lunedì 16 febbraio 2015

Tornare a casa...

L'aria. 
Quella di Casa non te la scordi. Non ha importanza quanto tempo, se sono giorni, o ore. Quando torni a casa fai un respiro più profondo e riempi i polmoni di un'aria che sembra essere tua. Riconosci il profumo solo suo. Di quel posto, del pino bagnato di pioggia, del riscaldamento, della carta. Della lana, morbida e familiare quando ci infili dentro la faccia. 
I suoni. 
Quelli dei passi, legno. Sulle diverse tavole, quelle "vere", con il loro suono che si articola attraverso i nodi più scuri. Un ascensore, un portone grande e pesante che si chiude con lentezza. I passi più veloci delle scarpe da ginnastica sull'asfalto bagnato, sul pedale dell'acceleratore. La voce di casa, di Famiglia, senza filtri senza interferenze. Voci che si specchiano nelle luci degli occhi. Occhi che conosci e riconosci, fatichi a  sostenere per eccessiva dose di profondità. Che c'è un universo che si articola tra pagliuzze nocciola e sfumature di verde. 
Tornare a casa. 
Dopo un lungo viaggio, dopo tanta assenza. Dopo un tempo indefinito che sembrano incalcolabile e sono forse solo poche ore. "Ma come? non eri qui, dietro l'angolo appena due minuti fa?". 
Il calore. Quello degli abbracci, delle mani infilate in una tasca che non è la tua "vieni qui che le hai fredde", dei gesti affettuosi, come la torta fatta in casa, come le fusa di un gatto, come le carezze date, rubate, prese tutte "ancora un altra che poi domani non si sa". 
Dolcezza come lo zucchero filato, come la crema spalmabile della Venchi, la panna cotta al caffè, la piazzetta con le panchine, un profilo in lontananza che fa un po' Parigi, il profumo del vino e del tabacco, dei libri, delle ortensie ormai secche, delle rose che sfidano il freddo, dei limoni rigorosamente bio. Dei sorrisi di occhi e di labbra, che non sono mai abbastanza. 

Tornare a casa, dopo un anno un giorno o un'ora. E avere la certezza di non essersene mai andati...

On Air: Blucobalto - Negroamaro (acustica)

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