Fa freddo.
Manca solo Bublè in radio e poi potrei cominciare a pensare ai regali di Natale. E no, non esagero. Sembra una di quelle giornate terse, invernali, dove ti dà l idea di qualcosa di primaverile (il sole) ma la temperatura ti ricorda chiaramente che l inverno è ancora qui e la merla è sempre in attesa dei suoi giorni.
E poi sembra lunedì. Che lo so che è martedì, ma data la quantità di rogne e di musi lunghi sembra ancora lunedì mattina all alba.
Insomma, per ora non è una gran giornata. Ho qualche pensiero a residuo, frutto del fine settimana. Pensieri che ancora non si sono completamente delineati, o che forse lo sono ma io non sono ancora pronta a leggerli per quello che sono. O, forse ancora, una parte di me si chiede: e una volta che li hai identificati, cosa cambia?
Ieri guardavo il secondo film della giornata, e ad un certo punto uno diceva "se tu liberassi la testa dalle tue ossessioni, ci sarebbe così tanto spazio vuoto che l'universo troverebbe la porta aperta e vi entrerebbe, Dio vi entrerebbe". Indipendentemente dal concetto di spiritualità di ognuno, il concetto di fondo è che si passa il tempo ad arrovellarsi su cose. Il più delle volte legate al passato. Trovo però farlocca l idea di poter dire "vivo non più del quotidiano" perché è farlocco. E non serve stia qui a spiegare il perché.
Mah. Sarà che fa freddo. Che ho le mani gelate e non ho nemmeno più le mie sciccose unghie laccate. Sarà che manca ancora un'ora alla pausa pranzo e Brontolo è già nervosetto e io ho poca voglia di farmi influenzare dalle sue nevrosi.
Sarà...
ma che strano post...
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