C è modo e modo.
D'accordo sull'importanza della sostanza, ma anche la forma ha la sua importanza.
Anche nei rapporti più stretti.
Qualche giorno fa, F. mi ha detto "sei l unica persona che se mi dice vaffanculo non mi incazzo". Anche perché, a meno che non si stesse scherzando e la mia risata sia palese, difficilmente dico una cosa così ad un amico.
Va bene, generalmente ho un lessico che non è proprio di quelli usciti dall'accademia della crusca, ma se mi rivolgo ad un altra persona, soprattutto una che mi sta a cuore, la parolaccia non la uso mai. Non mi piace non la trovo rispettosa, al di là di quella che può essere una battuta. Ma lo scherzo deve essere chiaro. Ci sono, nei rapporti, quelli che io chiamo "i punti di non ritorno". Quei confini del rispetto che, se superati, non puoi tornare indietro come se nulla fosse. E' sistematico che qualcosa si spezzi. Dare del cretino all'uomo che amo, anche in mezzo ad una discussione, per me è inconcepibile. Puoi essere incazzata fin che vuoi, ma se ami rispetti. Se manchi di rispetto vuol dire che non ami. E a quel punto cosa ci stai insieme a fare? Si può tornare a dormire come niente fosse accanto all'uomo a cui hai dato del deficiente? Io non ci riuscirei.
Stessa cosa nei rapporti di amicizia.
Ragionando con L. lei mi diceva "con la mia migliore amica io non ho filtri, dico la cosa come la penso e mi piace sia così. con l'altra L. invece, so che il carattere è diverso e quindi modulo le cose".
Mi piacciono i rapporti senza filtri. Dove l'altra persona può dirmi quello che pensa, nel modo in cui lo pensa. Ma sono io che inconsapevolmente metto dei picchetti?
Tempo addietro mi è stato chiesto il parere in merito ad un testo. Trattandosi di una persona che conosco da molto, e trovando il lavoro pressoché illeggibile, ho cercato il modo di esprimere il mio parere nel modo più delicato e diplomatico possibile. La critica non è stata presa per "costruttiva" ed evidentemente qualcosa è cambiato, perché per tutta risposta si è cominciato a toccarmi su cicatrici aperte (tipo l'incidente e il dolore non solo fisico che ha provocato) e su ciò che sono, ad oggi i pensieri positivi, quelli della casa nuova. Cose tipo "ti piace davvero quella roba lì? bleeeeee che schifoooo".
Davanti a cose così, io mi blocco. Se mi attacca una persona da cui non mi aspetto di essere attaccata non riesco a reagire, non è che mi incazzo, resto... attonita. E non rispondo. O non rispondo come vorrei.
Giusto o sbagliato che sia prendo le distanze. Mi allontano, penso che magari non è stato volontario, che magari era una giornata difficile, che magari aveva mille scuse... ma qualcosa dentro di me cambia. Mi si spegne dentro la volontà di condividere.
Forse sono io, che vivo un po' chiusa in quella che è una torre d avorio fatta, per quanto possibile per l amor di dio non senza errori da parte mia, di buone maniere, quelle che tanto predicava zia Fedora. Sono io che predico lo spirito libero e poi sono permalosa.
Forse...
Ma sono altrettanto convinta che zia Fedora, quando diceva che era buona educazione salutare e dire per favore e grazie, non diceva proprio delle scemate demodè.