lunedì 9 febbraio 2015

pensieri post frittella...

Ieri sera non riuscivo a prendere sonno. Non so se fossero i troppi pensieri o la frittella alla Nutella che Mamma Serafina mi aveva offerto alle sei e mezzo del pomeriggio. 
Indipendentemente dal perché, ho lasciato che i pensieri fluissero, e così sono giunta a talune conclusioni, ho tirato la linea di somma e fatto alcune considerazioni. 
Interagire con le persone statiche mi mette ansia. Quelle persone sempre uguali a se stesse. Così fossilizzate nella propria "comfort zone", nelle abitudini che hanno origini arcaiche. Quelle che nemmeno ti sanno spiegare il perché fanno certe cose "ho sempre fatto così". E si lasciano vivere, con gli orari scadenzati da lavoro, pranzo e cena, letto. Giorno dopo giorno, uno dopo l'altro, quasi sempre uguali. Mi sento schiacciare il diaframma, mi manca l'aria solo a scriverlo. Non mi ci capacito. Come si può?
Mi rendo conto che sono un anima inquieta. Posso sembrare scostante. In realtà penso di essere piuttosto fedele, soprattutto e indiscutibilmente negli affetti. Ma ho bisogno di movimento, di alimentare la curiosità. Di poter condividere la curiosità. Curiosità per la vita, per le cose nuove, per un piatto di qualcosa che non ho mai assaggiato, per una musica che guarda, non avrei mai pensato mi piacesse e invece...
La stasi debilita, e l'azione vivaddio rinfranca! 
Sono poco tra queste pagine, sto lavorando ad un progetto che mi assorbe tempo ed energia. Non voglio abbandonare la macchina fotografica, sto scoprendo il piacere della musica dal vivo con l'Amica Folle. Ho un libro sullo sgabellino di legno vicino al letto, spero di riuscire ad aprirlo stasera, mi aspetta da Natale. Ma in questi giorni ho coltivato di più il rapporto con il Fratellone, e come mi aveva suggerito Bruno, sto cercando di far evolvere il rapporto mostrandogli angoli di me che forse non gli ho permesso di vedere. Ho curato la mia consueta emicrania e mi sono chiesta per l ennesima volta se posso fare di più per cambiare, ancora in qualcosa, per fare qualcosa di più e di meglio in questi miei giorni. 
Sento certi obiettivi (mi piace più l obiettivo del traguardo) anche anagrafici, come chiavi di volta. Perché non voglio guardarmi alle spalle e vedere che non ho vissuto. Che ho sprecato giorni a mangiare alle 8 di sera perché così m han detto che si fa. Perché, m han detto, la mia vita è molto di più di un lavoro di segretaria. Con tutto che amo il mio lavoro e che lo faccio con passione. 
E così ho tagliato i capelli, li porto corti e sono felice, perché non ho più bisogno di nascondermi sotto un cespuglio di ricci. Non è una cosa banale, è un segno. E' qualcosa che cambia, ho la presunzione forse, di pensare a me stessa come una persona in continua evoluzione, magari nel mio piccolo e studiando con cura i rischi, ma in continuo cambiamento. Non ho fatto buoni propositi con il nuovo anno, perché si riducono continuamente in pensieri procrastinati. C'è un elenco di posti che voglio vedere, e studio l orario dei treni molto di più. E allora mi ritrovo a guardare una data sul calendario, e il pensiero di mia Sorella che mi abbraccia. 
E allora penso che forse, sono sulla buona strada. 


5 commenti:

  1. io ho le mie abitudini. per esempio oggi non mi perderò la prima di Sanremo, in babucce, pigiamone e limoncello.
    Eppure mi definisco anch'io una persona inquieta.
    Magari per qualcuno, l'abitudine di Sanremo è roba da fossili decerebrati, che ne so...
    ;-)

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  2. beh.... magari un pochino ;)
    ma sai Bru, pure io c ho i miei riti e le mie abitudini: tipo Ulisse il piacere della scoperta o Sex and the city... per dire.
    ma è diverso... o per lo meno intendevo cose diverse... "non so se sono stata spiegata" :D

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  3. so cosa intendevi, la mia era una provocazione, un'amichevole, banale provocazione. E tu, sapendolo, mi inviti a continuare... Allora... metto a posto le idee che non è facile.
    Credo che la relazione crei una nuova comfort zone condivisa. La coppia crea automaticamente un sistema di abitudini. E' la condivisione/contrattazione delle abitudini a fare la differenza.
    Alla fine, l'alchimia si crea quando due persone condividono, rispettano le abitudini e le attitudini dell'altro.
    Cos'è l'attitudine? E' una sorta di abitudine innata, non appresa, a pensare e a leggere il mondo.
    Se l'attitudine che spazia, veleggia, scopre, mira al cambiamento, si scotta non è rispettata/compresa/condivisa da chi ha un'attitudine al controllo, al mantenimento, al possesso, alla razionalizzazione, si soffre da entrambe le parti.
    L'attitudine è immodificabile.
    Uno spirito inquieto non sarà mai un flemmatico.
    Le persone uguali a se stesse hanno un'identità stabile. Una personalità stabile, un'attitudine alla stabilità.
    Doloroso per chi ha un'attitudine al viaggio e al cambiamento condividere un percorso di vita con chi ha l'attitudine alla stabilità, al controllo, al mantenimento.
    Ma non c'è un'attitudine giusta o sbagliata.
    Le persone con una comfort zone molto ampia non mi mettono ansia perchè semplicemente non le frequento, non mi attirano, per esempio, parlando per me. Loro sono fatte così ed è giusto così, Perchè la loro è un'attitudine, non un'abitudine.
    Io sono attirato, come te, dalle persone che viaggiano e che si fanno mille domande, sempre. Che rischiano, si scottano ma non perdono occasione per ripartire. Ma noi non siamo giusti, nè viviamo meglio degli "abitudinari", nè possiamo biasimarli. Siamo solo diversi.
    Il problema è se voglio insistere a frequentare un abitudinario per natura quando io ho una gran voglia di muovermi che segue il ritmo del mio sangue.
    La stasi non debilita, secondo me, se hai un'attitudine alla stasi. Debilita se hai un'attitudine al movimento. E viceversa.
    L'abitudine di un'anima libera e inquieta è come un bistrot in una metropoli.
    L'abitudine di un'anima stanziale e tranquilla è come un resort sul lago.
    Chi può dire se è più affascinante il bistrot o il resort?

    Baci e abbracci.
    Secondo me vince Irene grandi.



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    Risposte
    1. Certo che ti istigo Bruno, se no come faccio a leggermi i tuoi commenti istruttivi?
      Sai, credo stavolta di aver pensato al discorso più in generale, non era riferito (non solo per lo meno) al rapporto di coppia.
      benché in effetti al mio abbia messo fine per questo e altri motivi.
      il mio era un pensiero più generico, nato se vogliamo dall'incontro con persone che vedo quasi fossilizzate nell'incapacità di prendere una qualsivoglia decisione migliorativa per la propria vita... ma nello stesso momento penso che forse, chi si "accontenta" di ciò che ha (?) magari vive meglio di me. che ne so. però per me è inconcepibile.
      poi forse hai ragione tu, loro sono fatte così e bon. non sono da biasimare. a me verrebbe invece da scrollarle per le spalle chiedendo una cosa tipo "ma come fai a non avere voglia di svegliarti? di vedere il mondo com è lì fuori? come fa a bastarti questo... niente?"
      però... però sì... hai ragione. chi può dire se è più affascinante un bistrot o il resort? facciamo così... per ora mi godo il bistrot... poi quando avrò 85 anni vado al resort sul lago, e ti so dire! ;)

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  4. commento istruttivo no, ti prego. Manco fossi la Montessori.
    A presto carissima

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