Ottobre. La strada verso l'ultimo trimestre dell'anno è iniziata. Le avvisaglie c'erano tutte: la copertina da divano è bella che pronta che pulita, e in posizione. I ciclamini alla finestra della cucina, il sole che non mi arrostisce più le piante, anzi, fa effetto beauty farm e io lascio che si godano ancora quel che resta dei raggi tiepidi (intermittenti tra una pioggerella e l'altra).
Sabato sera ho preparato il primo sacchetto di pop corn, abbiamo sfogliato la pagina dei film al cinema e scoperto che la tessera della videoteca è smagnetizzata. Ebbene sì, ce l'ho ancora e la uso. Che a me le cose ondemand non mi intrigano quanto lo zen e l'arte del noleggiare il film.
I riti. Queste cose che ancora mi scaldano e mi fanno pensare che ci sia una strada diversa dal "mi rintano in casa, e non ho bisogno di nulla di tutto ciò che c'è fuori".
Ho due cassette di mele trentine, urge infornare torte di mele. Quelle con l'uvetta e la cannella, e la granella di zucchero sopra che fa la crosticina. Bello riaccendere il forno. I profumi mi portano sempre a quando ero piccola, a quando mia madre faceva le torte e io i compiti, e poi mi faceva assaggiare la crema rimasta nella terrina.
Ottobre con sé porta il calore delle maniche lunghe, dei tè aromatizzati, la trapunta e la maglia del pigiama. Il foulard che ancora non è sciarpa, il maglione di Papà usato come giacca, che scalda il cuore e non solo le spalle. I calzettoni antistupro e le candele accese, il profumo del muschio e di zucca. La voglia di fare, la voglia di cambiare. La voglia di migliorare e migliorarsi, di inventarsi qualcosa di nuovo. Di creare e di avventurarsi in un progetto che ti assorba e ti faccia parlare velocemente e riempiendo l'aria con le mani che le parole non bastano. Voglia di foto colorate e calde, di profumo di caldarroste e del "fatti più vicino che ho freddo". Di pizza fatta in casa, di quadri da scegliere e appendere, di silenzi leggeri.
Voglia di sorprese.
Tutte quelle che una nuova stagione racchiude e custodisce con il solo desiderio di condividerle...
Ottobre con sé porta il calore delle maniche lunghe, dei tè aromatizzati, la trapunta e la maglia del pigiama. Il foulard che ancora non è sciarpa, il maglione di Papà usato come giacca, che scalda il cuore e non solo le spalle. I calzettoni antistupro e le candele accese, il profumo del muschio e di zucca. La voglia di fare, la voglia di cambiare. La voglia di migliorare e migliorarsi, di inventarsi qualcosa di nuovo. Di creare e di avventurarsi in un progetto che ti assorba e ti faccia parlare velocemente e riempiendo l'aria con le mani che le parole non bastano. Voglia di foto colorate e calde, di profumo di caldarroste e del "fatti più vicino che ho freddo". Di pizza fatta in casa, di quadri da scegliere e appendere, di silenzi leggeri.
Voglia di sorprese.
Tutte quelle che una nuova stagione racchiude e custodisce con il solo desiderio di condividerle...
Mi piace l'atmosfera autunnale. Proprio come l'hai descritta tu. Anche se io ci aggiungo le passeggiate nei boschi che diventano colorati
RispondiEliminaRaccontato da te ottobre sembra bello... Io continuo a preferire la sensazione di farfalle nello stomaco quando marzo comincia a farti sentire che l'aria si sta addolcendo. Ciao!
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