mercoledì 17 maggio 2017

"Cosa mi manca per essere felice?"

Ieri sera, mentre arrancavo per la camera cercando fantozzianamente di infilarmi la ciabatta e decidendomi, una volta per tutte di camminare scalza fino alla cucina, in quella fase di rincoglionimento che precede la perdita di coscienza che mi assale ultimamente quando appoggio la testa sul cuscino (e qui dovrei metterci un punto altrimenti a leggere uno mi va in apnea, ma non ce lo posso mettere perché mi spiace ma manca la chiusura della frase) mi sono fatta proprio questa domanda. (Punto).
Subito dopo mi sono chiesta anche perché fossi così imbecille da pormi domande filosofiche a quell'ora e in quello stato. Credo che parte del mio subconscio si fosse soffermato sul fatto che, il lato sinistro del mio letto attualmente è occupato dalla Melli, dalla mia felpa che è diventata il suo cuscino preferito e dai suoi pupazzetti. La sua scarsa mobilità non le permette molto e io la lascio vivere nel modo più comodo possibile. Ma di fatto, nel mio letto non c è nessun'altro a parte lei. Ed è da un po' di tempo che è così. Fortunatamente la parte di me che ancora litigava con la ciabatta, ed ha un senso pratico maggiore della parte di me piagnucolosa, ha risposto un sonoro "sticazzi! fammi andare a letto che ho sonno" e l'argomentare sui massimi sistemi si è chiuso lì.
Credo di essere arrivata al punto in cui sì, se trovassi uno sguardo in cui specchiarmi, e condividere i miei giorni ne sarei felice. Ma dato che si parla evidentemente di un latitante, non ho nemmeno voglia di preoccuparmi più del dovuto di qualcuno che sì, potrei incontrare ma non è detto. E quindi, no, dovessimo andare per esclusione, non mi manca un uomo per essere felice. E allora?
E allora credo che la domanda sia proprio sbagliata, quel "che ti manca" implica una negazione, un'assenza. Stamattina, mentre guidavo in tangenziale con uno sorriso così grande da farmi male alla faccia, il mio lato sciabattoso mi ha guardata di sottecchi e mi ha detto "lo vedi che ci sei arrivata pure tu? la vera domanda è "Cosa c è nella tua vita che ti rende felice?"
Un sacco di cose. Oh sì davvero. Tipo le poche parole che mi ha rivolto il "Maestro" al telefono. L'idea che finalmente è venuta a sciogliere un passaggio ostico del mio "romanzo". Le chiacchierate con l'onnipresente Ing. che se non ci fosse nemmeno ad inventarlo verrebbe così. La risata della nuova Amica che, in un messaggio di w.app mi racconta di tre giorni tosti, ma sorridendo. Che i sorrisi, se sono veri, li vedi anche con le orecchie. La Melli che contro ogni aspettativa decide di svegliarsi ogni giorno, mia Madre che reagisce davanti a quest'avventura tutt'altro che facile, cucinando ogni giorno qualcosa di diverso. Mio fratello che mi chiama e poi il "grazie" me lo scrive a parte... I biglietti per il salone del libro, che significa il mio primo viaggio con la mia figlioccia. E non vedo l'ora.
Ce ne sono di motivi per essere felici. E non è nemmeno vero che la felicità sta nelle piccole cose, perché, a pensarci bene, i questo elenco, non ci vedo proprio niente di piccolo...

2 commenti:

  1. Alla fine se hai te stessa, se ti vuoi bene, non ti manca niente. O no? E poi hai la famiglia, la dolcissima Melli, e una nuova amica virtuale. Ti abbraccio, bello i tuo blog! :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ely che bello vederti qui!!! grazie.
      sì, non mi manca proprio nulla! :) un bacione.

      Elimina

In un mare senza blu - Francesco Paolo Oreste

  Già lo scrissi, una volta, che Francesco Paolo Oreste scrive con lo stesso gioco di luci e di ombre con cui Caravaggio dipingeva le sue te...