giovedì 31 marzo 2016

Cose così

Ho passato le vacanze di Pasqua a mettere in ordine casa. Anche le mie stanze hanno risentito del mio umore ballerino, della mia malinconia e della poca voglia di fare. Non solo la polvere, ma anche gli oggetti si sono trovati in collocazioni di fortuna, fuori posto, fuori dal mio schema mentale che già di per sé è anomalo. Ho buttato un paio di sacchi di roba inutile, e ne ho altrettanti di vestiti e lenzuola da regalare alla caritas. Spesso comprare "cose" è come mangiare marshmallow, serve a riempire spazi lasciati vuoti all'improvviso, e poi ti ritrovi cassetti pieni, e la pancetta che trasborda dai jeans. E si corre ai ripari. O, almeno nel mio caso, si cammina lestamente in cerca di soluzioni. Trovare la scrivania, sotto la montagna di roba da stirare che c'era sopra, mi ha fatta riflettere sul mio computer, sugli appunti di un racconto a cui stavo lavorando e un'altro iniziato come terapia psicologica post "scaricamento in stazione", contemporaneamente avevo già le scarpe da ginnastica e il tutore per ginocchio pronto, per tornare a camminare. Ho messo gli appunti in un cassetto e sono uscita. Mentalmente scrivo. Scrivo mentre cammino, mentre mi isolo dal mondo e procedo a passi veloci ascoltando musica, e cercando di non ascoltare le urla dei miei muscoli che annegano nell'acido lattico. Ma non riesco a mettermi lì, alla scrivania. Non riesco a chiudere il mondo fuori e a concentrarmi su una vita parallela ed inesistente a cui potrei dare una forma. Sembra un controsenso, ma mi piace isolarmi dal mondo stando dentro al mondo. Forse perché quest'ora di luce in più mi fa guadagnare aria, forse perché i miei muscoli che urlano in questo momento hanno la priorità. Forse. Forse perché vorrei pensare più alla mia vita che a quella dei miei personaggi. E ho focalizzato che poi non riesco nemmeno a godermi davvero il tempo in cui leggo. Perché penso che dovrei scrivere invece. Poi se mi metto a scrivere mi sento in colpa perché dovrei fare mille altre cose che non ho il tempo di fare quando sono al lavoro. Anche giocare con Melli. Ci sono volte che la guardo e penso che ha 18 anni e non so quanto tempo abbiamo e penso alle volte in cui mi faccio gli affari miei, escludendo anche lei, e quanto mi mancherà poi.
Voglio smettere di sentirmi in colpa perché non riesco a fare tutto quello che "dovrei". Voglio fare solo quello che mi va di fare, nel momento in cui posso farlo senza scadenzario sempre alla mano. A quello devo sottostare già quando sono in ufficio. Non voglio costringermi anche nel tempo libero, che è sempre troppo poco sempre sfuggente e non mi basta mai. Ho appena letto il mio oroscopo di oggi, e mi dice che sto iniziando a rompere delle catene forgiate nella mia mente, e questo mi rende più intrigante e attraente... chissà se è vero.
Voglio scoprirlo. 

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