venerdì 24 aprile 2015

Tempo

Ho chiuso l'account di facebook. 
Non so se sia una cosa definitiva o meno, al momento non me ne curo, e onestamente nemmeno mi manca. 
Ma questa cosa apparentemente banale mi ha fatto riflettere: le primissime reazioni sono state amici che mi hanno cercata per chiedermi se stessi male. Se qualcuno mi avesse fatta incazzare, o ferita, o in qualche modo offesa. O se, peggio, la mia salute fosse sotto minaccia. 
Dimostrazioni di indiscusso affetto, sicuramente, ma suona strano solo a me il fatto che, lo scegliere di non appartenere ad un social venga di primo acchito preso come una segnalazione di disagio più o meno profondi? 
Sto bene. Ho solo voglia di tempi di versi, di cose diverse, di aria diversa. Soprattutto aria vera. Quella che respiri uscendo a fare quattro passi e mantenendo la testa in posizione eretta. Ho voglia di incrociare dita, ma dita di qualcun altro e non le mie che si attorcigliano sullo schermo di uno smartphone. Ma soprattutto sono stanca delle cornacchie starnazzanti che approfittano di ogni occasione utile per urlare la loro insana rabbia repressa. Dell'acido, dello squallore e della mancanza di un dialogo condiviso in un luogo che, dovrebbe trattandosi di un social, promuovere proprio il contatto, la condivisione e il dialogo. Rimpiango i tempi in cui ci si trovava nel bar del quartiere, con coca cola e chiacchiere. O ai giardini pubblici e quando litigavi, ti guardavi negli occhi. 
Sì, lo so, sono di mentalità vintage. 
Ho voglia di (ri)scoprire un altro respiro, uno più lento, più semplice. Come la pasta che ho osservato lievitare domenica scorsa, quando per fare un dolce ho impiegato circa sei ore. 
Come regalo di compleanno, vorrei regalarmi un altro ritmo di vita. Ecco. Forse ho identificato il primo pensiero "oscuro" che mi volava sopra la testa qualche giorno fa. 
Cambiare Ritmo. 
Smettere di appartenere a qualcosa che, di fatto, sento non mi rappresenta più, e dettarmi le mie regole. 


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