mercoledì 17 dicembre 2014

Vivendo adesso

Amami ora come mai
tanto non lo dirai
è un segreto tra di noi
tu ed io soltanto 
e il fuoco e le fiamme a dire che 
stiamo solo facendo sesso...

Che poi lo so come andrà a finire. 
Dovrò strapparti dalla mia pelle, e non basteranno dieci docce calde per togliermi il tuo profumo di dosso, il tuo sapore dalle labbra. 
Entrerò nella mia stanza cercandoti tra le pieghe del piumone, infilerò la faccia in mezzo al cuscino cercando tracce di te, di quello che siamo. 
E il fuoco e le fiamme. Quelle indomabili, che bruciano tutto quanto venga in contatto con esse, le parole, i silenzi, i pensieri. Le domande di ciò che sarà dopo, domani, che ne sarà? Perché ci sarà domani e ci sveglieremo troppo distanti per toccarci, troppo soli per parlarci, troppo uniti per fare finta di nulla. A fingere di sorridere, a fingere che nulla sia cambiato. Vestiti delle nostre vite, la tua, la mia, la mia che non ti appartiene,  tu che non sei mio. Altri occhi, altri sorrisi, altre mani. Non le nostre che si cercano si intrecciano si appartengono. Parlano per noi, quando gli occhi sono troppo, le labbra sono troppo, e tutto ci sfugge in una vertigine che ci fa aggrappare l'una all'altro. 
E mi chiedo perché dovrei. Perché dovrei vivere tutto questo, compreso lo spezzarmi perché lo so come sarà, finirò per spezzarmi, perché ci sarà quel momento in cui le tue mani dovrò lasciarle andare. E imparare, di nuovo, a fare a meno di te. Del tuo respiro (la mia aria), la tua pelle (il mio scudo che mi protegge davanti al mondo), i tuoi occhi (la sola luce che riconosco, oggi). 
Fare a meno di te. Sorridendo. Come se fosse stato un sogno, una vaghezza immaginata così, guardando fuori dal finestrino di un treno in corsa, lasciandosi rapire dalle note di una canzone. 
Fare a meno di te. Delle braccia dove posso nascondermi, delle spalle capaci di sostenermi, anche quando rido da non tenermi. Fare a meno dei tuoi occhi, in cui sento di brillare come mai prima d'ora. 
Sì. lo so come andrà a finire. Chiuderò gli occhi davanti alla porta socchiusa mentre scenderai le scale. Ma fino ad allora, scuoto la testa, e i ricci, e lascio che i pensieri se ne vadano come i brutti sogni del mattino. Riapro gli occhi su ora. Adesso. In questo preciso istante, Tu, dall'altra parte della strada, che mi sorridi. 


Nessun commento:

Posta un commento

In un mare senza blu - Francesco Paolo Oreste

  Già lo scrissi, una volta, che Francesco Paolo Oreste scrive con lo stesso gioco di luci e di ombre con cui Caravaggio dipingeva le sue te...