorriso.
Ho sete dell'abbraccio forte e chiuso, di quelli che per respirare devi scostarti a forza, ho voglia di rivedere il sorriso ironico sul viso del Fratellone che ieri era scazzato da matti, causa ladri in casa. Ho voglia di fiocchetti e palline di vetro che dondolano lente, di arancia e cannella, di scrivere a Marco dall'altra parte del mondo, altro che neve farà il Natale in spiaggia lui. Ho voglia di una camicia bianca sulla pelle dalle maniche troppo lunghe, di una brioche calda e di ridere. 
Ecco sì, se potessi fare un regalo sotto ogni albero ci metterei una risata. Di quelle che partono dal diaframma e ti fanno ricadere la testa all'indietro e la gola al cielo.

venerdì 2 dicembre 2011

Sgrunt.

allora:
potete dirmi che sono disordinata, una disordinata di quelle croniche. che non ti fanno ricordare il colore della scrivania e  che abbandonano i vestiti usati sulla sedia, quella blu nuova davanti alla scrivania per una settimana e io vi darò ragione. 
potete dirmi che mi dimentico di fare la spesa, che il mio frigo è perennemente vuoto e che l unica cosa che non manca mai (o quasi) è solo il latte. e vi darò ragione.
potete dirmi che in matematica sono una schiappa, prendermi in giro perché conto ancora usando le dita delle mani e i conti a mente li faccio solo strizzando gli occhi, che quando scrivo i fatturati progressivi sembro seduta sui carboni ardenti e devo controllarli sei volte, che ho dei concetti di logica prettamente femminili e che alle volte la logica stessa non riconosce, e vi darò ragione.
potete dirmi che ci sono giorni in cui ho le paturnie, e in quei giorni sono più complicata e caustica (come dice Diemme), e vado proprio in cerca di quell argomento che lo so che mi punge sul vivo eppure c è quella punta di masochismo che mi ci fa andare contro, e poi le paturnie passano e io torno la solta paiassa, ma finché non passano dovete stare attenti come quando si cammina sulle uova... e vi darò ragione. 
ma se dopo aver letto una cosa tipo:
"Ciao Sxxxxxa,
            ti inoltro qui in calce, l ordine X.X.Y di Txxxxxe, i prezzi sono stati concordati da Pinco con Pallo, come da offerta allegata per tua conoscenza.
A tua completa disposizione per ogni ulteriore delucidazione"

mi sbagliate a spedire il materiale e per giustificarvi dite "eh ma guarda... che scritto così non si capisce, qual è l ordine e qual è l allegato e se l allegato è l ordine"... io vengo lì e lo Zanichelli ve lo faccio inghiottire.
senz'acqua.

In un mare senza blu - Francesco Paolo Oreste

  Già lo scrissi, una volta, che Francesco Paolo Oreste scrive con lo stesso gioco di luci e di ombre con cui Caravaggio dipingeva le sue te...