mercoledì 6 aprile 2016

Post delle 11.01

Ho sempre pensato che quando inizi a riderci sopra, ad un fatto o ad una situazione che ti hanno ferita, si sia a buon punto per la guarigione. Un po' come quando le croste dei tagli iniziano a prudere facendo quasi solletico. "E' la pelle nuova che cresce sotto" diceva mia madre quando ero piccola. Se ridi sopra ad un dolore, deve essere il cuore sotto che si rigenera.
Stamattina, la mia amica Pat e io abbiamo avuto uno scambio di qualche battuta condite con stricnina e arsenico. E ce le siamo godute sogghignando bellamente. Il bersaglio della nostra ironia era "lui", oggetto del mio disamore. Ma poi non mi sono sentita in colpa, come spesso mi accade. Non mi sono sentita mortificata, perché in fondo due mesi fa ero davanti al Santo a ringraziare di averlo fatto uscire vivo da un incidente... E ora non gli tiro frecciate, ma direttamente tutto l'arco. 
Intorno alle 10.29 ho focalizzato questo pensiero: il disamore denuda. Spoglia l'oggetto del desiderio di quella luce irradiante di benevolenza, e gli punta un faro contro. O meglio, una luce pari al classico neon dei camerini dell'OVS, quelli che ti fanno vedere implacabilmente ogni più piccolo difetto, elevandolo alla massima potenza. 
Il punto è che quei difetti ci sono sempre. Sotto i jeans, nascosti da una maglia più larga. Quello che cambia è il punto di vista, l illuminazione e quanto peso si voglia dare ai suddetti. L'amore ammorbidisce la luce, la rende tenera e soffusa, copre come una sciarpa di seta sull'abajur le note più faticose. Regala riflessi caldi e morbidi. Il disamore è un neon 6000°k che ti sparano addosso una luce azzurrina e gelida. E non ti lascia scampo. 
Ma come può? un momento sei lì a ringraziare L'Eterno perché lui c è, esiste e fa parte della tua vita, e dopo un po' di tempo puoi riderne come si ride del collega rintronato. Allora non era amore? Era solo una proiezione della tua testa, era un'infatuazione, nulla di importante? Eppure giureresti che avresti potuto fare carte false, possibile fosse solo fantasia? 
O piuttosto, per tornare ad una metafora tanto cara alla zia Ester, anche la più bella e forte delle piante se resta senz'acqua, secca? Probabilmente è andata proprio così. Guardo l'orchidea che ho sulla scrivania, e poco per volta ha lasciato cadere i fiori, mi sono accorta che la morfologia del vaso non le permetteva di bere come aveva bisogno, e anche le foglie ne hanno risentito. Ma le radici sono ancora belle verdi, e se provo a spostare un po' il terriccio legnoso, c è anche un timido germoglio. 

1 commento:

  1. Dovresti scrivere più spesso.
    Tipo usando un pennarello bello grosso, hai capito come?
    ^_^

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