venerdì 22 giugno 2012

di zie e Nipoti...

io sono la zia sciroccata. 
quella non sposata e che non ha figli, ma che tratta la gatta come se fosse una figlia. 
quella che di maestri e pannolini non sa nulla, ma che si mette lì in divano in mezzo a loro a curiosare il cellulare nuovo o farsi raccontare l ultimo libro fantasy letto. 
quella che hai i peluche sopra la scrivania e fa collezione di tazze,quella che quando c è qualcosa che non va chiama il loro padre con gli occhioni da cerbiattone ferito, e che quando è seduta in mezzo a loro viene guardata dal suddetto con lo stesso sguardo paterno.
quella che fa ancora l imitazione di roger rabbit, sa le battute del re leone a memoria canticchia i testi dei pooh e si arrende davanti al un indovinello di matematica, ma si lascia anche prendere in giro per essere rimasta la più piccola in altezza di entrambi.
quella che si è tagliata i capelli perché era pettinata proprio identica alla figlioccia che ha ventanni di meno e i jeans più strappati del nipote che di anni ne ha proprio venti. 

ieri sono stata la zia che è arrivata con le pizze a casa loro. che nessuno aveva fame ma poi sono finite lo stesso. che ha fatto la pagliaccia e ha ingannato il tempo facendosi spiegare come funziona la connessione wiiquellarobalì, quella che ha provato a dare consigli sentimentali al nipote che voglio dire sei sicuro di volerlo chiedere proprio a me? sìì echeccavolo, io sto iniziando a parlare come mio padre ma ti rendi conto? beh, pure io inzio a pensare come tuo padre (denominato il Filososo) starò mica invecchiando? e ho fatto da argine al fiume in piena, e parlato di storia con la più piccola e vestita la faccia del "è solo un messaggio di un amica" quando invece era il Fratellone, a scrivermi che non c era più nulla da fare. 
e mi sono chiesta dove andare a caccia di parole per dirlo a lui, che è il più grande dei due. mentre bussavo prima di entrare nella sua camera e lui se ne stava lì abbracciato alla chitarra, e se l aspettava da un momento all altro che.
io che prima di dire penso e scandaglio, e invece non mi veniva in mente nulla e allora mi sono seduta accanto a lui e gli ho detto solo "io non ho una buona notizia da darti..." e mi sembrava l unica frase e la più cretina insieme. 
ieri ero la zia che stava casa con i nipoti, non per spiegare perché il loro nonno se ne sia andato, che una spiegazione chissà se esiste. ero semplicemente lì perché non credo ci fosse un altro posto dove avrei potuto essere. con tutto che non sapevo da dove cominciare e dove finire, ingannavo il tempo e il silenzio con parole un po' da pagliaccio e una mano sulla spalla che mica lo so se stringevo poco o tanto. e mi chiedevo come si fa, come fanno i genitori a trovare le parole da dire i giusti gesti da fare, davanti ai piccoli problemi o ai momento tristi come questo. eppure ci riescono e hanno forza inesauribile. guardavo mia cognata capace di consolare la piccola quando a sua volta sapevo che era spezzata dentro. e l ho ammirata e le ho voluto ancora più bene.

a mezzanotte e mezza il Nipote mi scrive grazie, grazie ancora di tutto. e grazie che mi hai ascoltato
e io mi sono sentita la zia un po' meno sciroccata del solito.
 


mercoledì 20 giugno 2012

Un sogno che si realizza



L'ultimo lavoro di Morena Fanti.
Assolutamente imperdibile! 
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Vi segnalo, inoltre, che la splendida copertina è opera di Arthur.

CONGRATULAZIONI SOCIA!

martedì 19 giugno 2012

Assicurazioni poco Rassicuranti

C è da dire che, si sa. 
Se la fortuna è cieca, la sfiga ci vede benissimo. Ormai è un dato di fatto. 
C é da dire anche che le sfighe nella vita sono ben altre, ma è chiaro pure il fatto che un susseguirsi di piccole e medie sfigarelle sommate insieme, crea una vorticosi di sentimentimenti bilaterale e asimmetrica mica da ridere.
Così, dopo aver perso tempo e guadagnato veleno per contrastare una cartella dell Agenzia delle Entrate, e la grande soddisfazione per averla spuntata, ora il Golia che io, piccola Davide della Valpadana mi trovo a fronteggiare è la mia assicurazione. Quella che dovrebbe tutelare me e la Puffa per capirci. Almeno sulla carta e "par la zente che vede" si dice da queste parti. 

In sintesi: venerdì pomeriggio, puffavo con la Puffa in tangenziale direzione ufficio. In un tratto di tangenziale a tre corsie, un camion con rimorchio che trasporta ghiaia mi supera e piglia in pieno un dislivello dell asfalto lasciando cadere uno tzunami di ghiaia che regala alla mia little car un effetto peeling di tutto rispetto.
Per inciso, ho ancora un sasso incastrato nella ghiera della presa d aria. E al momento lo lascio lì per ricordo che non si sa mai. 
Riprendo fiato e con le ginocchia che fanno Aldo Giovanni e Giacomo, ingrano la marcia e cerco di andarmelo a ripigliare, ma riesco a leggere solo la targa del rimorchio prima che quel pirla se ne esca tranquillo e ignaro all uscita n. 21.
Il parabrezza e il blu di Puffa del muso sono a pois. 
E già fa improvvisamente caldo. 
E già i miei ormoni sono in circolo e pronti a fare bisboccia... insomma... sono di un incazzato tendente al sadico che Zeus solo sa. 
Ma la parte divertente ha ancora da giungere. 
Il mio consulente informatico, nonché consolatore della mia anima afflitta, nonché seconda pelle, nonché adorabile rompipalle quando serve, insomma, l'Altra S. non mi consiglia, mi impone di chiamare la mia assicurazione e denunciare l accaduto. Ma è venerdì pomeriggio e gli assicuratori non lavorano. Porelli.
Chiamo la Stradale: ha da denunciare la cosa all Assicurazione, dicono pure loro. 
E via di fax. 
Ieri mattina chiamo i Rassicuranti e la Sciura M. mi dice "guardi... deve prendersi un oretta, e andare al PRA, perché se ha la targa le dicono a chi è intestato il mezzo... e poi noi si può provare a fare qualcosa..., sa, noi non abbiamo nessuno che possa lasciare l ufficio e andare al PRA..."
Vorrei far notare che la mia assicurazione si trova in via dei sciroccati n. 3 e il PRA in via degli sciroccati n. 18. Ma va bene, andiamo... prendiamo permesso e andiamo al PRA e recuperiamo i dati del pirla. Ohmmmmm...
Richiamo la Sciura M. per dirle che ho il documento in mano e che sto inoltrandoglielo mezzo fax... e lei risponde: 
“sì ben dai… e comunque io l avviso… noi possiamo fare solo una richiesta di risarcimento danni… non è nulla scontato che poi si ottenga. E comunque la polizia avrebbe dovuto… beh ma non s è nemmeno fermato in effetti… oh boh… insomma vedremo… la lascio che c ho due persone e sto dettando… ” (???)

Ora, io non sono stata risarcita nemmeno dal fondo Vittime della Strada nonostante una denuncia per lesioni colpose e omissione di soccorso, in quanto chi mi ha causato l incidente e poi mi ha lasciata in mezzo alla strada senza nemmeno preoccuparsi fossi viva,  erano due ciclisti e quindi mezzi non targati e non assicurati. E il FVdS risponde solo per mezzi che pagano l assicurazione (eh se no, signora mia... qui se no noi si va in perdita... eccerto perché non c ho pensato, io invece c ho tutto di guadagnato invece...). 
Non sono poi così fiduciosa del fatto che questa volta vada meglio. Certo che se chi ben comincia è a metà dell opera... sto in una botte di ferro proprio...  


domenica 10 giugno 2012

Andamento Lento

Solitamente apro gli occhi e faccio mente locale su ciò che devo fare durante la giornata. Come sarà in ufficio, se sarò sola o se ci sarà qualcuno perché questo è uno di quei particolari che ti cambia l economia della giornata. E poi nell ultimo periodo ho giocato a tetris tra gli impegni di dentista, visita di controllo all inail per verificare se la gamba è ancora aromatizzata al titanio oppure no (hai visto mai che nel giro di un anno le placche e i chiodi si siano sciolti da soli miracolosamente).
Stamattina invece detto io il ritmo. Apro gli occhi con la voce della mia "sveglia" il suo buongiorno con la seconda o un po' più lunga e la mia ancora troppo impastata per rispondere qualcosa di più o meno cosciente. 
E poi mentre mi preparo il caffè penso a quello che dovrei fare, tipo elenco mentale. Una volta compilato il tutto decido che posso farne anche a meno. 
Oggi è il tempo a decidere il suo ritmo. Come il sole che non ha ancora capito se splendere o starsene nascosto e per i fatti suoi sotto una coperta di nuvole. Lascio che il tempo scorra con il suo disordine lento e quasi inconcludente. Riempio il lavello per lavare i piatti e intanto chiacchiero con Valentina da terrazzo a finestra. Saluto le piante, in particolare Mafalda che ha deciso di accogliere una pianta di pomodori nel suo stesso vaso e mi chiedo da dove l abbia raccattato, ma Mafalda (pianta a cespuglio verde intenso) non è così territoriale e dice che il pomodoro le fa compagnia e insieme stanno bene, c è posto per entrambe. La passiflora ha fatto qualche foglia gialla ma forse è colpa mia, ho scazzato con l acqua mi perdonerà! Intanto l aiuto a stiracchiarsi sul bastoncino al quale pare essersi affezionata molto. Bengiamino è cresciuto molto rispetto all'anno scorso e Leandro (l oleandro) pare si stia riprendendo dopo l attacco di pidocchi e ci sono cespuglietti di foglie che fanno capolino qui e lì. 
Taglio a metà un limone che arriva da un altra pianta coccolata che abita molto più a ovest di qui. Ha il profumo e l intensità di chi la coltiva. E come il suo giardiniere ha tanto di quel succo e polpa gialla da offrire che quasi ti manca il coraggio di mangiarlo. Ma i frutti nascono per beneficiarne, e sarebbe un delitto sprecare tanto ben di Dio. E' un limone che rende più dolci. 
Melli fa la preziosa e reclama il servizio in camera. Non so per quale motivo non abbia tutta questa voglia di uscire da sotto al letto, allora la ciotolina per pranzo finisce sotto il letto. Mi fa pensare a quando mai madre apparecchiava per me e mio fratello davanti alla tv quando facevano il cartone animato di Asterix. Era l unica volta che si faceva deroga al mangiare tutti insieme in cucina senza tv. 
E mi sembrava festa grande. 
E allora festa grande sia anche per la mia Pelosa che se lo merita di essere viziata un po'. 
Mentre M & D viziano me, con una telefonata interminabile in cui M dice di sentirsi un po' nonna, mentre mi racconta di zen e arte della seduzione, e invece risplende di una luce che posso vederla fino a qui nonostante i 550 km che ci separano. E quando riaggancio mi sento così bene che nemmeno una giornata in beauty farm. E finalmente lavo i piatti, considero l idea di pranzare che poi devo farmi la tinta, ma ho voglia anche di guardare quel film che ho visto solo 300 volte e arrivare a 301 non è male, tanto ho un pomeriggio a disposizione, non c è fretta. Oggi ho abolito il verbo devo, ho rispolverato il "mi va di fare..." e lascio all estro del momento il decidere che cosa. 
Ma con calma. 
Con molta calma. 

In un mare senza blu - Francesco Paolo Oreste

  Già lo scrissi, una volta, che Francesco Paolo Oreste scrive con lo stesso gioco di luci e di ombre con cui Caravaggio dipingeva le sue te...