venerdì 21 dicembre 2012

Buon Natale..


Postare con il cellulare è impensabile... e ancora non so se ci sarà modo di collegare il pc ad una qualsivoglia chiave di connessione, che nel carrello dei desideri il pc ha avuto un violento slittamento verso il basso e ha lasciato il posto ad altre priorità. 
Ciò non toglie che sono contenta lo stesso. Ho appena scritto ad un Amica che ho Fame di Tempo. Tempo per dedicarmi a me, alle mille cose che devo fare e non ho mai tempo, a riprendere e spolverare le idee che tengo nel cassetto da troppo davvero troppo tempo. Ho voglia di mettermi lì in casa ed alleggerire i cassetti e le cose che mi porto dietro da un sacco di tempo e non so nemmeno perché. Ho voglia di bagnare ancora i pennelli e vedere che ne esce a mescolare un po' le tempere. Ho quel manoscritto sopra la scrivania da mesi che è più la polvere che le parole... Sembra che debba stare a casa mesi e invece saranno circa 15 gg, come quando si andava a scuola. 
E' il primo Natale dopo anni in cui non c è un treno prenotato da mesi, ma c è un angolo di cuore che comunque resta pronto a partire. Basta un Sì e si mette in movimento, diventa capace di volare. Ma comunque sarà andrà bene, perché in questo anno complicato ho capito che non importa il tempo, non importa quanto spazio quanto pesa la distanza. Gli occhi hanno bisogno di delineare ma il Cuore di miopia non soffre mai.
Vi auguro giorni di pace, e lo so, lo dico spesso. Di respiri lenti. Sarà che per tanti anni il mio respirare era segnato dall'ansia, ma tornare a respirare con la calma e la serenità è stato un regalo immenso. Vi auguro di poter accantonare i pensieri complicati, di godere delle piccole e semplici cose che l ingegno ci fa assaporare quando il gioco si fa duro. Vi auguro di ritrovarvi insieme intorno ad un tavolo per godere della compagnia di chi c è e non perché "s ha da fare". Vi auguro di ridere, ridere con gli occhi, con le spalle se mi agitano perché una risata è un toccasana... ridere di cuore. 
Buon Natale. 


mercoledì 19 dicembre 2012

Scriveregiocando


Dal grande impegno di Morena Fanti e Arthur, anche quest anno on line.
A loro il mio GRAZIE per avermi dato una grande possibilità e una considerevole dose di comprensione.
Avete fatto un lavoro spettacolare!

martedì 18 dicembre 2012

Segnali di Vita...

Padova - foto di S. effetto di S. 
Quando apri gli occhi su una giornata così, urge correre ai ripari. 
Che poi si sa, anche il più pagliaccio dei pagliacci ha di fondo un'anima malinconica, e il naso rosso scivola giù fino in fondo alla tasca. 
In mio soccorso arriva il sig. B. che, come ogni anno per Natale mi fa pervenire una scatola di cioccolatini della Venchi. 
Certo, non ha la benché più pallida idea del perché e del per come io ami così tanto questa marca. Ma guardo il nastrino marrone con la scritta oro e non riesco a non sorridere.
Guardando tra i file archiviati ho riaperto la planimetria di Casetta Nuova, che è ancora lì che mi aspetta e io sono ancora qui che la penso. Ho bisogno di rivederla per ricordarmi che sì, è vero sta aspettando proprio me. Con  il suo corridoio ampio e le finestre ariose. E ancora non sono sicura che sia proprio così, che sia "mia".
Il mio stereo sta dando segni di squilibrio. Riesce a leggere solo pochi cd, e nemmeno tutti i giorno  e nemmeno sempre li stessi. Domenica mi ha concesso di risentire il buon vecchio Franco, e solo al quarto tentativo di "spegni e accendi e ricordati che non sei un frullatore".  Mi porto ancora nelle orecchie il suo Segnali di Vita, c è una frase che mi suona dentro, gira intorno ai miei pensieri ci si attorciglia, come fosse il suo dito intorno ai miei riccioli appena tornati a casa (ed era ora... quanto mi mancavano... dovevano essere una cosa tipo Carmen Consoli, al momento sembro più Giovanni Allevi, ma finalmente sono di nuovo io, sono di nuovo nella mia pelle, nella mia testa).
Le idee iniziano a prendere forma, sussurrano nuovi progetti all'orecchio e trovano strade dove prima  c era solo una gran confusione.
Inizio a progettare, inizio a contare i minuti che mi separano dai tanto attesi 15 gg di tregua e di tempo tutto mio da regalarmi.
Inizio a progettare, a immaginare nuove soluzioni.
Nemmeno la nebbia più fitta è statica. 

On Air: Segnali di Vita - Franco Battiato

lunedì 17 dicembre 2012

Di neve, di gomme e sorrisi...

Ci sono quei giorni un cui uno si chiede "perché?".
Perché ho deciso di alzarmi dal letto e inoltrarmi nei meandri di questo nostro mondo impazzito... 
Venerdì è stato uno di questi. 
Giovedì sera, dopo la lezione di Pilatesfit e Yogafit, ho arrancato verso casa, in quella che sicuramente non era la posizione del guerriero, bensì dell'ippopotamo sfatto. Mettere la Puffa in garage era pura utopia, e incurante dei messaggi di Giuliacci, la lascio a pernottare davanti casa. Così la ritrovo la mattina e fin qui... ce la possiamo ancora fare. 
Le ore passano e la neve di converte in acqua, ci deve essere qualche Marantega che gira con una bambolina voodoo con le mie sembianze in qualche parte di questo grande universo, ciò nonostante arriva sera e finalmente l ora di andare a casa.
In tangenziale mi accorgo che qualcosa non mi torna, la Puffa ha qualche difficoltà a procedere in linea retta e più vado avanzi più il problema si fa evidente (lasciando per un attimo il volante, il guardrail si fa  pericolosamente vicino)
Non ci vuole una laurea in ingegneria nucleare per capire che la gomma a destra  a terra, ma mica posso mollare la macchina qui... all'ora di punta poi. 
Prendo la prima uscita, pianto le doppie frecce e andando piano piano e radente a destra, l'idea è quella di raggiungere il posto più sicuro dove posso lasciare la mia adorata senza l angoscia di trovarne tre il mattino dopo, ossia il piazzale del benzinaio dove mi rifornisco sempre, che per ovvie ragioni la mia auto la riconosce e l'indomani magari avrà il buon cuore di aiutarmi. Bene, dal momento in cui partorisco questa idea, scatta il quarto d ora più lungo della mia vita. Nonostante le doppie frecce sempre accese, e la velocità di una tartaruga con l'attrite, e la cura di starmene più possibile al lato della strada, la fauna degli automobilisti si è notevolmente distinta. 
Ora, non vorrei fare la snob come il mio solito ma ho avuto modo di notare questa fantasia di atteggiamenti:
  • Portato sani di Audi o di berline di una certa entità: mantengono distanza di sicurezza, attendono il momento favorevole, superano con buonsenso e morta lì. 
  • Portatori insani di Suv, e di auto presunte chic: arrivano ad appoggiarsi alla targa, sgasano il motore come a frustare i poni spacciati per puro sangue, poi fanno per uscire poi rientrano fanno per uscire poi rientrano quando finalmente superano lo fanno con un passaggio radente tale da potergli alitare sullo specchietto retrovisore. 
  • Portatori squilibrati di vecchie utilitarie che vanno ancora a benzina rossa con additivo o primi esemplari di benzina verde ma verde scamarcio: suonano. suonano e imprecano e si danno alla mimica corporale quasi uscendo dai finestrini. 
Ma a Natale non siamo tutti più buoni?
Con questo dilemma e qualche pensiero scurrile ho raggiunto casa. A piedi, tra la pioggia i rimasugli di neve e quelle 5 linee di febbre a farmi compagnia. 

Sabato mattina però, il mitico benzinaio mi fa fare pace con il mondo: arrivo lì alle otto e mezza e lui non solo aveva riconosciuto la Puffa, ma si era accorto del problema ed era già intervenuto rigonfiando la ruota e controllando un paio di volte se perdeva pressione o no. "Ti devo qualcosa per tutto questo disturbo? te l ho abbandonata qui, ma non sapevo cos'altro fare" "Ma no, che scherzi, per te poi? per così poco... hai fatto bene... Se dovessi avere problemi ritorna tranquillamente, ma secondo me era solo sgonfia... E comunque se non ci si aiuta un po', dove andiamo a finire?" 

Il mio sorriso batte maledizioni della Marantega 1 a 0! 

venerdì 14 dicembre 2012

Difficile postare...


mi sento... come dire... osservata... 

On Air : Sole - Negramaro 

E proprio oggi che il cielo è azzurro,
è troppo azzurro,
E non c’è macchia gialla
neanche a immaginare
Ma se guardo in basso
e vedo te in un istante
Poi capisco che è finito
dentro te proprio quel sole,
E adesso è il momento in cui vorrei cantare,
ritrovare la mia voce,
Quella persa come ho perso il sole,
Se mi giuri che rimani
io ti lascio la mia voce
Ci saranno altri silenzi,
altri tempi da sbagliare, amore
amore.

giovedì 6 dicembre 2012

Senza Fiato

Sono riva di un fiume in piena 
Senza fine mi copri e scopri 
Come fossi un'altalena 
Dondolando sui miei fianchi 
Bianchi e stanchi, come te - che insegui me. 
Scivolando tra i miei passi 
Sono sassi dentro te - dentro me 
Se non sei tu a muoverli 
Come fossi niente 
Come fossi acqua dentro acqua 

Senza peso, senza fiato, senza affanno 
Mi travolge e mi sconvolgi 
Poi mi asciughi e scappi via 
Tu ritorni poi mi bagni 
E mi riasciughi e torni mia 
Senza peso e senza fiato 
Non son riva senza te 

Tell me now 
Tell me how am I supposed to live without you 
Want you please tell me now 
Tell me how am I supposed to live without you 

Se brillando in silenzio resti accesa dentro me 
Se bruciando e non morendo tu rivampi e accendi me 
Stop burning me! 
Dentro esplodi e fuori bruci 
E ti consumi e scappi via 
Stop burning me! 

Mi annerisci e ti rilassi e mi consumi e torni mia 
Stop burning me! 
(Get out 
Of my head 
Get out 
Of my head 
Get out 
Of my head 
Get out 
Of my head! Aaahhh) 
Want you please tell me now 
Tell me how am I supposed to live without you 
No, please, don't tell me now (touch me) 
Tell me how am I supposed to live without you 
No 
Please 
Don't

On Air: Senza Fiato - Negramaro 

lunedì 3 dicembre 2012

Quasi inverno...

Stamattina la Puffa aveva il musino ricoperto di ghiaccio e il freddo è apparso bubbo. Finalmente sole che di pioggia ne è caduta così tanta che pensavo mi sarei risvegliata sotto forma di lichene d'Islanda. Le montagne dell'altopiano di Pianezze sono già innevate, e, come spesso ho detto. Mi piacciono le giornate così fredde e nitide da farmi vedere le montagne bianche anche da qui. Che sono qui a Est e mi sembra di essere lì ad Ovest dove vedere le montagne innevate è quasi normale. 
Ieri ho passato la mattina in centro con l'Admo per la vendita annuale dei panettoni. E' stato divertente nonostante la pioggia, nonostante chi ti schiva pensando che gli voglia vendere una multiproprietà o una enciclopedia. La parte più bella è quando vedi i bimbi più piccoli sorridere fino alle orecchie per il palloncino regalato. Esistono ancora momenti genuini. 
E poi il pomeriggio con mia madre in una di quelle serre mastodontiche, che non hanno solo piante ma anche addobbi di ogni origine e natura, divisi per settori, suddivisi per colori. Alberi di ogni altezza e musica di Natale di sottofondo. 
Ma è ancora presto, sarò che si vedono luminarie già accese da metà ottobre, sarà che per lavoro ci vivo in mezzo da luglio, ma prima cominciano ad apparire babbi natali più mi tengo la voglia di attendere l'8 dicembre, perché solo dopo quella data si pensava a Natale, con mio Padre che progettava il presepe ogni anno diverso, per ambientazione e scenografia. E ogni anno c era da stupirsi, alle volte da incazzarsi (mia Madre quando ha scoperto che Natale 1984 sarebbe stato all'insegna del deserto, con il presepio carico di sabbia che s aveva da spazzare ogni sacrosanto giorno, ma quanto era bello! e poi a mio Padre non si poteva certo dire di no, che ti guardava con quel sorriso da sotto il baffo nero e si faceva perdonare tutto...). 
Non ho ancora pensato a nessun regalo, che quest anno vorrei avere solo tir di pace e sciogli pensieri da regalare a chi mi sta più vicino. Che i pensieri invece ce ne sono e tanti. L'unico regalo che ho comprato è proprio quello per Papà. Perché quando ti strappano i riti ne devi creare necessariamente di nuovi. E allora ogni Natale mio Padre ha un fiore natalizio diverso. Gli ho sempre regalato una rosa, io che sono il suo fiore di maggio. Ma quest'anno si osa, quest'anno si cambia, con un fiore di gemme blu intenso da legare con una foglia di felce argentata. Perché c è bisogno di vedere sberluccichi e riflessi di sole. Ne abbiamo bisogno tutti.
Perché il Blu è il mio colore preferito e non solo il mio. Perché vorrei che Lui che da lì mi segue e ogni tanto ci mette la pezza sui miei errori sui miei danni, sui passi incerti, si ritagliasse un po' di tempo per buttare un occhio anche su qualcuno che è il mio Blu. 
E so che lo fa, ne sono sicura.  
Così arriva un po' di quella polverina magica sui pensieri e sui desideri. E benché li si provi a tenere ancora un po' a freno ci si trova a sognare, a buttare lì un progetto per un treno e una via di mezzo, per inventarsi sorrisi anche deve si fa fatica a trovarne, perché non sempre basta un palloncino, ma sorridere resta comunque qualcosa di contagioso. 




In un mare senza blu - Francesco Paolo Oreste

  Già lo scrissi, una volta, che Francesco Paolo Oreste scrive con lo stesso gioco di luci e di ombre con cui Caravaggio dipingeva le sue te...