“Sto perdendo le
parole” mi hai detto giovedì sera, mentre ti accompagnavo a casa, e
attraversavi una città elettrizzata dalle aspettative di musica e di altre
emozioni. E io pensavo che non stai perdendo le parole, che forse è solo vuoto. Vuoto
di pensieri, forse, quello che avevo sentito dire in un film un po’ cretino
tempo fa “un vuoto di senso”. Che cacchio significherà poi. E ancora ho capito
che il vuoto di senso non ti appartiene, non sei vuoto. I tuoi sensi non lo
sono. Non lo sono mai stati. Sì, c è chi prova a spegnerteli ogni giorno. Ma resistono, sono tenaci i tuoi sensi.
Le parole che cerchi
non le hai perse, le hai chiuse in un angolo, nella cantina dove ogni tanto ti
tocca scendere e senti l umidità. Sono chiuse lì in fondo che se anche ci
provano a urlare puoi sempre mettere le cuffie o accennare una corsa e smetti
di sentirle, di ascoltarle, che non è la stessa cosa.
Sono giorni che non
riesco a scrivere, che non riesco a mettermi lì ad aprire le pagine ed
affrontare quell ultima bianca. Thunder è comprensivo ma non tirare troppo la
corda. Eppure io sono lì a guardarla la pagina bianca e poi scatta quel momento
in cui ti dici “no, questa cosa non posso scriverla, non posso pensarla, non
posso”. Anch io ho la mia cantina. E niente Barolo all interno.
Imporsi di non provare di non sentire di non potere. Ecco qual è la chiave della cantina: quella che tieni ben chiusa sotto il diaframma, anche quando le
parole sbattono i pugni e provano a prenderla a spallate e ti fanno sentire
quella fitta al petto e il respiro spezzato. Sarà il cuore? Certo che è il cuore! Il cuore ha voglia di battere forte, è nato per questo.
E le parole? Le parole hanno
bisogno di aria, di spazio. Sono come le rose e le piante che curi: hanno
bisogno di avere spazio sufficiente per le radici e sole per scaldarsi e di
acqua. Ma non basta. Hanno bisogno di essere ripulite dai parassiti, quegli
animaletti appiccicosi che si attaccano su e ne succhiano la linfa lasciandole
aride e appassite.
Io credo che le tue
parole siano lì sotto, strette nella morsa dei pensieri costretti, delle
imposizioni. Perché così è quello che si ha da fare. Che è più giusto fare che
ci si aspetta che tu faccia. I parassiti delle parole sono le nostre stesse
gabbie. Quelle dentro ci andiamo a chiudere perché ci sono le mentalità con cui
siamo cresciuti. C è il giudizio della gente, ci sono i sensi di colpa. Perché ci
si abitua a dirsi che non ne vale la pena, ormai le cose sono così, i giochi
sono fatti. Amen e così sia.
E si china la testa.
Non stai perdendo le
parole. Sono ancora lì, tutte in fila, tutte le tue quelle con cui sai giocare,
quelle con cui sei capace di farmi ridere fino alle lacrime quando esco dal
dentista che mi ha torturata senza anestesia. E tu ridi con me come non si
rideva da mesi. Sono quelle con cui sai far emozionare, quelle che ritrovo
nella collezione di mail, nella segreteria telefonica, nelle lettere spedite le
cartoline rubate. Sono le parole che ti fanno dire “non sono capace di
mentirti, è andata così:…”
Sono quelle che
escono dai tuoi occhi, silenziose e lente, quando mi stringi o mi guardi e
aspettiamo di entrare al ristorante, quelle che ti fanno fare sempre più tardi
e ti incazzi a dover andare.
Sono quelle con cui
scrivi insieme a me e poi alzi le mani dicendo “era solo tanto per…”
Non stai perdendo le
parole.
E non stai perdendo
nemmeno me.
On Air: Vivimi - Biagio Antonacci
E non potrei aggiungere altro, dopo averti letta, soprattutto dopo l'ultime parole o pensieri.
RispondiEliminaCiao!
ciao Arthur!
EliminaQuell'uomo canta che é uno strazio. Vedo che non é migliorato manco un po'.
RispondiEliminaLe parole. Quelle che non vengono dette, si vede che non devono essere dette. Altrimenti le si direbbe. O no?
Mah. non sono così convinta.
Eliminasono tante le cose che non si dicono pensando di fare bene e tante cose che si dicono e si potrebbe fare a meno...
non è sempre tutto così lineare.
Alibi. A posteriori. Basta saperlo. La verità é che ciò che si dice é proprio quello che ti va di dire. Altrimenti diresti altro. A meno che uno non si faccia condizionare da qualcuno che non é lui. Ovvero dal proprio genitore interiore.
Eliminaeh.
Eliminain parole più o meno diverse ma non è molto diverso da ciò che ho detto...
comunque qui è tremata ancora la terra.
RispondiEliminacavoli che stecca...
Ho perso la pazienza... Ho provato all'ufficio oggetti smariti, ma non mi hanno potuto aiutare...
RispondiEliminaheavenonearth
P.S. Scusami se il mio commento non è pertinente
quegli uffici secondo me funzionavano una volta. oggi chi trova qualcosa se la tiene e se la mette in saccoccia...
Eliminaordinarne di nuova su ebay?