giovedì 28 maggio 2015

Pezzi di cuore

Cercavo un immagine che rappresentasse "pezzi di cuore". Ho trovato per lo più cuori a pezzi, (concetto molto diverso) e cuori spezzati. 
Ieri era un altra immagine ad avermi colpita, era la Stazione di Porta Nuova a Torino, negli anni 20, simile a questa:
Chi mi conosce dai tempi di Sodalite, lo sa. Torino è entrata prepotentemente a far parte di me 23 anni fa. Mi ha regalato la passione per Cesare Pavese. 
Mi ha regalato ricordi, attimi, scorci a cui non rinuncerei mai  e per nessuno. 
Torino era ed è, casa mia. Un pezzo di casa mia, quello in cui ritorno quando ho bisogno di ricaricare le batterie, di ritrovare energia. Io non so per quale motivo, o forse sì, ma ogni volta che risalgo su quel treno non sono solo spezzata a metà tra il dover andare e il voler restare. Ma ho sempre la testa che va a mille e si fa pervadere dalla voglia di migliorare e di pretendere di più da me stessa. Torino era con me anche quando mi sono allontanata e ho iniziato sfuggirla. Quando mi sono ritrovata a tornarci un po' diffidente e mi è sembrato mi aspettasse da sempre. Quando me la sono reinventata solo mia, nelle mie passeggiate in solitudine, quando ho incrociato ancora mani e abbracci. 
Torino mi ha regalato Pezzi di Cuore (e non un cuore a pezzi). 
Chi mi conosce sa, che queste Persone fanno parte del mio DNA, che le difenderei come una leonessa davanti a qualsiasi cosa e non rinuncerei a loro per nulla al mondo. 
Chi mi conosce sa. 
E, se mai ce ne fosse stato bisogno, oggi una (altra) conferma che i Pezzi di Cuore pulsano all'unisono anche a distanza:
Ripubblico la foto qui sopra su facebook e parlo di nostalgia. Chi mi conosce sa quanto la forzata necessità di restare ferma mi stia costando. E chi non sa, scrive a cazzo: "suvvia, guarda avanti". 
Trattengo: il respiro, la voglia di mandare a quel paese. Sorvolo. Penso solo a Chi sa, ed è proprio Lei, a esserci come sempre, rispondere per me, a sua volta proteggermi: "tesoro piuttosto se ti volti indietro, mi vedi? sono quella che non vede l ora di rivederti!" Eccola mia Sorella, che mi legge nel pensiero. 
Mia Sorella che mi conosce e Sa. E i suoi occhi, che ritrovo al mio fianco e davanti a me. E non importa quanti chilometri, quante difficoltà, quanti momenti sospesi abbiamo vissuto. Lei c è. 
Ho Pezzi di Cuore a Torino e mi commuove sempre la telepatia, il cercarci trovarci e amarci che abbiamo e che supera anche i silenzi. E solo a leggerlo quel commento, è stato come ritrovarmi lì. Un teletrasporto emotivo. 
Guardo avanti da una vita, ma indipendentemente dal mio punto di vista, o dalla direzione del mio sguardo, la punta della Mole, fa sempre capolino. 

giovedì 21 maggio 2015

Borgo Dora

Ne deve scorrere di acqua sotto i ponti. Ne scorre sempre.
Che non ci si può fermare. E la Dora lo sa. Lei che di scorrere non si stanca mai, e da sempre rincorre il Po, e c'è il mare da raggiungere e quello mica aspetta.
Così scorre. 
A volte si illude di averlo raggiunto, mescola alle sue acque ma è pura illusione perché tutto defluisce, e così non ci si ferma. 
Si va. 
Su ciò riflettono gli occhi di Mari, camminano su Corso Vercelli con una scatola di cartone in mano. 
Una vecchia scatola di cioccolatini, c'era il disegno di una luna piena specchiata nel mare sul coperchio. Quello che resta è una scatola dai colori sbiaditi. 
Sbiaditi, come le foto che custodisce, e i fogli di parole scritte troppo rilette. 
Gli occhi camminano e le mani sudano. Il ponte di ferro si avvicina, poco oltre la curva. Tra le vie di Porta Palazzo le candele dei bar indiani si accendono, e si sente profumo di incenso. 
La malinconia danza con il fumo. 
La Dora scorre, che c'è il Po da raggiungere e non c è tempo da perdere. 
Un carico di lettere consumate da trasportare e da far leggere alla corrente.

mercoledì 20 maggio 2015

Pensiero sparso

Che poi a me il temporale, lì fuori, piace. 
Mettici che poi, qui dentro, ci sia un caminetto acceso, una coperta buttata per terra, della musica e due calici di vino rosso...

No, in quel caso di quel che c'è lì fuori, non me ne frega nulla. 
sys

mercoledì 13 maggio 2015

tutto qui?

Ho sempre lo stesso vizio che mi porto dalle superiori. Forse dalle medie.
Ci sono giorni in cui l'energia scarseggia e la mia concentrazione pure. E mi ritrovo con il mento sulla mano a guardare fuori da una finestra.
Prima quella della scuola, oggi quella dell'ufficio.
Guardo fuori come se la mia vita non fosse qui, non tra queste pareti a chiedermi che prezzo dare ad una lampadina, ma lì, lì fuori. A fare...
Cosa?
Se incontrassi oggi, la ragazzina che ero. Io le suggerirei (forse) di cambiare abbigliamento, che le felpe tre taglie più grandi non le porteranno fortuna.
E lei?
Lei cosa mi direbbe? Era questa Sonia che si aspettava di diventare? Se scavo nella memoria ritrovo una persona innamorata dell'arte, e dei libri. Scriveva racconti dove lei sarebbe stata a Firenze a fare la restauratrice, e il suo amico di sempre era a Roma, a fare il giornalista.
Poi non se n è fatto nulla, per entrambi.
Sonia di oggi è ancora appassionata di arte, si perde tra le parole di Alberto Angela, ma si ritrova il sabato sera mezza addormentata sul divano, spesso sfiancata dall'emicrania del w.e. Ama ancora i libri, ma riscontra una certa difficoltà nel leggere (si lavora, si corre, si corre, si lavora) e scrive sì, ma arranca.
Non credo che sia quello che si aspettava la Sonia di allora. Non può essere solo questo. Non credo che pensasse che l'età adulta, al quale guardava pensando "farò finalmente quello che voglio" fosse questa. Questa in cui ci sono io che ripenso che forse quello era il tempo di maggiore libertà che ho avuto.
Credo che entrambe "me" si stiano chiedendo la stessa cosa: è tutto qui? ci si alza al mattino, si va al lavoro, si discute e ci si fa venire la gastrite per cose che, a vederle da fuori sono cazzate, diciamocelo pure. E poi la sera si arriva a casa, semi esausti e c è la spesa, la lavatrice, le pulizie di casa e poi è tardi si deve andare a dormire che domani si ricomincia.
Non può essere solo questo.
Non riesco a pensare ad una quieta rassegnazione nel quale ormai ogni percorso sia deciso, perché così è insegnato. La mia è ancora la generazione legata al "posto fisso", e deve fare i conti che di fisso c è solo il conto corrente in rosso. Agli sguardi di chi ti vede vivere sola e ti osserva con una certa nota di compatimento, e tu di riflesso pensi a te stessa non come una donna autonoma ma come ad una zitella acida.
Quanti di questi pensieri sono stati spinti a forza nella nostra testa, e non sono nati in noi. Forse ha ragione Giordano Bruno, mentre si vive ci si dimentica di essere Divini. Abbiamo quest illusione di essere finalmente liberi eppure siamo schiavi del profitto. Se non guadagni x euro al mese sei nessuno. Se non sei un ambizioso non sei nessuno.

Ma le vere Ambizioni nella vita, sono davvero quelle che ci hanno spacciato come tali?


venerdì 8 maggio 2015

cose così

Non mancano poi tanti giorni. 
E non è nemmeno un compleanno di quelli proprio "a caso". Nel senso che si avvicina il fatidico giro di boa, e anche se il conto tondo sarà solo tra un anno, anche il dispari ha il suo perché. 
Insomma, 'na menata di tre righe e 'na parola per dire che il prossimi venturi sono 39 e bon. 
Che però è un numero che mi piace sì, (il 3 è numero perfetto, il 9 è divisibile per 3 e se lo scomponi in un quadrato ha tre cubetti per lato ed è perfetto pure il 9), insomma, ci sono ottimi presupposti che non sia una brutta età. Tenendo conto di ciò che diceva il buon Giordano, ossia che è tutto nelle nostre mani. 
Quindi, presa coscienza di quanto mi ha detto in cardiologo un mese fa "insomma... lei è giovane ma mica più una bambina", (sgrunt),  sto stilando un elenco di cose che voglio regalarmi per questa ricorrenza. Che poi non sono cose. Sono pensieri buoni. 
Complice questa giornata di sole, l'umore si rialza e mi sento meglio di quanto non mi sia sentita nei giorni passati. 
Aspetto il fine settimana con un carico di energia positiva che sento crescere man mano che le ore passano e si avvicina quella in cui chiudo la porta dell'ufficio a chiave. Non ci sono autostrade né treni ad aspettarmi, c'è la mia casa, la mia adorata Pelosetti, la prova della torta per il 19, la passeggiata al mercato e la visita ad un amica. C'è il mio paese "in fiore", forse un giro all'ikea, il sole da prendere in terrazzo e un libro da finire. 
Insomma, ci sono io. E al momento è tutto ciò di cui sento di aver bisogno. 

giovedì 7 maggio 2015

di Cose Buffe...

Alla fine ha ragione il buon Liga: "Niente paura, niente paura, ci pensa la vita mi han detto così". 
E in effetti, alle volte "lasciare andare" pare sia la sola cosa ragionevole da farsi. Ci si dibatte in pensieri, opere & omissioni, ed è un po' come agitarsi nel mezzo delle sabbie mobili, più ti spremi le meningi più ti infogni. E non va bene. 
Così, mentre mi dibattevo e combattevo la mia insana voglia di partire guardando il calendario e sognando discese ardite e risalite, è arrivata la Cassa di Risparmio in mio soccorso, levandomi ogni dubbio: digiti il pin, richiedi il saldo e dalla fessura luminosa esce il fogliettino di carta lucida con scritto "stattene a casa". Come dissipare i dubbi amletici in tre parole. 
E se è vero che l'Universo spesso parla, non è che le stelle stiano zitte. Anzi, elargiscono consigli e piene punte.
Ho disinstallato fb dal cellulare, ma ho installato l'oroscopo di Paolo Fox, e devo dire che ci piglia pure eh... tipo lasciare perdere i ritorni di fiamma (quindi niente barbecue nel fine settimana), Venere nel segno mi rende spumeggiante e sexy (anche Venere un giro per gli alcolisti anonimi però potrebbe farlo) Giove e Saturno non mi considerano, mi danno le spalle come di consueto, ma ormai pure io li bado con la stessa attenzione che do alle uscite di Dolce e Gabbana. 
L'altro giorno, il buon Paolo, mi ha detto avrei ricevuto una telefonata a sorpresa. E così è stato. 
Che poi si trattasse del Parroco di M. in cerca di rotelline smarrite,  sono dettagli. 

In un mare senza blu - Francesco Paolo Oreste

  Già lo scrissi, una volta, che Francesco Paolo Oreste scrive con lo stesso gioco di luci e di ombre con cui Caravaggio dipingeva le sue te...