martedì 1 ottobre 2019

Tu chiamale se vuoi emozioni...

Nel post precedente parlavo delle amiche che confabulano alle tue spalle quando vogliono organizzarti una festa a sorpresa. Manco fossi strega e veggente, era quello che stavano facendo. 
Torino questa volta mi ha abbracciata attraverso il loro calore. Mi sono ritrovata per due giorni al centro dell'universo di persone che mi vogliono davvero tanto bene. E l'hanno dimostrato in tutti i modi.
Certo, non riuscendo a sostenermi quando mi sono spalmata a terra per un marciapiede non visto, ma raccogliendomi come un budino dall'asfalto, sì.
Due giorni di coccole, di abbracci pure immotivati, ma quando mai lo sono immotivati gli abbracci, di commozione, di regali, di treni presi da Genova apposta per me, di persone che hanno voluto incontrarmi e ascoltarci mentre presentavamo il libro che mi ha cambiato per molti versi la vita. Chi l'avrebbe mai detto che questi sarebbero stati i risultati, se ripenso a me stessa mentre ero lì che scrivevo nello studio, con la Melli prima a dormirmi vicina, e i tre pestiferi poi, da togliere dalla tastiera.
Invece mi ha portato così tanto. Un bagaglio emotivo di cui non riesco nemmeno a vedere i confini.
E soddisfazioni, tante.
Anche un premio. 
Domenica mattina sono partita con la Minnie e fatti questi 507 km, sono arrivata a Montefiore per ritirare il quinto premio categoria A: romanzi editi.
Salire sul palco e avere il nodo in gola è stato un tutt'uno. Riporto qui le parole che sono riuscita a boffonchiare, imponendomi di non piangere davanti al teatro gremito, e dai che mi è andata già meglio di quando ho stretto la mano ad Alberto Angela. 
"Ringrazio la Giuria, prima di tutto. Perché è il primo romanzo di un'esordiente, e quindi nulla è scontato. Ringrazio la Golem Edizioni nella persona di Giancarlo Caselli, perché ha creduto in questo romanzo fin dall'inzio. E ringrazio la mia famiglia, perché avere a che fare con qualcuno che scrive noir, non è sempre facile: alle volte chiamano e mi chiedono come sto, io rispondo "sto cercando di capire come far schiattare questa", mi rendo conto può essere disorientante". 
Risate del pubblico, sipario.
Grazie.

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