mercoledì 13 gennaio 2016

La solita me.

Forse sto sbagliando tutto. 
Forse dovrei essere diversa, agire diversamente, pensare diversamente. 
Forse. 
Il punto è che, nel bene o nel male, io sono questa persona. Ho questo modo di vedere, di vivere e agire. E questa non è certo una giustificazione di sorta, ma semplicemente la verità. Posso provare, e credo di farlo in continuazione, a capire il punto di vista altrui, spesso lo capisco e lo giustifico anche più del mio. Ma io non posso oscurarmi completamente. Ho, anche io, bisogno dei miei ganci in mezzo al cielo. Dei sorrisi riservati a me, di parole rassicuranti. 
E così, se il farmi da parte per il bene comune è sempre stata la mia bandiera. Mi rendo conto che, in modo forse spiazzante, sto cercando di prendere possesso finalmente del mio spazio, e delle mie esigenze. Spero di farlo nel modo più delicato possibile. Probabilmente incespico e mi confondo. Ma non posso fermarmi adesso. Non posso e non voglio, in tutta sincerità, dover fare sempre a metà di me stessa perché c è sempre qualcos'altro o qualcun'altro che rispetto a me, è prioritario. Se non sono una tua priorità, allora forse non siamo nella stessa lunghezza d onda. 
Glielo giuro vostro onore, ho provato a fare la donna di mondo che vive l'attimo. Ma io sono la donna di ieri che crede nel fine settimana già dal lunedì. Nel guardare il calendario con la bellezza dell'attesa. 
Oggi ho scritto una mail, ho messo sul tavolo le mie carte, e ho chiesto aiuto. Spero, spero e prego con tutto il mio essere che dall'altra parte la porta non si chiuda. Ma se così fosse, non mi pentirò di aver semplicemente detto con chiarezza quello che provo. Non gliene farò una colpa, certo. Ma forse era tempo di dire le cose come le vedo, e sentirmi dare la risposta adeguata. 
E poi, quel che deve essere, sarà. 

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