Alla fine ha proprio ragione Bruno:
un chissenefrega è quello che ci vuole.
sarà che ho voglia di vacanze, che il peso dell'inverno dell'anno si fanno sentire, sarà che ne ho semplicemente le scatole piene di tante cose che rasento l'intolleranza.
E allora sarebbe da mettersi lì e discutere, capire fare e brigare.
E io non ne ho voglia.
Per giorni non avevo nemmeno voglia di tornare qui, e scrivere. Perché poi mi ritrovo a fare i conti con chi avanza le pretese di voler sapere il perché ho scritto una cosa piuttosto che l'altra, se mi riferissi a tizio piuttosto che a caio.
E io non ne ho voglia. Non ci tengo affatto.
Di dover giustificare cosa dico, cosa faccio, perché lo faccio, perché lo penso. Chi vedo chi incontro e perché.
In questo periodo tortuoso iniziato non so più quando e non ancora finito, mi sono scontrata più volte con le MIE di aspettative deluse, e con tutto il rispetto delle vostre non me ne frega un accidempoli. Probabilmente se così fosse girerei per altri blog, a dire la mia, oppure sarei la prima a chiamare a scrivere a chiedere.
Invece no. Non posso nemmeno dire di essere stanca di... semplicemente non mi interessa. Ecco. Mi sembra più onesto. Non mi interessa.
Non mi interessa più di correre e di rincorrere, specialmente coloro che sfuggono per il gusto di sentirsi rincorrere. Non mi interessa più esserci. Non voglio più essere la presenza rassicurante a cui rivolgersi nei momenti no, e poi poter accantonare nei momenti sì per poi tornare a farsi medicare. Ecco. Ho smesso di fare servizio di ambulanza 5 anni fa, smetto di fare Candy Candy a partire da adesso.
Chissenefrega.
Delle vostre frustrazioni, delle vostre paturnie, dei vostri mille impegni che vengono prima e che sono tutti sacrosanti. Dell'ordine delle vostre priorità che mi vede in posizione stabile al 15° posto, che a momenti mi danno il telegatto per la costanza.
Chissenefrega.
Non ho più voglia di giustificare a priori, di capire a monte, di proteggere anche dalla mia stessa perplessità chi non dà per scontato il fatto di ritrovarmi lì anche a distanza di mesi. Mi rendo conto che molto spesso non sono le persone a "sbagliare" ma sono le nostre aspettative a fare danni. A crearci illusioni. Lo ammetto: io sono una di quelle che, molto spesso, si aspetta di avere di rimando le stesse attenzioni che elargisce. Ma non è scontato, e non è detto. Problema mio, ne prendo atto. Ma dato che non solo non sono capace di essere diversa, ma non voglio nemmeno essere diversa, perché quando sono così e la Persona che ho dall'altra parte capisce e mi dà le stesse emozioni, io sono felice. E allora, credo che la soluzione migliore per me sia una chiara, netta, insindacabile selezione delle persone a cui dedicarmi come ho sempre fatto. Con la stessa devozione. E rispondere in modo altrettanto insindacabile con un chissenefrega alle altre.
Voglio smettere di pensare di essere sempre io il problema, di non essere abbastanza "qualcosa", di non essere all'altezza.
Voglio provare l'ebbrezza di non mettere sempre in discussione la mia autostima, bensì di pensare, almeno qualche volta, di aver intercettato degli stronzi e che come tali devo trattarli.
Ecco.
Ah, nel caso in cui questa nuova politica non sia di vostro gradimento, dovete sapere una cosa:
francamente, me ne infischio.