mercoledì 25 marzo 2020

Pensieri a carattere sparso...


La cosa positiva è che c'è stato il tempo per rivedere l'impaginazione e fare le cose per benino. 
E poi si è deciso di pubblicare la copertina. Mi si chiedeva insistentemente quando sarebbe uscito e io iniziavo ad avere difficoltà a mordermi le dita. 

Bene, sul quando ancora non si sa, ma per lo meno Controcanto c'è.
Ed è una bella emozione. Strana... Ne senso che è fortemente simile all'emozione provata l'anno scorso. L'incredulità c'è sempre. Trovo ancora difficile focalizzare la forza con cui qualcosa che ho scritto possa entrare nella vita delle persone. 
C'è un po' di consapevolezza, ma poca, di più. Le conferme in qualche modo provano a dirti che sì, aspettano te perché piace quello che sai raccontare tu. Ma in questi giorni l'autostima è più altalenante del solito.
A Controcanto voglio bene. È sicuramente meno autobiografico de La mossa del gatto, per lo meno in superficie. Nello stesso tempo però, ho talmente combattuto per dargli una forma, un senso, per far crescere determinati punti... lo so, è un po' criptico come ragionamento, ma quando potrà essere letto forse diventerà più chiaro. Insomma, ho dovuto combattere per vederlo realizzato. E questo me lo fa amare particolarmente. 
E poi il titolo. 
Io vivo sostanzialmente due drammi: scrivere la sinossi, per cui si dovrebbe avere il dono della sintesi, e il titolo. Questa volta l'ho trovato da sola, l'ho disperatamente voluto e devo ringraziare chi mi ha permesso di tenerlo. Secondo me "suona" come deve suonare. La musica è diventata parte delle fondamenta di questo romanzo. Mi ci sono immersa e ho scoperto un mondo che osservavo solo da distante e con un notevole timore reverenziale. 
Il timore è rimasto, ma continuo ad avvicinarla seppur timidamente, e lei mi ripaga con emozioni uniche.
Per il resto, se l'anno scorso era tutto amplificato, esaltato e per certi versi esplosivo come una bottiglia di champagne, quest'anno è ovattato dall'attesa, dai giorni passati rinchiusa in casa cercando di restare al sicuro rispetto ad un male che, lì fuori, miete vittime. 
Ridimensiona tutte le nostre aspettative, ci costringe a guardare e rivedere la nostra scala di valori e la gestione del tempo, la profondità dei nostri affetti. 
Davanti a questo anche lo slittare della pubblicazione di un libro diventa poca cosa.
Ma, indipendentemente da quando sarà, il fatto che esista è il pensiero positivo a cui mi aggrappo come fosse un salvagente.
Verrà il momento in cui potremmo uscire, tornare a frequentare i nostri posti preferiti, le librerie e i concerti. Torneremo a ridere insieme alle presentazioni e a spettegolare davanti ad un calice di prosecco.
Ecco, penso a questo mentre mi aggiro da sola per casa, sentendo alle volte il peso del silenzio. Ho bisogno di pensare che, non senza fatica certo, ma che un po' alla volta torneremo alla normalità. Sicuramente cambiati, diversi. Spero migliorati anche.
C'è un verso di una canzone di De André che mi torna in mente spesso in questi giorni: Oltre il muro dei vetri si risveglia la vita, che si prende per mano a battaglia finita...
Ecco, in giorni come questi dove il vento si accanisce contro i vetri, aspetto il momento in cui potrò finalmente risentire la stretta di una mano sulla mia. 


2 commenti:

  1. Evvai!! Allora si brinda!
    Congratulazioni!!!
    (D&R Sloggato)

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    Risposte
    1. Ma volentieri e speriamo presto!
      (Spero non faccia male... la sloggatura dico....ussignur una battuta alla Ing.... vado).

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