giovedì 21 maggio 2015

Borgo Dora

Ne deve scorrere di acqua sotto i ponti. Ne scorre sempre.
Che non ci si può fermare. E la Dora lo sa. Lei che di scorrere non si stanca mai, e da sempre rincorre il Po, e c'è il mare da raggiungere e quello mica aspetta.
Così scorre. 
A volte si illude di averlo raggiunto, mescola alle sue acque ma è pura illusione perché tutto defluisce, e così non ci si ferma. 
Si va. 
Su ciò riflettono gli occhi di Mari, camminano su Corso Vercelli con una scatola di cartone in mano. 
Una vecchia scatola di cioccolatini, c'era il disegno di una luna piena specchiata nel mare sul coperchio. Quello che resta è una scatola dai colori sbiaditi. 
Sbiaditi, come le foto che custodisce, e i fogli di parole scritte troppo rilette. 
Gli occhi camminano e le mani sudano. Il ponte di ferro si avvicina, poco oltre la curva. Tra le vie di Porta Palazzo le candele dei bar indiani si accendono, e si sente profumo di incenso. 
La malinconia danza con il fumo. 
La Dora scorre, che c'è il Po da raggiungere e non c è tempo da perdere. 
Un carico di lettere consumate da trasportare e da far leggere alla corrente.

3 commenti:

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