martedì 8 novembre 2016

Ciao Puffetta...

Sono gli ultimi giorni che passiamo insieme. E benché tu alla fine non sia altro che un "mezzo" in qualche modo mi dispiace. Che poi alla fine, l'auto non è mai solo la cosa che ti permette di arrivare da A a B, è una sorta di raccoglitore di immagini e ricordi. Una sorta di hard disk, dove tra i tappetini e la polvere del cruscotto finiscono frammenti di pensieri partoriti nelle code in tangenziale. Spizzichi e bocconi di strofe di canzoni canticchiate con nostalgia, o cantate a squarciagola che tanto non ti sente nessuno, e lei, la Puffa certo non fa la spia. Discreta come un maggiordomo di vecchia scuola, hai assistito a mille e una telefonate, confidenze, lacrime soffocate che poi quando si apre lo sportello c è da sfoderare sorrisi che va bene così. Risate commosse o da crampi allo stomaco. Sei stata le mie gambe, quando le mie gambe da sole non erano abbastanza. Con te i miei viaggi andata e ritorno dal Piemonte, la pazzia di partire da sola direzione Gargano. Le strade tra gli olivi assonnati alle 5 del mattino, la pausa caffè in direzione Torino. Gli ultimi 5 anni che abbiamo condiviso sono stati più intensi e tersi di avvenimenti e cambiamenti, di quanto non sia stata mezza vita. Però il tuo contachilometri la dice lunga, tanto lunga, ed è giunto il momento di lasciarti andare. E ho capito che la cosa non ti piace molto, minacci di lasciarmi a piedi ogni volta che cerco di mettere in moto, hai spento un fanale, e non ti viene nemmeno più voglia di scaldarmi... però ti voglio bene lo stesso, e in un angolino di cuore, c è un parcheggio apposta per te. 

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