mercoledì 5 settembre 2018

#Genova

Seduta in riva al mare, sul muretto di Boccadasse con un frappè alla fragola tra le mani, pensavo a quanto fosse strano essere "in vacanza" in un posto dove non ero mai stata.
Non perché sia dannatamente abitudinaria, ma perché di solito ogni volta che riesco a racimolare un po' di tempo e di soldi, il primo pensiero è Torino.
"Non sei ancora stanca di vedere sempre la stessa città?" mi si chiede. "No, io amo Torino, da matti" rispondo.
Torino mi rigenera e mi fa ritrovare quella parte di me che, troppo spesso, perdo sotto strati di altre cose, altre vite, altre priorità.
Ma è Torino? Voglio dire... sono i muri della città? Le sue vie? La Mole che mi appare così, a sorpresa, da sopra i tetti, a farmi respirare con un altro ritmo?
Anche.
Ma, io guardo la Mole e vedo il cuore delle persone che amo, pulsare alla sua ombra.
Amerei Torino nello stesso modo, se non fosse lì che ho fatto il mio primo giro in moto dopo l'incidente, con l'Ing.?
Se non fosse lì che trovo Patrizia a mostrarmi gli angoli della sua infanzia e ad accogliermi a braccia aperte ogni volta che torno?
Porta Nuova sarebbe una stazione come un’altra se non fosse per le rincorse a prendere i treni sempre all’ultimo istante, tra risate e lacrime, con chi mi aspetta e poi mi guarda partire.
Sono le Persone a farti amare una città. Sono le braccia che ti stringono, l’affetto che senti intorno a te anche quando pensi di essere sola e lontana, la nostalgia di un tempo che non è ancora finito ma che non ti basta mai per dire tutto quello che vorresti, e ti sembra di lasciare sempre qualcosa sospeso.
Questo pensavo mentre i miei occhi accarezzavano le case colorate del piccolo borgo sul mare, mentre mi perdevo tra i caruggi di Genova con le sue contraddizioni, o mi fermavo a respirare l'aria di mare sul pontile De Andrè, con gli occhi fissi sulla Lanterna.
Nemmeno il tempo di arrivare che già sono sul treno che mi riporta a casa, nella borsa un pezzo di focaccia, un sasso a farmi compagnia, come suggerito da un'Amica cara.
E un altro filo rosso puntato lì, con uno spillo poco distante dalla cattedrale di San Lorenzo e che si tende attraverso la pianura a fare un ponte (parola non a caso), silenzioso e forte, per finire annodato intorno a me.
E quando i tempi e la distanza, inizieranno a stringere troppo il nodo, fino a far male, saprò che è tempo di tornare dalle mie Persone.
Perché non sono i muri.
Sono i pezzi di cuore che lasci nelle tasche delle Persone, a farti amare una città.

1 commento:

  1. Dovresti essere più social, perché ti meriteresti un sacco di commenti in più oltre al mio.
    Pertanto, che sei stata brava, non te lo scrivo nemmeno.
    Ma tanto lo sai.

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