lunedì 14 dicembre 2015

Caro Babbo Natale

"Sono sempre i sogni a dare forma al mondo" mi ha suggerito l'Altra S. stamattina.
Se così fosse credo che il mondo, ai miei occhi, avrebbe più la forma di un marshmallow. Qualcosa di morbido e dolce, e non una sfera sgusciante che non si riesce a trattenere mentre gira su se stessa e ti fa perdere l'equilibrio.
Eppure un sogno sabato mattina l'ho visto avverarsi. Dico sempre che stupirmi è complicato. Sono così abituata alla disillusione, che ogni sorpresa vale doppio. Eppure.
Eppure mi piace pensare che sia ancora spazio per lo stupore, per la meraviglia dell'inatteso.
Trascorro giorni lenti. Di quelli che guardi l'ora e le lancette sono sempre ferme lì statue di sale. Guardo alle feste che arrivano con ansia. Perché ci sarà tempo libero in cui la mia testa andrà in palla, comincerò a pensare a dove vorrei essere e probabilmente non sarò. 
Vorrei avere lo Spirito Natalizio che mi sono tenuta stretta per tanti anni, nonostante tutto, nonostante la Perdita quella Vera, aggrappandomi al ricordo e alla voglia di non cambiare le tradizioni. Fossi capace di ritrovarne un po', come accade con gli spiccioli dimenticati in fondo ad una tasca dimenticata, mi metterei lì a scriverti una lettera, con la stilografica quella blu. E ti direi che ho un solo desiderio. Lui. 
Regalami lui, fammi arrivare lui. Lui con i suoi silenzi e la sua confusione. Lui con la sua paura di lasciarsi andare e un muro di durezza radicato intorno. Lui con le risate che raramente gli accarezzano gli occhi, ma quando accade sono capaci di illuminarti anche la notte. Lui che ti abbraccia poco, ma quando lo fa ti toglie il fiato. Dammi lui, con le sue distanze e complicanze, con la sua indipendenza e i suoi spazi, la complicità e i momenti di estro. Portami lui. Esattamente così com'è. E mi regalerai il più leggero dei sorrisi. 



giovedì 3 dicembre 2015

cose così

Ascolto questa canzone da giorni, in loop. La trovo ipnotica, un po' per quell'accordo di chitarra (credo) che si ripete sempre uguale, un po' per il suo tono basso, il tono e la voce che vorresti sentirti sussurrare all'orecchio da qualcuno steso se non accanto, direttamente su di te. Con le sue mani infilate tra i tuoi capelli e le gambe che si intrecciano e si raccontano storie. 
Sono qui che aspetto. Non mi creo illusioni, ma coltivo speranza. 
Ho voglia di tagliarmi i capelli. Una volta tutti mi dicevano di tagliarli e io rispondevo no. Oggi sono io che ho voglia di tagliarli più o meno da sei mesi, e tutti mi dicono di no. 
Ho voglia di prendere un treno ma taccio. Non riesco a fare progetti di qui a tre giorni, figuriamoci da qui a un mese. 
Sto imparando a fermarmi ed aspettare. Ma solo nei giorni pari, nelle ore dispari. Il resto del tempo lo passo scalpitando e agitandomi, e poi calmandomi ripetendomi cose belle come un mantra.
Non mi riesce di scrivere troppo. Avrei più voglia di parlare, di toccare e di sentire. Avrei più voglia di quella chitarra ipnotica e di parole sussurrate all'orecchio. 
Se di parole ci fosse bisogno.  

In un mare senza blu - Francesco Paolo Oreste

  Già lo scrissi, una volta, che Francesco Paolo Oreste scrive con lo stesso gioco di luci e di ombre con cui Caravaggio dipingeva le sue te...