martedì 15 gennaio 2013

Nostalgia canaglia...

La giornata è di quelle uggiose. Di quelle che ti fanno canticchiare Battisti tra i denti: "ma che sapore ha... una giornata uggiosaaaa... ma che sapore ha... una vita mal spesaaa".
Come quando ero a scuola, mi imbambolo a guardare fuori dalla vetrina, il mento sorretto dal polso e lo sguardo assente. Da qualche giorno sto sognando Parigi e le foto tragicamente morte nell'impatto inevitabile dell'hard disk esterno contro le difficoltà della vita. Sogno di poter tornare a farne di nuove e di migliori in compagnia di Berta, e mi immagino a camminare di nuovo lungo la Senna. "Ho ritrovato me stessa a Parigi" diceva Sabrina nell omonimo film, guardando negli occhi il buon Harrison Ford.
Io ho ritrovato me stessa nell'organizzare il viaggio. Perché è stata la prima decisione che, dopo tempo, ho preso per me stessa, senza chiedere conferme al di fuori di me. Senza ascoltare pareri avversi, ma lanciandomi come se partire fosse stata l'unica cosa da fare. 
E lo era. 
Ho perso quasi tutte le foto, ma ho ancora l atmosfera negli occhi e nelle orecchie. Ci sogno giorni in cui i musicisti di strada riempiono l'aria di P. di note e mi sembra mi proiettino di nuovo lì, vicino alla chiesa del Sacro Cuore. Ci sono le lacrime davanti ad Amore e Psiche del Canova, il voler andare a tutti i costi nella parte del Louvre dedicata ai Pittori Italiani. 
Il voler vincere le mie vertigini salendo sulla ruota panoramica. E vedere la faccia stupita dell'addetto alla giostra quando mi ha visto salire da sola. 
Ebbene sì, i giri che ti fanno fare sono tre e il primo l'ho passato aggrappata alla poltroncina con le unghie infilate nella finta pelle! Ma poi lo spettacolo ti rapisce gli occhi e l'anima, e continui a girarti da una parte e l altra a strappare foto e immagini che vorresti tenerti strette più possibile e non dimenticare mai. C è lo stupore di trovarsi finalmente davanti alla Tour Eiffel, le interminabili code che si fanno per poterci salire, l idea malsana di farlo a piedi (all'epoca il ginocchio era ancora integro), e non riuscire ancora a crederci, di esserci ancora, essere davvero lì. 

ho voglia di tornarci, ho una gran voglia di tornarci... 

On Air: (la colonna sonora del viaggio Parigi Agosto 2010) Je Veux - Zaz

(le foto sono le mie, tra le pochissime salvate)

3 commenti:

  1. Parigi, mannaggiatte cosa mi fai ricordare!!!
    Parigi la adoro, letteralmente, è una città che per certi versi paragono a Firenze, per l’atmosfera che si respira e caso strano, adoro anche Firenze e ancora caso più strano – probabilmente è questo il motivo di così tanta adorazione – ho conosciuto Parigi a causa di Firenze ed è presto spiegato.
    Hai un po’ di tempo? :-)

    Vivevo a Firenze, dove frequentavo con fasi alterne, l’università e un bel giorno ho conosciuto una ragazza, un’americana, della quale mi sono perdutamente innamorato (entrambi, mannaggia). Viveva a Parigi con i suoi genitori ed era a Firenze per imparare l’Italiano. Non era ancora molto esperta della lingua, per cui, un po’ in francese, un po’ in inglese (poco devo dire) e un po’ in siciliano, si riusciva ugualmente a comunicare. Non è che ce ne fosse bisogno in effetti, ma quel poco, ci si accontentava. Un bel giorno deve rientrare a Parigi e così d’estate vado a trovarla. Parto con il treno, con un biglietto scontato perché universitario, con uno zaino e un sacco a pelo (nel caso fosse servito) e così inizia l’avventura. Sono rimasto lì quasi per tre settimane, facendo fuori tutte le mie sostanze che erano già non molto polpose, cioè praticamente sono ripartito senza più una lira in tasca. E in tutto quel tempo, lei mi ha fatto girare Parigi in un modo fantastico. Mi ha persino portato a visitare la Reggia di Versailles. Alla fine mi sembrava di esserci sempre stato, cosa che mi è tornata utile qualche anno dopo ritornandoci.

    Ecco, forse è per questo che l’amo, ma è innegabile che sia una città magica, impossibile non amarla.
    Sono ripartito con 5 franchi in tasca, dieci pacchetti di sigarette e dopo tre giorni di autostop, (il sacco a pelo è stato provvidenziale) sono arrivato a casa. Mannaggia, praticamente distrutto.
    Ci sono ritornato altre volte e ogni volta era come se fosse stata la prima volta.
    E a proposito del Sacro Cuore, questa foto l’avevo scattata proprio in quella vacanza, con pellicola ovviamente.

    http://ilmondodiarthurphoto.wordpress.com/2012/03/09/parigi-sacre-coeur/

    Eccoci!

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  2. beh! però vuoi mettere? è un esperienza che ti è rimasta a dir poco nel cuore!
    in Italia lo stesso trasporto che tu hai per Firenze ce l ho per Torino.
    io sono a casa quando sto a Torino.

    ciao Arthur.

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  3. Buon Giorno cara Sys, sì, l'esperienza è rimasta impressa nel mio cuore, purtroppo quella storia dopo è finita quasi subito, d'altra parte, gli amori epistolari non sono mai una buona cosa, creano delle aspettative che alla lunga stravolgono un po' tutto il rapporto che, invece, ha bisogno, necessità, di alimentarsi nel quotidiano (reale).

    Evvabè, piccola digressione sul tema.

    Ciao Sonia, buona giornata. :-)

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