Quest anno ho ricevuto quattro regali. Non li posso mettere sotto l albero perché sono grandi già scartati, alcuni da tempo.
Il più importante di tutti, beh, ormai lo sapete, l'aver imparato a camminare di nuovo. E poterlo fare senza sembrare Dott. House. Ieri mi è stato detto che posso tornare in palestra, mi sono accorta che riesco a scendere le scale senza fare la scimmia appesa allo scorrimano, e a primavera, previo investimento su un paio di ginocchiere adatte, posso pure azzardare a tornare sui roller.
Stefano è stato non solo un fisio, ma un amico meraviglioso quest anno, per questo regalo ha fatto gli straordinari, non lo ringrazierò mai abbastanza.
Altro regalo luminoso: la consapevolezza di essere un filo più forte di quello che pensavo, di aver vinto una sfida tosta e all inizio non ci credevo neppure. Poi mi ci sono trovata in mezzo e se è vero che quando il gioco si fa duro... beh... ho giocato meglio di quanto avrei mai pensato.
Il consolidarsi di alcuni rapporti, all'interno della mia Famiglia e tra gli Amici.
C è una punta di amarezza per chi ha deciso di andarsene e forse avrà avuto anche i suoi buoni motivi, chi lo sa. Preferisco guardare avanti verso chi è arrivato senza mai pretendere tappeti rossi e corsie preferenziali, e semplicemente cammina con me.
E il quarto regalo sono una manciata di stelle sberluccicanti blu cobalto che mi fanno sorridere e il solletico solo a pensarci. Fatte dalla sveglia di ogni mattina e la tangenziale la sera quando torno a casa. Una cascata di ricci, la casella di posta elettronica che si accende, il postino che arriva sempre in ritardo, è il mio mouse nuovo di zecca dello stesso colore della puffa. E' l orsetto sognatore che non ho più e quello dolce che ho ancora, è un orologio che fa tic tac sul comodino. Un libro di architettura disegnato a mano, è il mio ridere senza ritegno, sgranocchiare cereali come un criceto, una pista di pattinaggio e una pallina di natale di vetro. I compiti di inglese da fare che non c è voglia, i mal di testa da far passare, le scarpe da ginnastica con i buchi che non si buttano mai, le lacrime mentre parlo di mio Padre, una cartolina che non mi aspetto, le mie paturnie e la tanta pazienza di riflesso, la coccinella della Trudy, un libro di Faletti da prestare, sono le parole non dette le promesse non fatte, è il "tono" con cui si scrive, è l onestà e il rispetto, un rotolino di nastro adesivo e una briosche alle mele spedita in pacco celere, un elastico per capelli anche se fa freddo, due limoni e una stilografica blu, la maglietta bianca e un vestito nero da 12 euro. E' Luce (la canzone), e la voce di Gino Paoli, è una mansarda con le travi in legno, il rombo di una moto, la curva a sinistra che mi fa ancora paura ma solo per poco. E' un chiodo arrugginito, il tintinnare delle cime di una barca a vela in una notte di agosto, le Dolomiti all'alba (dalla stanza dell'ospedale), il primo messaggio dopo il risveglio dall'anestesia. E' la gelosia che si arrende davanti alla Sincerità, una gatta bianca, un cappotto mai messo, un treno perso, le scale da salire e scendere e salire di nuovo, il segno del costume, la crema di cioccolato fondente della muller, il foglio di excel che funziona, il biglietto dell'autostrada,, gli occhiali da vista nuovi e google earth, un pino, le belle di notte, il suono di una serratura di un portone di ferro, una pizzeria aperta anche alle 7 del mattino, quella cosa che non sai ancora di desiderare eppure è già pronta, il caffè che viene su e il microonde che bippa, la torta alle mele che non cuoce e la Venere delle Rocce, un consiglio accettato e seguito, un quadro visto su un blog e diventato un sogno da inseguire, l'asciugamano caldo dopo la doccia e il docciaschiuma al sandalo, il pacchettino da aprire solo la notte di Natale e non si sa come, il progetto di acquisto di un avvolgicavo da elettricista, il cellulare sempre scarico,, un 18 che c è sfuggito, un film in divano con la copertina e un grande Nicolas Cage, i pop corn e i ciucci che annullano l età, il simbolo di un auto e un racconto per Natale...
e tutto quello che ancora non so se c è ma che, con un po' di fortuna, ci sarà...
E Buon Natale a tutti.
Sonia