lunedì 21 maggio 2018

La scrittrice del mistero - Alice Basso

Doverosa premessa: questa non è una recensione, non nel senso più tecnico della definizione. Per un motivo molto semplice: non sono un critico letterario. Sono solo una persona che legge, non quanto vorrebbe, a cui piace discorrere di libri, sopratutto quelli che le sono piaciuti. Se leggo libri che non mi conquistano glisso, per due motivi altrettanto semplici: la bellezza sta negli occhi di chi legge. Banale forse, ma tant'è. Non detengo certo la verità universale. Inoltre,  un libro porta con sé una storia sotterranea di energie investite, tempo rubato alla famiglia, agli hobby o al cazzeggio. Quindi merita rispetto, a prescindere. 
Quello che vi apprestate a leggere sono impressioni, sensazioni, che il libro mi suscita. Per le recensioni più tecniche vi rimando agli esperti del ramo.

 
Avete presente quelle giornate di scazzo totale, in cui entri in libreria e inizi a camminare tra scaffali e copertine in cerca di un chissà quale segnale mistico che te ne faccia prendere uno a caso. E magari in una scena tipo film "ai confini della realtà", lasciando aprire una pagina dal fato, trovi la risposta alla tua emblematica paturnia emotiva?  
Bene, ho scoperto il primo (per me, il secondo per lei) libro di Alice Basso (Scrivere è un mestiere pericoloso) in un contesto come questo. E non è stato proprio amore a prima vista:
"Non sono convinta..."
"Perché?"
La voce fuori campo che sussurra al mio orecchio attraverso l'inseparabile auricolare Bluetooth, è quella dell'Ing.
"Perché sì, è scritto bene. Senza alcun dubbio. Ma la protagonista... Vani Sarca... be' diciamocelo, mi sta sulle palle. È burbera e pure misantropa, specie nei confronti della sua famiglia, scontrosa, ironica al limite del sarcasmo".
"Magari veste sempre di nero e ha, molto spesso, una citazione in tasca", dice lui.
"Esatto!", dico io.   
"La conosci?"
"Lei no, ma sono circa sette anni che ho a che fare con una così, hai ragione: due palle. Anzi guarda, ora chiudo. Cià". Click. 


L'Ing., per chi non lo conoscesse, è l'anello di congiunzione tra il mio Io nevrotico e il mio Io sensato. Alla luce di quanto sopra ho ripreso in mano il libro e, con buona pace dei miei difetti spiatellati lì nero su bianco, ho superato le resistenze che venivano più dal mio ego che nei confronti della trama. 

Ed è scoccata la scintilla. 

Ho letto quel libro in tempo record.
Proprio sull'onda di questa risposta emotiva non potevo che essere felice quando ho ricevuto il quarto capitolo: La scrittrice del mistero
Vani e Romeo Berganza finalmente stanno insieme. Dopo mesi di lavoro spalla a spalla, dopo sguardi sospesi, lezioni di cucina e messaggi subliminali lasciati a macerare, finalmente stanno insieme. E Vani non è certo una da farfalle nello stomaco, è più da piranha: ad ogni carezza o sguardo più tenero del buon commissario scatta il crampo attorcigliabudella. E come si fa a non capirla? Una non è che le piomba la felicità addosso e se la vive così in scioltezza. Deve capire come funziona, cosa significa avere uno come Berganza accanto. 
Soprattutto scoprire che esiste il concetto di "accanto". E la capisco, avoja che la capisco.
E se nel frattempo ci si metteno il suo capo Enrico con l'ennesima rogna lavorativa, e il famoso ex fidanzato Riccardo che, con la scusa di uno stalker e una serie di minacce di morte,  interrompe ogni loro momento per così dire... conoscitivo, niente può risultare facile.
Ciliegina sulla torta, Lara Sarca, al secolo sorella della nostra ghostwriter preferita, le  piomba in casa a tradimento dopo aver mollato, evvivadioeraora, il marito.
Insomma, gli ingredienti per una lettura guduriosa, scorrevole, appassionante e divertente in pieno stile Alice Basso, ci sono tutti e in dosi molto generose.
Forse l'attenzione verso la nuova situazione sentimentale, e l'evolversi del rapporto con la sorella, tolgono un po' di spazio alla parte poliziesca, ma non è altro che un riflesso della vita "normale": con tempi e ritmi diversi al secondo del momento che si vive. 

È sicuramente un libro di transito, un arricchimento della parte psicologica dei personaggi, prima di lanciarsi nella prossima sfida. 
Perché ci sarà una prossima sfida, vero Alice? Mica ci puoi lasciare così. 

Ah... dimenticavo... ho letto tutte le 320 pagine dallo schermo dello smartphone: se scrivo "appassionante", non è a caso. 

Nessun commento:

Posta un commento

In un mare senza blu - Francesco Paolo Oreste

  Già lo scrissi, una volta, che Francesco Paolo Oreste scrive con lo stesso gioco di luci e di ombre con cui Caravaggio dipingeva le sue te...