martedì 25 ottobre 2016

strapp...

Ed eccomi, con il bisogno di scrivere e i pensieri che, di nuovo, si mettono a spingersi come giocatori di rugby uno contro l'altro. Ci sono cose che faccio fatica a gestire. Una di queste è il distacco. Per certi versi ne parlavo con l'Ing. stamattina, persone importanti, o che pensavi importanti, con cui hai condiviso parti del cammino che diventano improvvisamente estranee. E il più delle volte non  c è nemmeno un motivo valido. Piuttosto un insieme di motivi più o meno validi che hanno iniziato a pioverti addosso come una pioggia di sassi e poi è diventato una valanga. E a quel punto ha spazzato tutto. I momenti commuoventi, il ritrovo alle stazioni, le rincorse con i treni e le linee telefoniche roventi. Le notti di confidenze e parole e gli sguardi di intesa, silenziosi e carichi di significato. Lo spessore di un sentimento, sia esso amore o amicizia viene raso al suolo. 
E a queste cose io non credo mi abituerò mai facilmente. Ma è altresì vero che, se per tenere in piedi un rapporto devi scendere a così tanti compromessi allora meglio uno strappo deciso, come quando devi togliere un cerotto contropelo. O inizierai con il tempo a dover fare a meno di te stesso. 

giovedì 6 ottobre 2016

Rubando l'idea a Daniela...

Ho rubato l'idea di Daniela Q. perché il suo stile mi piace da tantissimo tempo, perché è una Donna da cui ho imparato molto e poi un po' di riflessioni intorno al proprio ombelico alle volte ci stanno pure bene...

Con una colonna sonora così di sottofondo mi piace pensare che:

1. sono
lunatica, un po’ nevrotica, gioiosa, esuberante e fragile.

2. tendenzialmente sembro
lunatica, un po’ nevrotica, gioiosa , esuberante e ‘na roccia

3. frequento
pochissimi ma sono meravigliosi

4. evito
le persone che vanno rincorse, le egocentriche, il “si fa per salvare le apparenze”

5. amo
le camminate sotto ai portici, le Langhe, affondare la faccia sul pancino peloso di Melli, le telefonate che non mi aspetto, il vino con la compagnia giusta, il sole e i temporali, la pioggia battente quando sono casa o al mare, gli abbracci, le coccole smisurate, le coperte morbide, il profumo delle pigne che bruciano, i pizzi e le trasparenze. Cesare.

6. odio
i ciclisti in mezzo alla strada, i peperoni, le persone ambigue, i libri in cui risolvo gli enigmi prima io del protagonista, l ingratitudine e la mancanza di meritocrazia. I disonesti.

7. adoro
il musino incazzoso della Melli quando arrivo a casa tardi, la musica che ti fa tamburellare le dita sul volante, gli sguardi lunghissimi che parlano tra un battito di ciglia e l’altro, le mani tra i capelli, gli assoli di chitarra di Eric, il sesso con i preliminari e i posticipi e gli intervalli le integrazioni e gli inframezzi, il legno di sandalo, i paesetti di mare la sera, la complicità.

8. detesto
l’arroganza, la stupidità ostentata, la ricchezza ostentata, chi mente, le bestemmie dette per sport, un personaggio politico a cui piacciono determinate macchine per la movimentazione del terreno, la violenza in qualsivoglia forma di espressione. I silenzi incomprensibili che diventano muraglia, la mancanza di rispetto per l’amore che c è stato che magari è finito, ma dovrebbe essere per lo meno commemorato.

9. ricordo
i sorrisi di mio padre, una passeggiata con lui alle sei della mattina in spiaggia, la notte che ha passato con me mio fratello in ospedale perché avevo una paura fottuta di restare da sola, il profumo del tabacco trinciato di mio nonno e quello della pipa sulle lettere di A. quando eravamo ragazzini. La pace che sento ogni volta che sono su un treno con la fronte contro il finestrino.

10. rimuovo
i “se” i “ma”, chi non vale la pena di ricordare, le ferite causate da chi poi, ha saputo chiedere scusa sinceramente.

11. resto indifferente
a quasi nulla, purtroppo.

12. mi colpisce
chi riesce a disarmarmi quando mi avvio in modalità cecchino, e non è raro. Chi riesce ad anticipare un mio desiderio prima ancora che lo formuli dentro di me con chiarezza, chi sa scrivere toccando corde che mi fanno vibrare.

13. mi innervosisce
chi dice “stai zitta”, chi non dice per piacere, grazie e buongiorno, la musica che non è musica, la banalità, il non mantenere una promessa, il lagnarsi ad oltranza senza un motivo reale.

14. mi rilassa
il bagno caldo, la musica new age, il profumo dell’incenso, la brezza marina quando fa caldo, il sabato mattina senza sveglia, le chiacchierate con le amiche, guidare di notte, il paneburroemarmellata

15. chiedo
rispetto, impegno, sincerità e lealtà

16. offro
tutto ciò di cui sono capace

17. se mi danno 10
apprezzo, ringrazio e custodisco

18. se do 10
lo faccio di prassi. Se do meno è perché sto prendendo le distanze.

19. impazzisco
per le sorprese, per i pelosi vivi (eccezione fatta per i ragni e i bruchi) e i pelosi peluche, per i quaderni, per le stilografiche, le scarpe con il tacco, e le infradito, per il rombo del motore della McLaren MP4/5 di Ayrton Senna.

20. mi deprimo
quando i pensieri sono troppi, tutti insieme, e non riesco a dar loro un giro…

21. mi vesto
quasi sempre di nero o grigio, ma mi porto dentro un numero imprecisato di colori…

22. mi spoglio
per abitudine, mi faccio spogliare per passione.

23. mi elettrizza
il progetto, il viaggio, il cambiamento.

24. mi demoralizza
il dolore di chi amo

25. mi piacerebbe
abitare in un casolare, con un giardino e tante rose, un caminetto e una grande finestra da cui osservare lo scorrere delle stagioni con una tazza di qualcosa tra le mani, e non fare queste riflessioni guardando dal finestrino di un’auto ferma in coda in tangenziale.

martedì 4 ottobre 2016

Ottobre

E a raccontarlo uno non ci crederebbe, ad un ottobre ancora con le maniche corte, con i sandali per chi osa e le infradito che riesco ancora a dimenticare in giro per casa. 
Eppure. 
Eppure va così, con le pause pranzo a prendere il sole, con il pomeriggio che fa ancora caldo e un cielo azzurro da fare invidia al migliore di mesi di maggio. 
Mi ritrovo a scrivere a cadenza mensile. Non perché non ci sia nulla di nuovo da dire. Direi che di cose nuove ce ne sono, nuove amicizie, nuove parole. Nuovi equilibri. Anche nuove assenze. Però c è anche un nuovo progetto, un nuovo viaggio, l idea di un nuovo sguardo da incrociare, l'amica da riabbracciare. Di cose da dire ne avrei, il punto è che alle volte mi manca la voglia. Mi manca la voglia di raccontarle perché la sensazione è un po' quella di perderli, poi, questi riverberi di luce nuova. Paura di sgualcirli, e allora li guardi un po' così, e li accarezzi come la prima pagina di un quaderno, che è quella che solitamente scrivi con la migliore delle tue calligrafie. Così passano i giorni. 
Spio il calendario e mi torna la voglia di riprendere i contatti con l'altra me. Mi sento come se fossi in attesa di qualcosa. Ma non di un qualcosa qualunque. Mi sento come se fossi al binario in attesa di qualcuno che sta arrivando, e senti il fischio del treno in distanza, lo vedi apparire oltre la curva. Ecco. L'attimo di attesa si sospende e dilata proprio in quel momento: quando ancora non c è, non è qui, ma ormai senti che è ormai imminente, e vedi solo il treno, ma ormai sorridi già. 



In un mare senza blu - Francesco Paolo Oreste

  Già lo scrissi, una volta, che Francesco Paolo Oreste scrive con lo stesso gioco di luci e di ombre con cui Caravaggio dipingeva le sue te...