lunedì 28 aprile 2014

Problemi zero...

Sai che c è?
Che è vero: il silenzio è oro. E' bello comunicare, condividere, dare vita a quelle conversazioni che ti lasciano arricchito, quelle a cui ti ritrovi a ripensare anche quando sei lì in coda in tangenziale e nonostante gli imbecilli patentati ti capita pure di sorridere, o dirti "no beh, forse ha ragione pure...".
Ma non è cosa per tutti. Per lo più le conversazioni si traducono in somme di monologhi. 
Ed è stancante. 
E' sfibrante. 
Mettetevi lì a ragionar con uno che vi dice "tu che cosa ne pensi". 
Ecco, siete al bivio. Se siete d accordo con lui, non farete in tempo a dire "sì... beh..." che partirà per la tangente con una cosa tipo "eh.. lo sapevo che era così... infatti" e via un fiume di parole che nemmeno i Jalisse. 
Se non sei d'accordo e t azzardi a "mah... veramente" ecco che scatta la ritorsione "ma certo... stupido/a io che l ho chiesto a te... tanto capite tutti una mazza". 
Sto invecchiando.
Evidentemente mio grado di acidume e zitellaggio è direttamente proporzionale alla mia scarsa pazienza nel tollerare i ragionamenti arditi del pene. Il fatto è che non c ho voglia. E' molto più semplice e pragmatico rispondere "guarda, quando sei contento/a tu, vuol dire che è la cosa giusta". E non significa essere ignavi, non significa non avere una posizione, un parere, un punto di vista. Significa semplicemente preservare i propri neuroni e la propria energia,  e riversarla su attività più fruttuose e soddisfacenti. Il tutto prevenendo attacchi di gastrite. 
Si potrebbe promuovere l alzata di spalle a nuova disciplina fitness... 

mercoledì 23 aprile 2014

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il silenzio quello che ti sta troppo addosso, quello che ti pesa. è il silenzio del vuoto. quello così profondo da essere assordante.
o forse è solo una giornata storta, una di quelle che "magari fossi rimasta a letto". una di quelle che sognare ti sembrerebbe l unica soluzione, almeno potresti cercare di essere dove vorresti, incontrare chi ti manca. e il restare sveglio è solo un continuo rivivere l assenza.

lunedì 14 aprile 2014

wind of change

Oh ci voleva. 
Ci voleva che La Gnocca tornasse da Cuba. Che a vederci camminare per strada sembravamo i due biscotti dei Ringo Boys. Con mille scuse che non s è ricordata della cartolina "ma anche tu che pallini c hai?" però si fa perdonare con il magnete per il frigo. 
Con il raccontarsi tutte le ultime novità e sentirsi chiedere "ma sicura che sono stata via solo 10 gg? no perché mi pare che ne hai per un mese". 
Soprattutto mi ci voleva la voce fuori da coro. Quella che sì, non me le risparmia, ma mi dà pure anche quell'attimo di equilibrio quando barcollo. Sarà che ci siamo conosciute quando in equilibrio ci si stava solo con le stampelle. 
"No ti prego... dimmi... spara a zero. Dimmi se sono diventata polemica, acida e intollerante come quelle vecchie megere che fanno i centrini con l uncinetto e sferruzzano pure ad agosto, mescolando il tè all'arsenico". 
Lei mi guarda e si ferma un attimo, ripensa ai racconti più o meno dettagliati dei miei ultimi duelli e mi fissa da sotto le lenti scure. 
"No. Non sei diventata acida o polemica. Sei semplicemente diventata. Punto. Voglio dire... stai semplicemente dicendo a voce alta quello che pensi. Nel modo in cui lo pensi. Prima o tacevi o mettevi a tacere quello che pensavi sotto una montagna di scuse e scusanti che tu stessa davi ancora prima che chi interagiva con te in quel momento potesse pensare di farlo. Adesso invece esterni le tue perplessità quando le cose che non ti vanno bene. E forse il punto è che non siamo abituati a sentirti dire no così non mi va... può essere disorientante, è un cambiamento notevole, e va recepito. Ma lasciami dire che era pure ora, te l ho sempre detto".
E già. Come scrivevo a Paola, che mi ha lasciato un caro commento nel post precedente, avevo bisogno di confrontarmi con un amica. Perché se è vero che sono contenta della svolta che sto dando, mi accorgo che è stato come dare colpi di pinna vicino al fondale sabbioso. S è alzata una nube di sabbia e muoversi è complicato. Mi sembra di parlare una lingua del tutto incomprensibile. Mi sembra che tutto ciò che dico venga recepito al contrario. E una bella sensazione. Per ora, l energia della Donna Consapevole di se stessa e del proprio valore è accerchiata dall'incomprensione e non mi riesce di vedere oltre. Non vedo la prospettiva di cose nuove, non sento la forza pulsante delle mie idee. Per ora sento solo il desiderio di non tornare indietro sui miei passi, sedermi di nuovo sui miei silenzi. 
E poi boh. 

mercoledì 9 aprile 2014

poche ma non confuse...

si passa troppo spesso il tempo ad aspettare il venerdì sera. 
con quell'attesa tipica del sabato del villaggio, carica di aspettative per dei giorni diversi. la stessa che ti fa sorridere quando, ancora sveglia dopo mezzanotte, ti ritrovi a buttare un occhi all'oroscopo per vedere se il giorno che ti attende avrà qualcosa da regalarti, o saturno sarà contro. 
ancora. 
giorni un cui vorresti chiudere tutto il mondo fuori, oltre la tua porta, giù dallo zerbino, statevene più in là. non cercatemi, non chiamatemi, non se non avete qualcosa di bello da dirmi, un fiore da regalarmi, una dolcezza in punta di dita o un pensiero carico d affetto da rivolgermi. un cesto di vimini carico d'amore e prelibatezze, solo per me, per un pic nic sul pavimento o tra le lenzuola. se non avete voglia di portarmi al mare, a fare una passeggiata in pieno centro, tenermi per mano tra la folla, o baciarmi su una panchina. 
tenete i vostri se i vostri ma lontano dalle mie idee, dal mio cuore, che non mi servono, non ne ho bisogno. io il condizionale lo coniugo ma non l apprezzo. ho fatto il cambio degli armadi, e insieme ai vestiti che non uso più, ho cacciato in fondo al sacco anche quel mio essere piccola e gestibile, poco appariscente e nascondibile. chi si vuole avvicinare, o chi è vicino se ne faccia una ragione. sono una persona ingombrante. ho un anima smisurata, di quelle che quando voglio ti srotolo davanti agli occhi facendoti ammutolire di stupore. non mi puoi infilare in un taschino. non mi si può rateizzare come una tassa, prendere in considerazione nei giorni pari, ma difficilmente in quelli dispari. che si sa, i dispari sono giorni ruvidi. sono una donna morbida ma non comoda. quindi non accomodarti. non darmi per scontata, che sconti non ne faccio più a nessuno. esiste un giorno, esiste davvero! ne ho preso coscienza ed è proprio come dicono. c è un giorno in cui ti svegli e ti dici che ti sei accontentata abbastanza, mortificata abbastanza, censurata e repressa sufficientemente. e ti dici basta. ti alzi dal letto alzi la tapparella e il sole è già un po' più alto del muro e illumina la passiflora. lo specchio ti rimanda i segni dell età ma anche di ogni singola esperienza, ogni caduta e la forza messa per rialzarsi. e gli occhi non gli abbassi più. ho smesso di nascondermi. 
io sono la donna che si sfoggia con orgoglio.  ma ci vuole carattere, e una buona dose di coraggio, e passione, e gioia di vivere. che non sono mica facile. lo so. ci vogliono le spalle larghe.
e allora teneteveli stretti, i vostri se e i vostri ma. io non so proprio che farmene. 

In un mare senza blu - Francesco Paolo Oreste

  Già lo scrissi, una volta, che Francesco Paolo Oreste scrive con lo stesso gioco di luci e di ombre con cui Caravaggio dipingeva le sue te...