mercoledì 11 gennaio 2017

Ricordi

 
Ho conosciuto D. poco dopo la separazione.
Qualcuno mi disse che le storie nate subito dopo essere state piantate funzionano, sono più una sorta di riscatto, un modo per dimostrare in primis a sé stesse e poi al mondo che non saremmo certo noi a restare sole. Ma non mi interessava.
D. era bello come il sole, faceva il Vigile del Fuoco a Cinecittà, ed era simpatico come solo i romani sanno essere. E io avevo solo voglia di ridere.
Riuscivamo a vederci solo ogni due settimane..., si viveva appesi al telefono, al pc con le chat, e al binario 1 della stazione. Ma quel fine settimana di maggio Trenitalia piazza uno sciopero proprio nel "nostro" sabato.
Non ricordo di averci pensato troppo, rubo la smart aziendale e alle sette del mattino prendo l'autostrada. Intorno alle due del pomeriggio sono fuori dalla sua caserma che lo aspetto. Tempo di un bacio e di mettere la borsa in macchina, e ripartiamo verso Padova, guida lui, mi tiene la mano e mi dice "tu sei matta piccolé".
Poi aveva ragione quel "qualcuno", la storia non è durata ancora molto. Ma questo è uno di quei ricordi che mi tengo stretti e che mi fanno sorridere. Perché io sono fatta così, perché l'amore è così. Che sia quello "giusto" o no (ne esiste davvero uno sbagliato?) è quello che ti sovverte tutte le priorità. E' quella forza che ti fa macinare mille chilometri in una giornata pur di passare con l'altra persona una manciata d'ore. E' quella cosa che ti fa tremare di paura ma dici chissenefrega, voglio viverla. E, Dio se ti senti vivo.

"Il tuo modo di amare somiglia a una di quelle coperte calde e morbide che si tengono sul divano, non mi ero reso conto di quanto freddo avessi fino a quando non me l'hai appoggiata addosso". è stato uno dei suoi ultimi messaggi. E credo sia ancora una delle cose più belle che mi abbiano mai scritto.

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