lunedì 14 marzo 2016

Cardiologia

Insomma. 
Il cardiologo a momenti mi fa fare testamento. Per fortuna il Doc mi rassicura. Mi dice che con sto cuore dovrò vivere e morire e bon. Ci si aggiorna tra qualche anno. 
Certo sì, ha riscontrato che è un po' malconcio. E' stato rattoppato in più punti, c è un taglio netto che ancora sanguina. Che poi fa la crosticina eh, lo lasci lì a riposo e lui si rimargina. Poi comincia a prudere e io non riesco a non grattarmi, lo facevo pure quando mi sbucciavo le ginocchia pattinando. Mi gratto e ricomincio a sanguinare. Occorre sputarci sopra.
Nel senso, Zia Fedora diceva che la saliva è disinfettante, "che mica s aveva tutta questa roba ai tempi di guerra eh". Un graffietto? slap. Sputacchietto spalmato e ritornavi a correre. Poi non ho mai capito quella roba di toglierti un baffo di latte e nesquik leccandosi il dito prima di strofinarlo energicamente sulla faccia. Ma credo che certe cose debbano restare misteri d'altri tempi. 
Al cuore non si riesce a sputarcisi sopra. Quel taglio sanguina di cose credute, di foto, di parole e di attimi condivisi. Alle volte penso che c abbia già sputato sopra la controparte, almeno uno dei due dovrebbe erigersi a custode di un emozione comunque così bella, finché è durata. 
Comunque tutto bene. Rattoppato, malconcio, con un paio di vecchie cicatrici e una nuova di zecca. Ogni tanto perde un po' il ritmo ma si riprende subito. E' un cuore che non molla, preferisce andare a tempo di samba anziché a quello scadenzato di altri cuori. 
Certo sì, ancora un po'sanguina. Ma prude anche. E se prude, Zia Fedora diceva fosse un buon segno. 

2 commenti:

  1. La Zia Fedora ne sapeva a pacchi, proprio....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. oh sì... a bizzeffe... ma tu?
      due righe scritte no?

      Elimina

In un mare senza blu - Francesco Paolo Oreste

  Già lo scrissi, una volta, che Francesco Paolo Oreste scrive con lo stesso gioco di luci e di ombre con cui Caravaggio dipingeva le sue te...