venerdì 19 ottobre 2012

Pausa

Pausa. 
Le mail da archiviare hanno raggiunto un numero preoccupante, il telefono squilla ma ho bisogno di prendere fiato e quindi
Pausa. 
Settimana ostica, complicata. 
Pensieri tanti, una folla. Spessi come giocatori di rugby che si cozzano addosso e si sbattono di qui e di lì come un canovaccio a scacciare le mosche. La febbre che sale e che scende al pari con lo stomaco che stanotte è andato a salutarsi le adenoidi e in quei momenti lo specchio mi rimanda facce ed espressioni che voi umani non potete immaginare. 
Stanchezza. 
Sono un emotiva, lo so. Lo dicono a mia madre dai tempi della terza elementare "è molto intelligente, si applica e studia molto, quella che la frega è l emotività". E' stato così fino alla maturità (scolastica) e mi sa che persevero e somatizzo. 
Somatizzo i cambiamenti, le prospettive di cambiamento perché i cambiamenti ci fanno perdere il controllo sulle situazioni. Quello che io amo tanto quello che cerco di tenere sempre imbrigliato e che mi fa sentire tanto al sicuro. 
Ma oggi chi è al sicuro? Tutto è precario a partire dal lavoro e c è da cambiare mentalità. Noi siamo cresciuti figli della generazione del "posto fisso" e ce l hanno tolto da sotto il naso. Forse la generazione di mio nipote che non sa cosa riuscivamo a fare con le dieci mila lire della domenica, vivrà il precariato come un dato di fatto. Ma noi ci troviamo smarriti e disarmati. E se io per il momento posso ritenermi ancora fortunata e tranquilla relativamente, una persona molto molto vicina al mio cuore non è così sicuro e a Natale potrebbe già trovarsi a fare i conti con un altro ostacolo da abbattere, o un opportunità da cogliere. Sono sicura che lui ha ormai maturato questa capacità di ribaltare la sorte, lo fa da quando aveva 16 anni. Ciò che mi rasserena un po' è stato potergli dire "se hai bisogno di aiuto, io ci sono" sapendo di poterlo fare senza nemmeno pensarci. 
Cosa che non posso dire all'altro Uomo che amo e che si trova in modo diverso nella stessa situazione. Non perché non voglia ma perché ci sono spazi che non mi appartengono. E allora quello che posso è stargli accanto, mettermi il nasino rosso da pagliaccio e regalargli sorrisi e risate quando si può. E credo mi riesca particolarmente bene. Anche rompergli l'anima con i mille dubbi su scelte pratiche e fondamentali nella vita come "bambù o ciliegio?" e sentire il suo sospiro rassegnato dall'altra parte del telefono e immaginare che faccia quella faccia lì che conosco fin troppo bene. 

Domani però parto. 
Arriverò in stazione che è ancora buio e prendere il treno prenotato 2 mesi fa e tanto atteso, mi aspettano sig. Thunder e Signora, e ore di rasserenanti chiacchierate. C è Chi dice che Thunder mi cazzierà di brutto perché la mia scrittura sembra andata in vacanza permanente, magari ha ragione, ma credo che quando gli spiegherò il motivo capirà pure lui. E poi intanto avremo modo di consumare la suola camminando su e giù per le sue strade, che ho da fare pratica con la nuova Bimba appena arrivata e che ancora fatica a svelarsi in tutte le sue funzioni. 
E poi... 
e poi sono quasi sicura che penserò ad un altro treno, ad un altra destinazione da cui manco da troppo tempo e che troppo mi manca. 
Come mi mancano le coordinate dei tuoi respiri e delle tue braccia in cui riesco ad abbandonarmi e non pensare a niente che non sia tu. Tu e la tua risata tu e il tuo modo di muoverti dentro al negozio di cioccolato, tu che mi scegli il calendario  e mi regali l agenda e mi strigli quando sbaglio il passo. Tu che quando mia madre dice "ma lui lo sa cosa vuoi fare?" rispondi "non è che lo so, ne ho il timore..." tu che comunque sia non smetti di esserci e di esserci per me. 
E se ancora guardo il calendario e non so quando arrivo, sono sicura che arriverò presto. 

(il ventolin è sempre in frigo... )

5 commenti:

  1. C’è una cosa che mi piace leggendo i tuoi “racconti” ed è che sembra ci sia un disordine apparente nelle mille cose che dici ma poi, come una formichina passo dopo passo, metti tutto in ordine, come se quel famoso controllo della situazione a te tanto caro, ad un certo punto ti obbligasse a farlo, insomma, come chiudere una porta dopo essere entrata in una stanza.

    Ma al di là di queste considerazioni – detto tra di noi, è del tutto normale ricercare una sicurezza con se stessi, è sempre molto piacevole leggerti, anche se un dubbio mi rimane: ma sei sicura di volerlo chiamare “Pausa” questo tuo post? Ho l’impressione che vibri di energia da tutti i pori, o sbaglio? ;)

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    1. Caro Arthur!
      il disordine è una parte fondamentale nonché integrante della mia vita! :P
      certo sì... prima o poi rimetto tutto a posto ma oggettivamente dopo che sono entrata in quella stanza la differenza si nota eccome! :D

      ho chiamato questo post Pausa perché in realtà era il solo momento in cui mi sono sentita di estraniarmi per fare un po' il punto... ma, come mi diceva mio Padre, io non sto ferma nemmeno quando dormo! :)
      sempre bello trovarti in queste stanze!
      sei sempre (e lo sai) il benvenuto!

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  2. eh sì, di energia c'è ne tanta, anche se anche quella è in bilico, come le nostre vite....
    un bacio affettuoso!

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    1. Sabby cara,
      scusami... io ti trascuro! come trascuro tante persone che vale la pena di leggere. Cercherò di farmi perdonare!
      un abbraccio a te.

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  3. I cambiamenti.Penso davvero che siano il regalo più bello che la vita ci possa fare.Poi, che per noi siano anche una delle occasioni più difficili da affrontare è un altro discorso !

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