martedì 3 maggio 2016

Morgana

E' arrivata una sera di fine maggio. E non ha avuto certo una grande accoglienza. Il buzzurro che ospitava sua madre voleva prendere lei e il fratellino, metterli in un sacchetto e annegarli nel canale vicino. 
"Tu prova solo a pensarlo, e io ti faccio trovare i Carabinieri fuori di casa. Tu li fai svezzare e poi me li dai". 
Sotto la minaccia dell'incursione dell'Arma, i due cuccioli sono stati svezzati. Il maschietto è stato poi adottato, lei invece è arrivata da me. L'idea era di trovarle una famiglia, ma a luglio ti senti rispondere cose tipo "io lo voglio cucciolo, ma a settembre quando torno dal mare". Così quello che doveva essere uno stallo è diventato "casa" e Morgana è rimasta con noi quasi 12 anni. Lo scricciolino che si addormentò in braccio a mia mamma troppe estati fa, era diventato una gattona di 10 kg e un caratterino tutto pepe. Pigrotta e furba, vantava origini norvegesi, ma lo faceva con molta umiltà. Occhioni verdi e vispi, adoravo pastrafugnarle le orecchie, fino a quando un virus non c ha costretto ad operargliene una. La prima notte passata fuori casa, quando l'ho dovuta lasciare dal veterinario per l'intervento. La seconda notte ieri. Quando l'ho avvolta in un asciugamano e l'ho portata in quel posto dove... e non mi riesce di scriverlo. 
Ho sempre cercato di proteggerla, prendermi cura di lei, da quel maggio prima ancora di sapere come fosse il suo musino, fino a ieri, che ho dovuto portarla in quel posto, che continuavo a stropicciarle le orecchie, quasi mi aspettassi si svegliasse e mi dicesse in malo modo di lasciarla in pace. Ma non s è svegliata.
Ed è stata una doccia fredda, terribile ed inaspettata. Pacifica come sempre se ne va a dormire, e non si sveglia più. Ha deciso tutto da sola, con la tipica indole indipendente felina. E ancora mi viene voglia di prendere a morsi quel nasino rosa, e le zampotte fonfe. 
Stamattina ho focalizzato un immagine, lei e Papà seduti su una nuvola lassù da qualche parte, con Papà che legge il giornale e intanto le fa due grattini sulla testa. E lei ricomincia a ronfare. Ed è la sola immagine capace di farmi smettere di piangere. 

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