lunedì 13 giugno 2016

Considerazioni sparse...

Si dice che il cerchio magico fosse un posto in cui, se ci si poneva all'interno, si fosse al sicuro. Forse sarebbe tempo che, per lo meno di tanto in tanto, con talune persone, io imparassi a costruirmi un cerchio magico intorno. 
Ci sono meccanismi che ancora, nonostante l'età, io non ho ancora capito e non ho ancora fatto miei. E non so dire con sicurezza sia un bene o un male. 
Sono sempre stata dell'idea, ad esempio, che dovendo passare più tempo al lavoro che a casa, fosse bello creare un ambiente positivo, e sereno. Dove ci fossero dei buoni rapporti. Qualcosa che fosse sicuramente meno di un rapporto amichevole, certo, ma più del classico buongiorno/buonasera con cui ci si confronta per lo più in alcuni posti. E posso dire senza falsa modestia di essermi sempre impegnata per prima, perché questo avvenisse. Il portare la torta il lunedì di riunione, il rendere per quanto possibili partecipi i colleghi di quello che vivevo fuori. Non tutto, ovvio, ma ad esempio le mie fatiche "letterarie" chiamiamole così. Un modo per dire "non sono solo la segretaria con gli occhiali che risponde al telefono". 
Poi, sarà che mi confronto sostanzialmente con uomini. Sarà che mi confronto sostanzialmente con uomini per lo più con una vena di maschilismo piuttosto accesa e radicata. Ma sto valutando seriamente l ipotesi di gettare la spugna. Oggi hanno fatto i complimenti a R., e un regalo piuttosto costoso per il buon lavoro svolto nell'ultimo mese, ed è fuori discussione che sia stato bravo, che se lo meriti. Cosa che però, a me, dopo 8 anni di onorato servizio, non mi è mai stato fatto. Nemmeno un mazzo di fiori comprato dall'ambulante all'angolo della strada, nemmeno per il compleanno. Anzi, se un cliente fa presente la mia bravura, la cosa viene sminuita. 
Dovrei imparare a scindere molto le cose, gli ambienti, i rapporti. Io invece tendo ad essere sempre la stessa persona, con la stessa lealtà alla mano, indipendentemente da dove mi trovi. Ed è per questo che probabilmente poi ci resto male e rimango delusa. Perché ho questo modo di guardare oltre, che con certa gente non funziona. Non ne vale la pena. O forse mi faccio comprare con poco. Nel senso che poi do grande peso a gesti che, tutto sommato, non sono nemmeno così eclatanti, ma perché rivolti a me sembrano enormi. E non è sempre così. Dovrei imparare a prendermi quello che mi spetta. Né più né meno di quello che, semplicemente, mi spetta. Potrei inoltre smettere di pensare di poter cavare sangue dalle rape, a scindere davvero tempi e spazi. E magari, economizzare le energie, specie con chi, non si fa certo problemi ad economizzare le sue nei miei confronti. 



Nessun commento:

Posta un commento

In un mare senza blu - Francesco Paolo Oreste

  Già lo scrissi, una volta, che Francesco Paolo Oreste scrive con lo stesso gioco di luci e di ombre con cui Caravaggio dipingeva le sue te...