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In un mare senza blu - Francesco Paolo Oreste
Già lo scrissi, una volta, che Francesco Paolo Oreste scrive con lo stesso gioco di luci e di ombre con cui Caravaggio dipingeva le sue te...
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E sono giornate che, guardi, lasci stare signora mia che nemmeno ne vale la pena. C è il vento del nord che arriva, spazza tutto, le nuv...
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Una delle cose che ho ereditato da papà è la sua scala da imbianchino. Nonostante avesse più di cinquant'anni di onorato servizio permet...
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Doverosa premessa: questa non è una recensione, non nel senso più tecnico della definizione. Per un motivo molto semplice: non sono un criti...
aderisco. io che l'aquila l'ho vissuta e amata.
RispondiEliminaciao
e spezza ancora il cuore a vederla così... con tutto quello che c hanno speculato intorno.
EliminaL'Aquila e i monti lì intorno me li ricordo come un posto splendido, sai, di quei posti che ti lasciano qualcosa dentro, dove ti sembra di stare a casa.
RispondiEliminaCi diciamo sempre che ci torneremo, ma poi ci manca un po' il cuore.
L'Aquila, così come tanta altre realtà, è la vergogna di un paese che non sa pensare a se stesso. Ma quando mai ha saputo farlo?
RispondiEliminaE grida vendetta tanto più che in tutto questo tempo l'unica cosa tangibile è stata l'ipocrisia di una classe dirigente che non ha mai voluto trovare una soluzione, forse - e spero proprio di no - perché fa comodo rispolverare la questione ogni tanto, per scopi elettorali o interessi privati che nulla hanno a che fare con la risoluzione del problema.
Le responsabilità sono tante e i media non sono da meno. Quando è che ci decideremo a fare sentire veramente la nostra voce?
Senza strumentalizzazioni di guru o quant'altro però, se abbiamo la capacità e il coraggio di ragionare con la nostra testa, un grido che nasce dalla volontà di cambiare, ma perché ne siamo convinti, noi principalmente.
Evvabè!