Ed eccomi, con il bisogno di scrivere e i pensieri che, di nuovo, si mettono a spingersi come giocatori di rugby uno contro l'altro. Ci sono cose che faccio fatica a gestire. Una di queste è il distacco. Per certi versi ne parlavo con l'Ing. stamattina, persone importanti, o che pensavi importanti, con cui hai condiviso parti del cammino che diventano improvvisamente estranee. E il più delle volte non c è nemmeno un motivo valido. Piuttosto un insieme di motivi più o meno validi che hanno iniziato a pioverti addosso come una pioggia di sassi e poi è diventato una valanga. E a quel punto ha spazzato tutto. I momenti commuoventi, il ritrovo alle stazioni, le rincorse con i treni e le linee telefoniche roventi. Le notti di confidenze e parole e gli sguardi di intesa, silenziosi e carichi di significato. Lo spessore di un sentimento, sia esso amore o amicizia viene raso al suolo.
E a queste cose io non credo mi abituerò mai facilmente. Ma è altresì vero che, se per tenere in piedi un rapporto devi scendere a così tanti compromessi allora meglio uno strappo deciso, come quando devi togliere un cerotto contropelo. O inizierai con il tempo a dover fare a meno di te stesso.
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